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Recensione

78/100

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Devicious – Reflection – recensione

02 Marzo 2019 6 Commenti Paolo Paganini

genere: Melodic Hard rock
anno: 2019
etichetta: Metalapolis Records

Tracklist:

1. Long Way Home
2. Never Let You go (Featuring Age Sten Nilsen)
3. Understand
4. Desire
5. Hungarian Girl
6. Flyng
7. Saturday Night
8. We’re Dying
9. Run Together
10. Feel The Heat
11. Manhattan Memories (Bonus Track)
12. Never Let You Go (Radio Version)

Formazione:

Zoran Sandorov (voce)
Radivoj Petrovic (chitarra)
Denis Kunz (tastiere)
Alex Frey (basso)
Lars Nippa (batteria)

Contatti:

https://www.devicious.band
https://www.facebook.com/deviciousband/

 

Devo essere sincero; il melodicrock made in Germany non è mai stato in testa alle mie preferenze, anche se alcuni dischi di gruppi quali Casanova, Fair Warning e Frontline, per un certo periodo hanno fatto tappa fissa nel mio lettore cd. Il genere proposto dai DeVicious ricalca notevolmente lo stile dei nomi sopra citati, riuscendo ad avvicinarvisi parecchio sia per qualità che per continuità. Merito di una band ben amalgamata in cui la voce di Zoran Sandorov si inserisce alla perfezione sia nella sezione ritmica composta da Alex Frey e Lars Rippa che tra i pregevoli assoli di Radivoj Petrovic. Sfruttando il recentissimo ed apprezzato album di debutto Never Say Never uscito nell’agosto del 2018 i cinque ragazzi tedeschi si ributtano nella mischia proponendoci questo loro nuovo lavoro.

Come era lecito aspettarsi si parte subito a bomba con la trascinante Long Way Home molto vicina alla band di Tommy Heart. I classici tastieroni crucchi (che ovviamente troverete un po’ dappertutto) curati da Denis Kunz, introducono la pomposa Never Let You Go che vede la partecipazione dietro il microfono di Age Sten Nilsen (Wig Wam, Ammunition). Ottimo ed orecchiabile rock melodico di matrice teutonica. Sul classico hard rock si piazza invece Understand (non certo il miglior pezzo del lotto) seguita dalla potente Desire. La piacevolissima Hungarian Girl si muove invece su ritmi più pacati e grazie alla elevata dose di melodia la potremmo classificare come un pezzo in puro stile AOR. Flying ripercorre fedelmente i solchi già tracciati in passato dai memorabili Casanova potendo contare su un coro da arena rock. Saturday Night, vicina all’hard rock americano, non convince del tutto risultando una materia un po’ ostica per i Nostri. Meglio quindi tornare su lidi più sicuri affidandosi alle efficaci melodie di We’re Dying e Run Together. Feel The Heat risulta piuttosto banale e scontata aggiudicandosi il poco ambito premio di peggior song del disco mentre in chiusura, come bonus track è posta l’unica ballata del cd. Manhattan Memories fra l’altro è molto ben riuscita e forse avrebbe avuto bisogno di essere messa in maggiore evidenza.

IN CONCLUSIONE:

Reflection pur non risultando un disco epocale merita di essere ascoltato sia per la brillantezza delle composizioni che per l’ottima resa sonora e sarà sicuramente molto apprezzato da chi agli inizi degli anni ‘90 si è appassionato alla nascente scena melodicrock tedesca.

© 2019, Paolo Paganini. All rights reserved.

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