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26 Marzo 2019 1 Commento Stefano Gottardi
genere: Glam Rock/Rock 'n' Roll
anno: 2019
etichetta: Rise Above Records
Tracklist:
1. Overdrive
2. Space Walk
3. Interplanetary Craft
4. No Place To Hide
5. Space Go
6. You've Got The Power
7. Cosmic Love
8. I've Had Enough
9. Ravers Rock
10. Junk
Formazione:
Tenda - Voce, Basso
Lorenzo - Chitarra, Sintetizzatori
Mike - Chitarra
Alex - Batteria
Ospiti:
Tiziano Tarli - Sintetizzatori
Mattia Mari - Pecussioni, Backing Vocals
Camilla Pascucci - Backing Vocals
Francesca Monoscalco - Backing Vocals
Tim Orchard - Backing Vocals
Contatti:
Nati a Roma nel 2007 dalle ceneri dei Taxi, i Giuda sono una rock ‘n’ roll band con uno stile fortemente ispirato dal glam rock degli anni Settanta e dal primo punk inglese. In breve tempo il combo capitolino ha raccolto consensi da un po’ tutte le parti del globo: il loro fan club Giuda Horde è nato in Francia e vanta iscritti fin negli Stati Uniti, dove il gruppo prende parte a importanti festival e tiene regolarmente tour di successo. Notevole è anche la considerazione fra i musicisti: su di loro hanno speso belle parole, fra gli altri, artisti come Phil King (Lush, Felt, Jesus And Mary Chain), Robin Wills (Barracudas), Karl Alvarez (Descendents, All) Captain Sensible (Damned), Joe Elliot (Def Leppard) e Morrissey. Le registrazioni in analogico e l’utilizzo di una strumentazione anni 60/70 hanno contribuito fin dagli esordi a conferire al loro sound un marchio di fabbrica che li identifica e rende perfettamente riconoscibili. Il taglio sonoro che amalgama alla grande il glam rock scintillante di Slade, The Sweet e Gary Glitter al rock and roll ruvido e graffiante degli AC/DC ha caratterizzato Racey Roller (Dead Beat Records, 2011), Let’s Do It Again (Damaged Goods/Tko, 2013) e Speaks Evil (Burning Heart Records, 2015). Tre album che hanno mantenuto una coerenza stilistica costante e si sono rivelati un’assoluta certezza per i fan della prima ora. Giunti al traguardo del quarto full-length, i Giuda hanno deciso di rimescolare un po’ le carte a partire dalla formazione, ridotta a quattro elementi e che vede cambiata in toto la sezione ritmica. L’acronimo E.V.A. sta per “Extra Vehicular Activity” (Attività Extra Veicolare), in riferimento agli astronauti e allo spazio, elemento ulteriormente impreziosito dal lavoro grafico del francese Tony Crazeekid, firma di tutte le loro copertine e garanzia assoluta di affidabilità e senso artistico. Come sarebbe lecito aspettarsi dalle premesse, la tematica “spaziale” è il filo conduttore dell’intero disco, anche se il concetto di viaggio in altre dimensioni è utilizzato spesso nei testi come fine metafora per esprimere un pensiero più profondo, legato all’incontro e all’accoglienza fra popoli appartenenti a culture diverse. Ad anticipare l’uscita dell’album sono i due singoli “Overdrive” e “Space Walk”, di cui sul web gira pure il video. I brani hanno anche l’onore di dare il via alle danze del nuovo platter. Il primo fa da ponte con il passato per quanto riguarda gli incastri melodici e l’immediatezza del ritornello e dei cori, ma mostra tutti gli elementi del cambiamento che sono plateali nel secondo, addirittura quasi per niente cantato, eccezion fatta per il refrain “Walk! Space walk – yeah”, ripetuto più e più volte ed un paio di “Stomping on the moon” nel finale. La band, che per la prima volta nella sua storia conferisce ai sintetizzatori un ruolo centrale nel proprio sound, definisce questo suo nuovo indirizzo sonoro proto disco con una vena punk, un termine che ci sentiamo di dire calzi davvero a pennello. La tracklist, come di consuetudine, snocciola una dopo l’altra una serie di canzoni brevi (nessuna raggiunge i quattro minuti) ma dannatamente intense e ruffiane, nell’accezione più positiva possibile del termine, sia quando possono contare su un refrain o una strofa ficcante (“Interplanetary Craft”, “No Place To Hide”, “You’ve Got The Power”, “Cosmic Love”, “Junk”), sia quando sono fondamentalmente strumentali (“Space Go”, “Ravers Rock”). Ad emergere è la verve artistica del chitarrista Lorenzo Moretti, che firma ogni pezzo, fa un paio di lead vocals e si rende protagonista di una prestazione superba, andando ancora una volta a formare con la voce del cantante Tenda un binomio caratterizzante ed estremamente efficace, anche nella dimensione live, dove il gruppo dà sempre il meglio di sé. Sperimentando, ma senza mai perdere la tramontana e senza lasciare spazio a colpi sparati a salve, questo nuovo parto del combo romano si può tranquillamente definire “all killer, no filler”!
IN CONCLUSIONE
Dopo tre centri discografici consecutivi, la prova della maturità per i Giuda arriva col quarto lavoro. La band solca nuovi territori sonori mostrando grande classe e eclettismo, facendo un ulteriore tuffo nel passato ma riuscendo a restare coi piedi ben saldi nel 2019 e a convincere su tutta la linea. Registrato in presa diretta dall’immancabile co-produttore Danilo Silvestri, e finalizzato a Londra da Noel Summerville, che ha preso parte ad album del calibro di Combat Rock dei Clash, E.V.A. uscirà il 5 Aprile, per Burger Records negli Stati Uniti, per Trooper Entertainment in Giappone e per la Rise Above Records di Lee Dorian (Napalm Death, Cathedral) in Europa. Nell’attesa di scendere in pista, per non farvi cogliere impreparati una rispolverata alle vostre scarpe da ballo vi converrebbe darla…
© 2019, Stefano Gottardi. All rights reserved.
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