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JOHN DIVA & The Rockets Of Love – Mama Said Rock is Dead – recensione

22 Marzo 2019 15 Commenti Giulio Burato

genere: Glam / Hard Rock
anno: 2019
etichetta: Steamhammer/Spv

Tracklist:

01. Whiplash
02. Lolita
03. Rock’N’Roll Heaven
04. Wild Life
05. Blinded
06. Dance Dirty
07. Just A Night Away
08. Fire Eyes
09. Get It On
10. Long Legs
11. Toxic
12. Rocket Of Love

Formazione:

John Diva - vocals
J.J. Love - guitars
Snake Rocket - guitars
Remmie Martin - bass
Lee Stingray - drums

Contatti:

www.johndiva.com

 

Nel periodo di carnevale, dove addobbi e parrucche la fanno da padrone, quale migliore album da recensire se non “Mama Said Rock is Dead” degli americani John Diva & The Rockets of Love. Ebbene sì, con questa realese si ritorna idealmente agli anni d’oro del glam rock, dove i capelli cotonati e i trucchi spopolavano tra le molteplici bands del genere. Non ci sono però orpelli o finzioni nella carriera da scrittore e manager di John Diva che vanta un curriculum di tutto rispetto, visto le collaborazioni con “mostri sacri” del genere come Aerosmith, Bon Jovi, Kiss e Van Halen. Abbandonata momentaneamente la maschera di songwriter, John si cimenta nelle vesti di cantante per la sua prima uscita discografica che va a pescare, forza di cose, nel genere che ha celebrato molte band di fama mondiale con cui ha collaborato. Il risultato che ne esce è questo “Mama said rock is dead” che si avvale della partecipazione dei chitarristi Snake Rocket e JJ Love, del bassista Remmie Martin e del batterista Lee Stingray jr.
L’album è stato rilasciato da Steamhammer/Spv nel mese di Febbraio ed è stato prodotto da Michael Voss, non uno qualunque.

Si aprono le danze con la frizzante e spavalda “Whiplash” seguita a ruota da “Lolita”, canzone di chiara impostazione Van Haleniana.
“Rock’n Roll Heaven” dall’incipt blues-country rock è ruffiana come un gatto in cerca di attenzione. “Wild Life” è invece più classica, è un hard rock dal retro gusto di Thin Lizzy mescolato con i Whitesnake.
Con la traccia cinque ci troviamo nell’immancabile scenario dell’arena rock; la catchy “Blinded” ne è esempio evidente.
A seguire, non poteva mancare un tocco di Def Leppard; “Dance Dirty” balla a braccetto di “Pour Some Sugar On Me” tanto che i giri di chitarra sembrano gli stessi.
Il capitolo ballata poteva mancare? Assolutamente no; ecco dunque “Just a Night Away” dalla costruzione molto canonica ma ben confezionata. Miele per i padiglioni auricolari.
Il cammino dei Rockets of Love prosegue con “Fire Eyes”, dall impostazione Bon Joviana nelle strofe (vedi “Lay Your hands on Me”) ma che poi sfocia in un ritornello ben assestato/cadenzato. Sulle stesse coordinate musicali (del New Jersey) anche la traccia conclusiva. Nel mezzo delle ultime due canzoni, la sleazy “Long Legs in Leggins”, semplice e diretta, e la party song “Geti t On” con l’affermativo “Yes i Like it” nelle sue strofe.
Finito il party? No, John l’ha appena iniziato. Let’s go!

IN CONCLUSIONE

La festa è iniziata e non per forza le maschere devono essere indossate solo a carnevale; John Diva e soci hanno il pregio di farci entrate in un vero party rock, in pieno stile anni ’80.
Mancherà forse un tocco di originalità e magari una hit da far girare di continuo in una MTV attuale, ma questo “Mama said…” risponde alla mamma che il rock non è poi cosi morto, anzi è ancora vivo e pure divertente.

© 2019, Giulio Burato. All rights reserved.

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