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Recensione

75/100

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Nickelback – Feed The Machine – recensione

04 Luglio 2017 10 Commenti Giulio Burato

genere: Modern Rock
anno: 2017
etichetta: BMG Music

Tracklist:

01. Feed the Machine
02. Coin For The Ferryman
03. Song on Fire
04. Must Be Nice
05. After The Rain
06. For The River
07. Home
08. The Betrayal (act III)
09. Silent Majority
10. Every Time We're Together
11. The Betrayal (act I)

Formazione:

Chad Kroeger – voce, chitarra
Ryan Peake – chitarra, tastiera, cori
Mike Kroeger – basso
Daniel Adair – batteria, cori

Contatti:

https://www.facebook.com/Nickelback
http://www.nickelback.com/

 

Credo sia doveroso partire da lui, Chad Kroeger, voce calda e carismatica dei Nickelback, voce che negli ultimi anni ha avuto diverse vicissitudini, leader di una band che ha spesso diviso il mondo degli estimatori del rock. Con un look da “bravo ragazzo”, Chad ritorna finalmente in pista con la sua “macchina nord-americana, alimentata” da nuova linfa vitale e con tanta voglia di lasciarsi dietro un gran brutto periodo. Ecco dunque il nono capitolo dei quattro canadesi intitolato (appunto) “Feed The Machine” che esce sotto BMG music, quattro anni dopo a “No Fixed Address”, a mio avviso, il più disarmante capitolo della loro storia, ricca, a livello di vendite, di numeri da altri tempi.
Sono ormai passati anni luce dagli esordi (“Curb” e “The State”), dove il post- grunge la faceva da padrone, come ormai sono lontani gli anni in cui il gruppo sfornava Hit a livello planetario e in maniera continuativa come “How You Remind Me” (primo singolo spartiacque verso il successo) e “Someday”, solo per citarne due.

Oggi si riparte sulla falsa riga “apocalittica” di “Edge of a Revolution”, del precedente e deludente album, con la title-track, primo singolo con video “fantascientifico”, dove si respira l’aria di chi comunque vuol tornare a pestare su un acceleratore che sembrava arrugginito. Il cambio di aria continua nella successiva “Coin for the Ferryman”, brano che per impostazione strizza l’occhiolino, giusto per fare un esempio, a “Next Contestant” (“All the Right Reason” album).
Prendiamo in mano gli accendini, anzi ai tempi odierni, gli smartphones, in modalità torcia; ecco uno dei marchi di fabbrica della band: la power ballad. “Song On Fire” è una canzone che non entrerà nella categoria dell’originalità ma, un pò di pelle d’oca, a me, affiora quando entra la distorsione nel ritornello. Deja-vu positivo.
Quarto capitolo a nome “Must Be Nice”, potente nella chitarre; confezionata per il mainstream con un ritornello facilmente assimilabile e con un discreto assolo da parte del bravo Ryan Peake. Con la successiva “After the Rain” torniamo nei sentieri cari ai canadesi; una semi-ballad con un coretto semplice ed immediato da recepire.
For the River” invece è potente ed elettrica, sostenuta da un buon riff cadenzato ma ha un retrogusto “abusato” già in precedenti album. La successiva “Home” è un mid-tempo leggero dove la voce di Chad torna ad ergersi da protagonista.
Passiamo poi ad una delle sorprese più riuscite di questo “Feed The Machine”: l’ottava traccia. “The Betrayal – Act III” è una canzone che parte in acustico e diventa contemporaneamente moderna e molto dura rispetto agli standard dei canadesi. Con “Silent Majority” ci si rituffa nella melodia; si parte con un bell’attacco e si procede col basso pulsante di Mike Kroeger in combinato con la batteria di Daniel Adair a sancire una canzone che ha un format tipico dei Nickelback. Stesso medesimo format per la penultima traccia “Every Time We’re togheter”, canzone riconoscibile dopo 3 note in una “Sarabanda” americana. Chiusura in bellezza con il fraseggio di chitarra “The Betrayal – Act I

IN CONCLUSIONE

Tornano i Nickelback e torna, in buonissima forma, anche Chad Kroeger dopo i problemi alle corde vocali. L’album consolida, se ancora ce ne fosse bisogno, il loro trade-mark fatto di chitarre potenti e moderne e di una produzione patinata costruita per grandi platee.
“Feed The Machine” (azzeccata la copertina) potrebbe idealmente incastrarsi tra i precedenti due album, cercando di prendere qualche spunto da quelli di maggior successo. Non sarà un capolavoro della loro discografia ma un piccolo colpo di coda è stato sferrato: vedremo se le “prede ascoltatrici” saranno colpite.

© 2017, Giulio Burato. All rights reserved.

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