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Recensione

90/100

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Homerun – Black World – recensione

27 Settembre 2011 1 Commento Denis Abello

genere: Hard Rock
anno: 2011
etichetta: Tanzan Music

Tracklist:

01. Intro
02. Silence's Broken
03. No More *
04. As We Did Before *
05. Ephemeral Light
06. Our Love Song
07. Black World
08. Princess Of Time *
09. The Golden cage
10. Lipstick
11. Intoxication of Love
12. Firefly *
13. Another Reason To
14. No More (acoustic version – bonus track) *

* migliori canzoni

Formazione:

Matteo Albarelli - voce
Walter Borrelli - tastiere
Andrea Ringoli - chitarre
Valerio Castiglioni - chitarre e cori
Paolo Luoni - basso
William Battiston - batteria

 

Basta uno sguardo alla copertina e una veloce lettura del titolo, Black World, per capire che qualcosa è cambiato negli Homerun, gruppo italianissimo che si è fatto conoscere con il buon debutto Don’t Stop del 2008.  La trasformazione degli Homerun comincia però ancor prima che dalla musica dall’interno del gruppo, troviamo infatti in formazione i nuovi elementi Paolo Luoni (basso), William Battiston (batteria) e Valerio Castiglioni (chitarra) che si affiancano a Matteo Albarelli (voce), Walter Borrelli (tastiere) e Andrea Ringoli (chitarra).
Lasciati da parte i dorati lidi di Don’t Stop gli Homerun sembra quindi che vogliano dimostrare con questo nuovo lavoro la loro rinnovata aggressività e forza che si dovrebbero tradurre per le nostre orecchie in un sound più duro e compatto.
Preparatevi quindi ad una sferzata di Hard Rock made in Italy…

LE CANZONI

…e i nostri non tardano ad affilare le armi e dopo un intro dalle fattezze molto dark si lanciano con carica e potenza grazie a Silence’s Broken che con l’incedere deciso di batteria ci introduce verso questo viaggio nell’oscuro mondo degli Homerun. La voce di Matteo Albarelli vibra tagliente sulle note del pezzo.
No More continua a muoversi su un territorio hard rock di stile nord europeo, in cui però giocano abilmente chitarra e voce (soprattutto nel ritornello) per aggiungere quel tocco che regala una marcia in più al pezzo.
Il piano che con dolce tristezza ci accompagna in As We Did Before ben di accosta alla voce di Albarelli e regala momenti di intensità assoluta per uno dei pezzi da applausi di questo Black World. Notevole e nettamente coinvolgente il solo di chitarra che si poggia sulle note del piano e che in un crescendo rilancia la splendida voce di Matteo.
Traumatico il risveglio imposto dalle sferzate della chitarra di Ephemeral Light, ancora una volta il gruppo dimosta di cosa è capace.
Our Love Song smorza i toni grazie ad una melodia nettamente orecchiabile e accattivante su cui ancora una volta ben gioca la voce sempre ottima di Matteo.
Arriviamo così alla titletrack che fa anche da giro di boa per il disco… Black World è un altro pezzo bello cattivello su cui pesta la batteria e sferragliano le chitarre.
Gli Homerun finora hanno dimostrato di saperci fare, ma la vera carta vincente la giocano a questo punto con Princess of Time. Capita poche volte di trovarsi ad ascoltare un pezzo che letteralmente è in grado di lasciare senza fiato. Princess Of Time, grazie ad una prova vocale letteralmente oltre ogni limite riesce a far rimanere l’ascoltatore senza respiro, completamente rapito dalla sua infinita malinconia, mentre le note scorrono lievi fino a quando letteralmente verso i tre quarti il pezzo esplode prima sulla voce di Matteo e a seguire sulla splendida chitarra che si fonde sulle corde del primo. Uno spettacolo che da solo vale l’acquisto ad occhi chiusi di questo lavoro.
A questo punto diventerebbe difficile per qualsiasi pezzo continuare il seguito del disco, ma The Golden Cage riesce comunque a cavarsela riportandoci nuovamente su territori hard rock spinti.  Si continua con Lipstick dai richiami simil Gotthard e con Intoxication of Love caratterizzata da un ottimo ritornello al solito sorretto da un’ottima prova vocale.
Firefly grazie ad un indovinato giro di chitarra e ad un sound più solare segna l’ennesimo punto a favore per gli Homerun. Resta ancora il tempo per farci catturare dal tiro rock di Another Reason To e di concludere in bellezza con la bella e nettamente riuscita versione acustica di No More, da assaporare fino a chiusura del disco.

IN CONCLUSIONE

La voce di Matteo Albarelli è sicuramente il grande valore aggiunto di questo Black World.  Sarebbe riduttivo però chiudere la pratica Homerun con questa facile sentenza, in realtà con questo lavoro il gruppo dimostra di aver molte carte da giocare e di aver raggiunto una maturità artistica invidiabile.
Un album a tratti molto duro e a tratti molto malinconico che si discosta in parte da quanto proposto con il loro debutto Don’t Stop, ma che porta con se una maggior personalità ed una vena artistica più personale.
Basterebbe poi un pezzo come Princess of Time per consigliarne l’acquisto. Come già detto un piccolo capolavoro in grado di lasciare semplicemente senza fiato, ma in questo Black World ci sono ben 14 pezzi tutti di notevole qualità che si muovono su un territorio Hard Rock caro solitamente a band nordiche ma che gli Homerun fanno loro aggiungendo un’anima più intensa ed emozionale. Consigliato!

© 2011 – 2018, Denis Abello. All rights reserved.

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