Registrati gratuitamente a Melodicrock.it! Potrai commentare le news e le recensioni, metterti in contatto con gli altri utenti del sito e sfruttare tutte le potenzialità della tua area personale.
effettua il Login con il tuo utente e password oppure registrati al sito di Melodic Rock Italia!
12 Febbraio 2017 2 Commenti Iacopo Mezzano
genere: Hard Rock
anno: 2017
etichetta: Nuclear Blast
Tracklist:
1. Heavy Fire 4:28
2. When The Night Comes In 3:16
3. Dancing With The Wrong Girl 3:21
4. Who Rides The Tiger 4:20
5. Cold War Love 4:05
6. Testify Or Say Goodbye 4:17
7. Thinking About You Could Get Me Killed 3:38
8. True Blue Kid 4:17
9. Ticket To Rise 4:38
10. Letting Go Of Me 3:44
Formazione:
Ricky Warwick – voce
Scott Gorham – chitarra
Damon Johnson – chitarra
Robbie Crane – basso
Jimmy DeGrasso – batteria
Sempre meglio.
Basterebbe l’unione di queste due parole per riassumere alla perfezione tutti i possibili discorsi relativi alla nuova produzione di casa Black Star Riders. Infatti Heavy Fire, il nuovo album del gruppo uscito qualche giorno fa per la major Nuclear Blast, riesce ad andare oltre al già ottimo The Killer Instinct del 2015, candidandosi già, e seriamente, per la palma di migliore release hard rock del nuovo anno.
Ma andiamo per ordine. Dopo un esordio discografico che per la critica era fin troppo derivativo del loro sound madre (quello dei leggedari Thin Lizzy di Phil Lynott, da cui questa line-up ha origine), i Black Star Riders hanno lavorato ad una evoluzione sonora che ha portato un secondo album di matrice sì thinlizzyiana, ma finalmente forte di spunti personali e di una sfrontatezza che lo allontanavano sempre più dalle basi di partenza. Ora, con Heavy Fire questo divario appare ancora più netto, e la complicità dei diversi componenti appare tale da permettere persino a quel mito vivente di Scott Gorham di gettarsi in riff lontani dalla sua solita stilistica, come ci dimostra anche la traccia “metallosa” Who Rides The Tiger. E Ricky Warwick, wow, sale in cattedra come solo i grandi frontman sanno fare, ed è micidiale in ogni singola occasione, sia questa una canzone squisitamente hard rock, che richiede il suo timbro più aggressivo e grintoso, o una ballad melodica, che lo vede levigato e intonato come pochi. Impossibile poi non tessere le lodi anche di un bravissimo Damon Johnson alla seconda chitarra solista, o di un duo ritmico come quello formato da Robbie Crane al basso e Jimmy DeGrasso alla batteria che, merito anche dell’ottima produzione in studio, tirano su un muro sonoro che ce ne fossero. Insomma, I Black Star Riders non sono più una meteora o un progetto (se mai lo fossero stati), e non sono neppure più una costola dei Thin Lizzy. No, sono una band a tutti gli effetti, e di quelle più cazzute.
E perciò assaporiamoli questi dieci monumenti di hard rock come si deve, vecchia maniera e mai ripetitivo, qua e là moderno, ma con stile e tanto gusto. Parte prima di tutte la title track Heavy Fire, che ci riporta esattamente là dove ci eravamo lasciati due anni fa. Il sound è rock fino al midollo, dritto in faccia, spassoso all’ascolto, e il refrain (qui come nella seguente e strutturalmente analoga When The Night Comes In) è tutto da cantare. Dancing With The Wrong Girl suona diversamente più musicale e vicina al marchio Thin Lizzy, e se Who Rides The Tiger è invece metallica o hard ‘n’ heavy sullo stile dei Dio, Cold War Love ha la forma di una mid-tempo di grande intensità emotiva, perfettamente interpretata dal gruppo tutto, ma da Warwick in particolare.
Un inchino poi per Testify Or Say Goodbye, la migliore traccia scritta dal gruppo dalla sua fondazione ad oggi (guardatevi il video qui a sinistra per crederci), e per il ritmo frizzante e pulsante, sicuramente accattivante, della originale Thinking About You Could Get Me Killed. Note di hard rock classico anni settanta colorano infine la riuscita True Blue Kid, una traccia di grande stile e carisma, prima che il groove energico di Ticket To Rise e della bombastica canzone finale Letting Go Of Me decretino la fine di un disco da ascoltare dall’inizio alla fine, senza un calo o un attimo di respiro.
IN CONCLUSIONE
Heavy Fire è un platter davvero bello, così emozionante da capo a fondo da farci letteralmente dimenticare dell’esistenza di un tastino (spesso, ahimè, fin troppo usato) chiamato skip.
In ambito hard rock tradizionale, i Black Star Riders siglano una riconferma pazzesca, per un album che sarà certamente citato come uno dei top di questo 2017.
© 2017, Iacopo Mezzano. All rights reserved.
Devi essere registrato e loggato sul sito per poter leggere o commentare gli Articoli