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17 Maggio 2018 1 Commento Denis Abello
intervista a cura di Mary Loki Hyde
Il venticinque aprile, carica di sogni e belle speranze, sono andata a intervistare i Crashdiet al Legend Club. Quanto segue è quanto sono riuscita a tirar fuori a Martin Sweet ed Eric Young.
Partiamo con la prima domanda:
MR.IT: Cosa vi ha spinto a scegliere Gabriel come cantante?
Eric: Non stavamo veramente cercando un cantante. Non pensavamo di riformarci ancora, ma siamo stati contattati da questo manager, Swen, e lui ha cominciato a cercare in zona potenziali cantanti. Mi ha mandato delle registrazioni di Gabriel e mi piaceva davvero la sua voce. L’ho fatto ascoltare agli altri, lo abbiamo incontrato e abbiamo cominciato subito a fare musica assieme.
Ci è sembrato che l’universo ci avesse mandato un segno.
Gabriel è veramente alla mano ed è piacevole lavorare con lui.
Abbiamo quattro album dei Crashdiet, che suonano in maniera abbastanza diversa fra di loro, a seconda del frontman che ha militato nei Crashdiet in quel periodo.
MR.it: Come pensate che i continui cambi di cantante abbiano influenzato la vostra musica? Come pensate Gabriel influenzerà questo nuovo lavoro?
Martin: penso che la voce di Gabriel sia in grado di ricoprire qualsiasi era dei Crashdiet, specialmente quella di Simon e David, anche se il suo periodo preferito è quello di ‘Unattractive Revolution’.
Sarà divertente, ne suoneremo un paio stasera. Non le suoniamo da un bel po’.
MR.IT: C’è una canzone del vostro repertorio in cui vi identificate maggiormente dopo tanto tempo? O magari una che non vi piace più?
Eric: Penso proprio sia Breaking The Chainz. È la mia canzone preferita, lo è sempre stata, adoro suonarla. Penso che sia una canzone che raccoglie l’essenza dei Crashdiet. Dal testo, ai riff, al mood, è una canzone che non mi stancherà mai e che avrà sempre quella ferocia che piace.
MR.IT: Come avete deciso di diventare musicisti? Cosa vi ha ispirato questo stile di vita.
Martin: Sicuramente gli Europe. Sono stati la prima band che ho ascoltato, ho iniziato a suonare la chitarra ascoltando il loro chitarrista, a 7 anni. Però, lavorare nell’ industria della musica è una cosa completamente diversa. È stato uno step successivo quello, quando ho veramente fatto uno sforzo per lavorare come musicista e renderlo qualcosa di più di una semplice passione.
Eric: Non credo di avere esattamente una band che mi abbia ispirato. In realtà la mia scoperta è avvenuta ai tempi della scuola, ho seguito i miei amici che prendevano lezioni di sassofono.
Quindi mi sono seduto e l’insegnante mi ha guardato: ‘Oh, abbiamo un nuovo batterista!’ ha detto, mi ha fatto sedere alla batteria e mi ha mostrato qualcosa di basilare e l’ho replicato.
Lui era molto contento ‘sei proprio bravo, sai?’. È quindi ho iniziato a suonare la batteria.
Più avanti ho scoperto la chitarra, con cui mi sono trovato a mio agio ugualmente. Ho cominciato a replicare tutto quello che ascoltavo dai miei artisti preferiti, che si tempi erano Nirvana, Metallica e Pantera.
MR.IT: I Crashdiet hanno sicuramente spinto l’ondata di sleaze revival nata in Svezia nei primi duemila. Cosa potete raccontarci di quel periodo?
Eric: Ricordo che in realtà l’ascesa dei The Darkness ha segnato veramente l’inizio di un rock post duemila. All’improvviso era di nuovo fico truccarsi e suonare glam rock.
Martin: Sì, non ho mai veramente ascoltato i The Darkness, ma ricordo che in quel periodo le case discografiche cercavano qualsiasi cosa li ricordasse. Hanno fatto suonare un campanello d’ allarme e tutti volevano band sul genere.
Poi anche gli Hardcore Superstar sicuramente. Ma non saprei dirti chi è stato il primo.
Eric: In quegli anni c’era un contesto molto frizzante, molte band che suonavano questo genere, e soprattutto una grande richiesta. È stato un po’ risucchiante. Non come negli anni novanta, dove nessuno curava per nulla il proprio aspetto sul palco. Penso che le persone volessero vedere di nuovo ragazzi truccati sul palco, lo abbiamo fatto, e abbiamo avuto la fortuna di avere successo. Avevamo dei buoni pezzi e li abbiamo mandati all’Universal ed è stato come buttare benzina sul fuoco. Esplosivo.
MR.IT: Potete anticiparci qualcosa sul rilascio del prossimo album?
Martin: Abbiamo questa fantasia di riuscire a farlo uscire quest’anno, ma temo rimarrà una fantasia. Un album richiede molto tempo e ancora stiamo scrivendo canzoni. Magari verso la prima parte dell’anno prossimo.
Eric: sicuramente non domani! (Ridono) sai, in Svezia abbiamo un detto: ‘Chi aspetta per qualcosa di buono, non attenderà mai troppo a lungo’. Con questo non voglio dire ai fan che aspetteranno troppo, ma non saranno delusi.
Spiego ai Crashdiet che divido sempre le mie interviste a metà, la parte seria e quella più cazzona (si può dire cazzona?)
MR.IT: C’è una domanda che avreste sempre voluto ricevere in un intervista? Qual è la risposta?
Mi guardano smarriti
Eric e Martin: è una buona domanda! (Non rivelerò loro che non è farina del mio sacco)
Eric: Beh, nessuno mi ha mai chiesto niente a proposito del mio look e del mio make up. La risposta è: mia mamma.
MR.IT: C’è un episodio divertente delle vostre scorribande che volete raccontare ai vostri fans?
Eric: memorie del tour.
Sai sembra un cliché ma gli episodi belli non li ricordi mai, perché eri troppo ubriaco per ricordarle. Puoi chiederlo a chiunque, ma se è in grado di rispondere a questa domanda è perché sta inventando la risposta. Una volta ricordo che ci siamo fermati in un piccolo paese in Europa, e nella rotonda al centro del paese avevano una scultura formata da lettere di pietra, il nome della città. Probabilmente pesavano 150 chili l’una. E, non so chi ha avuto l’idea, ma è stato proposto di prendere una di queste lettere e portarla sul bus. Così abbiamo cominciato a spingere tutti assieme, ma fortunatamente non ci siamo riusciti, perché il tour manager ci ha fermato intimandoci di rimettere a posto la lettera.
MR.IT: Leggendo qualche vostra vecchia intervista ho letto che siete davvero degli animali da festa! Quali locali o feste ci suggerite a Stoccolma?
Martin: Beh, di veramente fighi ce ne sono due! Herby James…
Eric: e Anchor Pub! Questi sono i migliori posti in tutta Stoccolma! Sbronza garantita!
(Ridono)
MR.IT: Quali sono le canzoni che ascoltate di più in questo periodo?
Martin: direi i Ghost, ‘Rats’. Mi piace molto. E adoro veramente la funzione ‘scopri’ di Spotify. Di solito utilizzo quella e ascolto quello che mi propone. Spesso band che non avevo mai sentito, ho scoperto molti gruppi Death Metal.
MR.IT: C’è un’artista con cui vorreste collaborare musicalmente?
Martin: un producer, si chiama Desmond Child. È sempre stato il nostro sogno. È come una macchina-produci-hit. Un grande artista.
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