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05 Gennaio 2019 10 Commenti Iacopo Mezzano
genere: AOR / Westcoast
anno: 2018
etichetta: Frontiers Music
Tracklist:
01 If You Wait For Me 4:39
02 My Heart Is At War 4:07
03 Hold On Tonight 3:47
04 Masquerade 4:28
05 She's A Loaded Gun 4:42
06 Lie To Me 4:46
07 Joanne 4:27
08 Someone I Know 3:47
09 To The Wire 4:55
10 Love Will Find A Way 3:56
11 Superhero 5:14
Formazione:
Marcus Nygren – Lead vocals & backing vocals
Kevin Hosford – Keyboards & lead vocals
Johan Thuresson – Guitars
Johannes Hansson – Bass
Kristian Brun – Drums
Ospiti:
Kristina Talajic – Lead Vocals on Lie To Me
Rasmus Nyvall – Saxophone on Love Will Find A Way
Gli State of Salazar tornano nei negozi con un nuovo album, quattro anni dopo il loro ottimo debutto del 2014 intitolato “All The Way” e dopo aver accettato l’abbondono del tastierista Stefan Mårtenson, ora sostituito da Kevin Hosford, quest’ultimo non solo strumentista ma anche cantante e compositore.
Superhero, questo il titolo del nuovo platter uscito per Frontiers Music a fine dicembre 2018, mantiene inalterato il gusto rock melodico in stile westcoast del gruppo, che continua ampiamente a lasciarsi influenzare dalla musica dei vari Toto, Journey, Survivor, Boston, Chicago e compagnia bella ogni qual volta si approccia alla composizione di un nuovo pezzo. Ed è forse questo l’unico difetto che mi sento immediatamente di evidenziare nella fase di analisi di una (comunque buonissima) release come questa: la talvolta eccessiva volontà dei componenti di rifarsi totalmente al sound dei loro idoli, finendo a sfiorarne in alcune occasioni persino il plagio. Per amor del cielo, lo stesso fatto di imitare anche lontanamente i Toto (giusto per fare un esempio..) presuppone una incredibile padronanza compositiva e tecnica da parte dei musicisti che sarebbe solo che da essere elogiata, ma da un secondo lavoro discografico come questo mi sarei aspettato qualche spunto personale in più. Ditemi poi voi se avete avuto le mie stesse impressioni.
Detto ciò, Marcus Nygren alla voce e il nuovo ingresso Kevin Hosford trovano immeditamente la giusta intesa, guidando – con grande sicurezza – il resto dei componenti verso la perfetta esecuzione dei motivi musicali. Johan Thuresson alle chitarre fa un ottimo lavoro già nel brano opener If You Wait For Me, un pezzo solido, in stile Work of Art, che trova nel groove ritmico coposo di Johannes Hansson al basso e Kristian Brun alle pelli, oltre che nella vocalità ispirata del cantante, la sua massima ragione d’essere. My Heart Is At War è forse il pezzo più derivativo del lotto, e non è difficile sentire al suo interno assonanze con un paio di hit anni’80, neppure troppo celate, e riviste in chiave moderna/scandinava. Hold On Tonight è un ottimo motivo, raffinato, che rimane immediatamente impresso nella mente, e Masquerade un’altra canzone che facilmente il gruppo proporrà dal vivo per come sa risultare immediatamente catchy all’orecchio di chi la ascolta, grazie anche al superlativo lavoro vocale dei cantanti.
Il bel ritmo di She’s A Loaded Gun abbina ottimi arrangiamenti a energie positive, mentre la delicatissima ballad Lie To Me, che presenta l’ottimo cantato della ospite Kristina Talajic in perfetto duetto con Nygren, mi ha immediatamente portato alla mente l’omonimo brano dei Bon Jovi, lasciandomi un po’ interedetto. La orecchiabile Joanne ci porta poi a Someone I Know, il brano più westcoast della tracklist, molto bello ma ancora una volta troppo avvicinabile a Toto, Chicago e agli AOR francesci. Meglio la curata e ricercata To The Wire, che anticipa la ballad Love Will Find A Way, interpretata in modo egregio dal cantante ma che – e sarà un problema mio.. – nel suo incipit mi ha fatto subito pensare alla inimitabile Follow Your Heart del sempre compianto Fergie Frederiksen, mista a qualche traccia dei Pride of Lions (tipo Are You The Same Girl..). Infine, cala il sipario la title track Superhero, una canzone questa sì molto più personale, e per questo da me annoverabile tra le più riuscite di questo album.
IN CONCLUSIONE
Mi sono preso un po’ di tempo in più prima di fare uscire questa recensione, e ho davvero cercato di farmi piacere quel continuo senso di deja vu provato durante l’ascolto di questo Superhero. Ma alla fine, guardando anche la copertina del disco quasi identica a quella dell’ultimo dei Treat, non ho potuto fare a meno di abbassare di almeno dieci/quindici punti percentuali il voto di un prodotto di per se bellissimo, ma davvero troppo clone dei cloni.
Abbiamo qui ottimi suoni, begli arrangiamenti, notevoli prove tecniche strumentali e vocali, e un songwriting sicuramente ben organizzato. Tutto questo va sicuramente riconosciuto. Già quattro anni fa scommettevo su di loro, ma oggi gli State of Salazar mi hanno deluso sul piano dell’originalità, qui totalmente mancata. In fin dei conti quindi, li preferivo all’esordio..
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