Recensione

Downes Braide Association – Skyscraper Souls – Recensione

28 Novembre 2017 11 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Power Pop / Prog Rock
anno: 2017
etichetta: X2X Records/Cherry Red

Il super-duo composto da Geoff Downes & Chris Braide, conosciuto come Downes Braide Association (DBA), ha pubblicato il suo nuovo e terzo album Skyscraper Souls il 17 novembre tramite la propria label X2X Records, con distribuzione Cherry Red.

Interamente co-scritto dai due artisti, il disco contiene ancora le caratteristiche melodie power pop ariose e ottantiane del suo predecessore Suburban Ghosts (2015), riconfermando anche quel tocco techno-AOR che è da sempre caratteristica del progetto, e del mood compositivo di Downes. In aggiunta a questo troviamo però un rinnovato gusto progressive, sullo stile degli Yes e degli Asia, che porta a cambi di tempo frequenti e a grandi aperture strumentali, quest’ultime dominate dagli arrangiamenti dello stesso Downes e dalla chitarra eccellente di Braide. Conseguenza di ciò diventa allora l’ingresso in gruppo in pianta stabile di due ottimi musicisti come Ash Soan alla batteria e Andy Hodge al basso, ma anche la partecipazione di Marc Almond, Andy Partridge e Kate Pierson nelle vesti di ospiti, che favoriscono di molto lo sviluppo di questo differente sound e della maggiore varietà del platter.

Un bellissimo lavoro di scrittura porta così a nove brani complessi e ricercati, che si avvalorano di testi molto ispirati per dare ulteriore enfasi alle proprie atmosfere e melodie. Ne è un esempio la sensazionale opener Prelude che, in soli due minuti, ci immerge immediatamente nel sound etereo del disco con un magnifico piano-voce dal grande tasso emotivo, che apre perfettamente alla traccia simbolo del platter, la title track Skyscraper Souls, una magistrale suite di 18 minuti tra progressive e AOR, che si eleva di fatto a migliore e più elaborato componimento del lotto, e forse della carriera del gruppo.

Ma non è finita qui! Glacier Girl è un’altra canzone concepita per emozionare l’ascoltatore attraverso l’unione tra le tastiere delicate di Downes e la bellissima voce di Braide, a cui segue una Angel On Your Shoulder in perfetto stile Asia, ricca di groove e perfettamente arrangiata. Tomorrow, che vede la partecipazione di David Longdon (Big Big Train), ha altri rimandi al prog rock anni ottanta, mentre Lighthouse spinge verso il power-pop attraverso i ricami e gli echi delle sue tastiere e chitarre. Infine, Skin Deep suona come un brano intimo e notturno, lento e solitario, ben collegato a una Darker Times ancora soffice, ricca di pathos e di echi strumentali, e alla breve traccia di chiusura Finale che si ricollega, come in perfetto concept, al sound della canzone di apertura.

IN CONCLUSIONE

Ancora una volta differente dalle altre produzioni presenti sul mercato, il nuovo disco della Downes Braide Association colpisce nel segno con le sue particolari sonorità, ora arricchite da nuove influenze progressive.

L’ascoltatore si sentirà parte integrante di un viaggio sonoro entusiasmante e ricco di emozioni che, chiusi gli occhi, splancherà davanti a lui, o a lei, i più incantavoli panorami. Bellissimo.

© 2017, Iacopo Mezzano. All rights reserved.