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Recensione

68/100

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Reach – The Great Divine – recensione

03 Marzo 2018 4 Commenti Giulio Burato

genere: Melodic Modern Rock
anno: 2018
etichetta: Sun Hill Production

Tracklist:

1. Into Tomorrow
2. The Great Divine
3. Live or Die
4. Nightmare
5. Off the Edge
6. One Life
7. Running on Empty
8. Shame
9. You Say
10. River Deep

Formazione:

Ludvig Turner (Guitars & Vocals)
Marcus Johansson (Drums)
Soufian Ma’Aoui (Bass)

Contatti:

www.facebook.com/reachofficialsweden
www.reachofficial.com

 

Ritornano i Reach con un nuovo album; esce sotto Sun Hill Production a tre anni di distanza dall’esordio discografico “Reach out to rock” (qui la recensione) e da alcuni singoli di buon appeal come “black lady” e la cover di “wake me up” degli Avicii.
il nuovo full-lenght scaturisce da un riasetto della band in cui non sono piu’ presenti David Jones al basso ed il vocalist Alex Waghorn.
il new trio si compone ora da Ludvig Tuner alla voce/chitarra, da Marcus Johanssson dietro le pelli, entrambi presenti nella prima line-up, da Soufian Ma’aoui al basso (houston) e si avvale della collaborazione di Tobias Lindell (europe, avatar) al mixer e di Jona Tee (h.e.a.t.) come produttore.
il materiale è composto da dieci canzoni scritte e cantate da Ludvig Turner; le registrazioni sono state effettuate al rocksta sound studio di stoccolma.

The great divine” parte con alcuni punti interrogativi: l’inevitabile scalino da oltresorpassare causato dal cambio alla voce principale, cosa che personalmente faccio fatica ad assimilare, e da un sound con sfumature maggiormente cupe seppure rimanendo sul filone del rock moderno.
Si parte dalla promettente “into tomorrow”, con un riff inziale che ricorda gli eclipse. si passa poi al primo singolo “the great divine”, cadenzato, di buona presa e che abrraccia idealmente lo stile degli ultimi h.e.a.t. sentori di the rasmus nella successiva e ruvida “live or die”.
La spettrale “nightmare” , assieme a “shame”, strizzano l’occhiolino ai tedeschi darkhaus . Le successive “off the edge” e la catchy “one life” percorrono terreni rock-aor .
Un intro che richiama i foo fighters da il via a “running on empty” , canzone easy listening. il secondo singolo “you say”, dall’impostazione modern, e la prolissa ed oscura “river deep” concludono la scaletta.

IN CONCLUSIONE

I Reach tornano sul mercato con una nuova line-up ed un sound che vira rispetto all strada percorsa nell’esordio discografico. il risultato che ne esce è un combinazione di buone canzoni modern alternate con canzoni , a volte, cupe e ad altre di impostazione rock.
Al buon lavoro di Ludvig in fase di stesura e di cantato fa da contraltare questo mix di generi, dissimili tra loro, che lascia un po spiazzati.
Rimandati ad una “reach…erca” musicale piu’ equilibrata.

© 2018, Giulio Burato. All rights reserved.

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