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Recensione

70/100

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Ted Poley – Modern Art – recensione

10 Ottobre 2018 23 Commenti Leonardo "Lovechaser" Mezzetti

genere: Aor
anno: 2018
etichetta: Indipendente

Tracklist:


01 New World
02 Gypsy at Heart
03 Bury Me
04 Out Of Control
05 Running For The Light
06 What Kind of Love
07 Time
08 The Devil To My Angel
09 I Know A Liar
10 Find Another Man
11 Wilderness

 

Ah Ted.. io sarò sempre uno dei tuoi più accaniti sostenitori, su questo non ci sono dubbi! A volte sento ancora esplodere dentro di me Rock America, o il malinconico intro tutto brividi di Don’t Walk Away. Sì, lo so, ragazzi, sono tempi perduti per sempre..

Ma anche senza farsi travolgere dalla nostalgia, nel desolato mare dell’Aor di adesso, con pochi mostri sacri rimasti “on fire” (Treat) e le nuove leve molto poco convincenti, io mi accontenterei anche di meno. Purtroppo, invece, devo ammettere che il caro Ted sta perdendo colpi! Già il precedente lavoro uscito nel 2016 era veramente trascurabile, ma soprattutto questo Modern Art rappresenta una profonda delusione.

Ted Poley, in assoluto tra i miei cinque cantanti preferiti, insieme ai Degreed, a mio parere una delle bands migliori di nuova generazione.. le mie aspettative su questo album erano decisamente alte. Ma ben presto, fin dai preview che hanno preso a circolare, è stato subito chiaro che eravamo lontano anni luce dai fasti del passato.

Perchè mi piace tanto Ted Poley? Perchè è unico nell’unire malinconia e spensieratezza nell’arco dello stesso pezzo. Sto parlando della stessa spensierata malinconia che risuonava nelle più belle ballads create negli Eighties, come inni alla vita di un’età dell’oro che andava spegnendosi per non ritornare mai più.

Ebbene, questa caratteristica Ted Poley l’ha sempre avuta, anche dopo che gli Eighties si erano spenti nelle folgori di una notte, e l’ha mantenuta anche nei suoi primi lavori solisti. Andate a riascoltarvi Waiting Line dall’album Smile e capirete cosa intendo.

Purtroppo non c’è nulla di tutto questo in Modern Art. Intendiamoci, si tratta di un lavoro comunque sufficiente, e possiede pezzi qua e là ascoltabili. Il migliore è senza dubbio Running For The Light, con una bella strofa ricca di barlumi del Ted che fu ma forse con un ritornello troppo mieloso. Gli altri pezzi, invece, non mi sono rimasti. L’impressione è che si faccia fatica a distinguere tra una traccia e l’altra e che i ritornelli siano veramente troppo simili uno all’altro.

E’ indubbio che Ted Poley stia vivendo un momento di appannamento. In fondo può succedere. Anche a Erik Martensson sta accadendo lo stesso. Non ha più la carica di Are You Ready To Rock, ma è un altro che da anni tira la carretta dell’Aor.

Io li aspetto ben presto entrambi sui livelli che sogno.. perchè l’Aor non sta vivendo un momento particolarmente brillante, e ha un estremo bisogno di loro.

© 2018, Leonardo “Lovechaser” Mezzetti. All rights reserved.

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