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04 Maggio 2019 9 Commenti Iacopo Mezzano
genere: Prog Rock / Pop Rock
anno: 2019
etichetta: Frontiers Music
Tracklist:
01. The Sorcerer's Apprentice (instrumental)
02. Miracle (lead vocal: Jason Mraz)
03. As Lights Fall (lead vocal: Alan Parsons)
04. One Note Symphony (lead vocal: Todd Cooper)
05. Sometimes (lead vocal: Lou Gramm)
06. Soirée Fantastique (lead vocal: Todd Cooper, Alan Parsons)
07. Fly To Me (lead vocal: Mark Mikel)
08. Requiem (lead vocal: Todd Cooper)
09. Beyond The Years Of Glory (lead vocal: PJ Olsson)
10. The Limelight Fades Away (lead vocal: Jordan Huffman)
11. I Can't Get There From Here (lead vocal: Jared Mahone)
Formazione:
Chitarre: Steve Hackett, Jeff Kollmann, Dan Tracey, Tony Rosacci, Ian Bairnson, Alan Parsons
Synth, Tastiere: Andy Ellis, Tom Brooks, Dan Tracey, Alan Parsons
Piano: Pat Caddick, Angelo Pizzaro
Basso: Nathan East, Guy Erez, Jeff Peterson
Batteria: Vinnie Colaiuta, Danny Thompson, Carl Sorensen
Sassofono: Todd Cooper
Violoncello: Michael Fitzpatrick
Percussioni: Alan Parsons
Ukulele: Jake Shimabukuro
Trombone: Oscar Utterström
Tromba: Vinnie Ciesielski
Alzi la mano chi avrebbe mai pensato che l’italianissima Frontiers Music avrebbe un giorno pubblicato un album in studio di un numero uno della musica internazionale come Alan Parsons (non limitandosi “soltanto” a questo, ma avendolo poi persino come headliner dell’ultima edizione del proprio festival, il Frontiers Rock Festival)!!
Incredibile.
Quindi scusatemi, ma in apertura i miei più sentiti complimenti alla label napoletana sono assolutamente dovuti. Bravissimi!!
Arrivando a parlare della musica, The Secret è il titolo di questo nuovo disco di Parsons, che arriva nei negozi a fine aprile 2019 quasi quindici anni dopo l’ultimo lavoro solista del gigante britannico. E’ un album che, come consuetudine del Maestro, è differente nel sound rispetto ai lavori del Project (mi riferisco ovviamente agli Alan Parsons Project) e più pop oriented, più commerciale e più soft rispetto alla dimensione progressiva e sperimentale del progetto maggiore. E’ un platter che non manca di presentare tantissimi ospiti illustri (li vedremo volta per volta nell’analisi dei brani), una serie di musicisti incredibili, un tasso tecnico irraggiungibile ai più, e che può godere dei migliori suoni di produzione che il mercato possa offrire (di fatto, ci saremmo stupiti del contrario). E’ un album completo sotto tutti gli aspetti, che ha al suo interno tracce più elaborate e ricche di influenze di vario genere, e altre più semplici e lineari, nelle quali sono più che altro gli arrangiamenti e splendide voci ad emergere e brillare come stelle nella notte. E’ un disco, infine, magico, perchè di magia e di illusioni si vuole permeare, come ci dimostra subito la pittoresca, ma elegante, copertina che ne simboleggia e racchiude gli intenti. Ed è da ascoltare, più e più volte, per assaporare al meglio nelle sue più varie sfacettature.
La traccia strumentale d’apertura The Sorcerer’s Apprentice è una rielaborazione in chiave rock della nota sinfonia di Paul Dukas del 1897 (ricordate il film Disney Fantasia?), e vede in veste di ospiti due giganti come Steve Hackett alla chitarra e Vinnie Colaiuta alla batteria. E’ una opener particolare, inattesa, che contrasta in qualche modo con le atmosfere rilassate del pezzo Miracle, cantato da un bravissimo Jason Mraz, che ha tutte le forme di un pezzo AOR anni’80 in chiave westcoast (c’è pure il sax!), colorato da qualche spunto alla Parsons nella arci-nota Eye of the Sky. E’ poi proprio il leader del progetto a interpretare le parti vocali di As Lights Fall, un pezzo leggero e melodico che mi ricorda qualcosa degli Asia, con One Note Symphony che è cantata dalla particolare timbrica retrò di Todd Cooper, per un pezzo molto anni’70, questo sì progressive sinfonico vecchia maniera. Gioiranno poi i fans dell’AOR nel leggere il nome di Lou Gramm dei Foreigner come singer della canzone Sometimes. La sua prova è buona, in un pezzo sicuramente non difficile da interpretare, ma nel quale il cantante riesce a mostrare personalità, sfruttando la sua bella timbrica.
Ad aprire la side B del disco (sì, sto recensendo dal vinile) è Soirée Fantastique, nella quale Todd Cooper e Alan Parsons ci portano con le voci e i suoni in una serata parigina elegante e raffinata, in un gran galà musicale che ha il suo apice nel magnifico assolo del gigantesco Jeff Kollman. Fly To Me lascia spazio alla voce vellutata di Mark Mikel, in un altro pezzo arioso e anni’70, tranquillo, che porta a Requiem, mid-tempo anni’50, maliziosa, ricca di parti di chitarra e di sax bollenti. PJ Olsson, la storica voce degli Alan Parson Project, fa la sua comparsa in Beyond The Years Of Glory e ci colpisce al petto con le energie di un brano romantico, tra i più riusciti del lotto, pinkfloydiano e sognante, molto orchestrato nelle strofe, con un assolo di sax e di chitarra a cinque stelle.
Ci avviciniamo al finale ed ecco Jordan Huffman in The Limelight Fades Away, una canzone a un passo dalla westcoast, dotata di un bellissimo refrain e resa eccellente dalle sue chitarre, con I Can’t Get There From Here (alla voce il bravissimo Jared Mahone) tratta dalla colonna sonora del film 5-25-77 che cala il sipario con i suoni delicatissimi di una bellissima power ballad. Rimane subito impressa nella mente, ed è un’altra grande hit di questo bel ritorno discografico!
IN CONCLUSIONE
Senza fare ingiusti paragoni con il passato (che è stato certamente qualitativamente più ricercato e complesso, ma anche le leggende hanno il sacrosanto diritto di invecchiare, no?!), questo The Secret è un gran bel prodotto discografico, che sfodera undici canzoni d’elite e di altissima qualità, che sono più soffici, delicate, apparentemente semplici di quelle che il Maestro ha composto nei suoi episodi più illustri.
Il disco necessita di più ascolti per essere non solo apprezzato, ma capito. Non limitatevi a una riproduzione di sottofondo, alzate un pizzico il volume e assaporatene le voci e le parti strumentali. E’ un consiglio!
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