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06 Giugno 2019 5 Commenti Luca Driol
genere: hard rock / pomp rock
anno: 2019
etichetta: Harmony Factory / Cargo Records UK
Tracklist:
1. Narnia
2. She Talks Too Much
3. Hologram Man
4. Tragic Alter Ego
5. Silver And Gold
6. Chasing Diamonds
7. Unicorn
8. The Story Of Johnny Rocket I - Space Overture
9. The Story Of Johnny Rocket II - Johnny Rocket
10. The Story Of Johnny Rocket III - Thunder In The Night
11. The Story Of Johnny Rocket VI - One Small Step
12. The Story Of Johnny Rocket V - Twilight
13. The Story Of Johnny Rocket VI - Yesterday's News
14. The Story Of Johnny Rocket VII - Destination Unknown
Formazione:
Paul Manzi – voce e chitarra acustica
Mick Wilson – voce e cori
Greg Hart – chitarra, voce
Dean Howard – chitarra
Andy Stewart – piano e synths
Jeff Brown – basso e cori
Steevi Bacon – batteria e percussioni
Andate in brodo di giuggiole per Queen, E.L.O. e per il pomp-rock?
Allora questi Cats In Space potrebbero diventare una delle vostre band preferite!
Dopo uno stratosferico esordio, “Too Many Gods” del 2015 e un altrettanto valido come-back pubblicato due anni dopo, i britannici, puntualissimi, danno alle stampe il loro terzo full-lenght e questa volta l’asticella si sposta verso sonorità più vicine ai Queen.
Divenuti un settetto con l’aggiunta di Mick Wilson, ex cantante e chitarrista ritmico dell’ultima incarnazione dei 10cc, altra band piuttosto citata dai nostri, anche questa volta i gattoni, capitanati dal chitarrista Greg Hart (ex Moritz), non deludono, piazzando una serie di song bombastiche, sature di cori e tastiere in pompa magna.
I tredici brani (più intro) sono uno più riuscito dell’altro: da “She Talk Too Much” alla chiusura affidata alla suite “The Story Of Johnny Rocket”, è tutta una profusione di indelebili sonorità pomp-glam-aor, che raggiungono il culmine nelle trascinanti melodie di “Silver And Gold” e “Unicorn”, come nel dance-rock di “Thunder In The Night”, terza parte della suite, song supportate da arrangiamenti sopraffini e dall’eccellente vocalità di Paul Manzi, da quasi un decennio anche in forza negli Arena dell’ex Marillion Mick Pointer e del tastierista Clive Nolan (Pendragon).
Il gruppo, quindi, ricalca sicuramente l’operato di Queen, citati platealmente durante l’assolo di “Hologram Man”, Fab Four (nel bridge di “Tragic Alter Ego” riecheggiano le note di “Strawberry Fields Forever”), E.L.O., Supertramp, City Boy e quello di act più recenti quali Jellyfish, Valensia e A.C.T. e Robbie Valentine, ma riesce a coniare anche un proprio sound ormai riconoscibilissimo. Un album pefetto e terzo centro di una band incredibile!
© 2019, Luca Driol. All rights reserved.
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