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Recensione

84/100

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Hank Von Hell – Egomania – recensione

12 Novembre 2018 21 Commenti Stefano Gottardi

genere: Rock/Rock'n'Roll
anno: 2018
etichetta: Century Media

Tracklist:

1. Egomania
2. Pretty Decent Exposure
3. Blood
4. Dirty Money
5. Bum To Bum
6. Never Again
7. Bombwalk Chic
8. Wild Boy Blues
9. Too High
10. Adios (Where’s My Sombrero?)

Formazione:

Hank Von Hell – Voce
Cat Casino – Chitarra Solista
Major Sam – Chitarra Ritmica
Jean Genus – Basso
Dead Said Fred – Batteria

Ospiti:

Tor Forberg – Contrabbasso
Hakan Westlund – Violoncello
Joel Lindblom, Daniel Angebrand, Philip Daveby – Ottoni

Contatti:

https://www.hankvonhell.com/
https://www.facebook.com/HankVonHellOfficial/

 

Sono trascorse otto primavere da quando Hank Von Hell (aka Hank Von Helvete, al secolo Hans Erik Dyvik Husby) ha lasciato i Turbonegro dopo diciassette anni di onorato servizio, per provare ad uscire dai suoi problemi di droga che oggi sostiene di aver superato anche grazie all’aiuto di Scientology. Di lui da allora si sono un po’ perse le tracce, sebbene nel frattempo abbia dato alle stampe un disco con i Doctor Midnight & The Mercy Cult (supergruppo comprendente, fra gli altri, Tim Sköld), fatto il giudice ad Idol norvegese e pubblicato la sua autobiografia. Il suo comeback solista annunciato mesi fa ha colto tutti di sorpresa, visto che aveva abbandonato la scena dichiarando di non volervi più fare ritorno. Così come anticipato dal video di “Bum To Bum”, a cui ha preso parte anche Steve O, e dall’artwork di copertina, il paffutello singer scandinavo pare essersi lasciato il suo passato oscuro alle spalle, rinascendo in questa white version tutta da scoprire. Il digipack con un booklet privo di testi è un po’ deludente, anche se i riferimenti ai soliti vecchi argomenti non sembrano mancare (e sapete tutti quali sono).

Ma quel CD a specchio è troppo accattivante per non infilarlo al volo nello stereo e spararlo a volumi insensati! Appena attacca la title track si nota subito che, rispetto ai Turbonegro, è stato tolto un pelo di sporcizia (punk) e aggiunta una manciata di glitter (glam) alla proposta. Il pezzo scorre veloce, robusto e imponente, con un coro paraculo che fa immediatamente venir voglia di scapocciare, ma è la successiva “Pretty Decent Expsoure” a far alzare davvero il sopracciglio, riportando all’istante Von Hell ai fasti di Apocalypse Dudes. Si tratta di un up-tempo roccioso dal ritornello ammaliante, il classico brano che il suo vecchio gruppo non ha più scritto senza di lui. Roba da far sanguinare le orecchie ai fan più accaniti, ma non solo. Se questa è una perla, la sopraccitata “Bum To Bum” non è da meno e oltre a un refrain ficcante mostra un Cat Casino (Vain, Deathstars e Gemini Five le sue collaborazioni più note) in forma smagliante alla sei corde. Il chitarrista svedese co-firma anche tutte le composizioni, aggiungendo quel pizzico di rock and roll 80iano e festaiolo che rende il disco un piccolo bonbon. Individuati i picchi, bisogna riconoscere che nei trentacinque minuti di durata dell’album il materiale di qualità è comunque parecchio: ascoltate “Bombwalk Chic” o “Wild Boy Blues” e provate stare fermi, se siete capaci! È difficile trovare una canzone che venga voglia di skippare, forse l’unico pezzo davvero strano che esula un po’ dal contesto è quello posto in chiusura, “Adios (Where’s My Sombrero?)”, che parte lento ricordando vagamente qualcosa di Alice Cooper e poi esplode nel finale con un’accelerata à la Motörhead, ma arrivati a quel punto il pensiero che prevale è quello di far ripartire subito questo CD. Egomania è un album diretto, corto (nessun brano supera i quattro minuti di durata) e veloce, talmente veloce che scorre quasi in un battito di ciglia, ma che contiene al suo interno un lavoro curato sotto ad ogni aspetto e che dovrebbe fare la felicità di tutti quelli che hanno amato questo istrionico personaggio, da cui ora è lecito attendersi una carriera solista degna di quella della band madre.

IN CONCLUSIONE

A sorprendere in questo finale di 2018 è l’insospettabile Norvegia: dopo il clamoroso debut di Lizzy DeVine coi suoi The Cruel Intentions, è sempre dalla terra dei fiordi che arriva un’altra incredibile gemma rock and roll che è impossibile non consigliare!

© 2018, Stefano Gottardi. All rights reserved.

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