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11 Gennaio 2017 1 Commento Denis Abello
genere: Hard Rock / Melodic Rock
anno: 2016
etichetta: Street Symphonies Records
Tracklist:
1. Night Hunter
2. Forged By The Pain
3. Liar
4. Self Destruction Blues
5. Heartblame
6. Run
7. Prayer For An Angel
8. Dont Leave Me Alone
9. The Beat Of My Heart
Formazione:
Daniel Gazzoli: Chitarra, basso, Sinth e cori
Leonardo F. Guillan: Voce e cori
Luke Ferraresi: Batteria
Luca Zannoni: Tastiere
Nome nuovo sotto il cielo dell’Hard Rock e Melodic Rock quello di Daniel Gazzoli che firma con la piccola, ma sempre più valida, Street Symphonies Records per il rilascio del suo primo lavoro Night Hunter a nome, appunto, Daniel Gazzoli Project.
Chitarrista e songwriter, Daniel si prefigge con questo Night Hunter il non facile compito di dare lustro al periodo d’oro del genere (gli anni ’80) proponendo nove pezzi che nell’intento dovrebbero affondare le radici proprio nel florido terreno di quell’epoca a tratti irripetibile… il primo pensiero che mi viene in mente riguarda queste “belle parole” che abbiamo già sentito ben più di una volta e che messe poi in bocca di un, finora, nome abbastanza sconosciuto come quello di Daniel Gazzoli non mi hanno fatto sulle prime proprio vibrare di eccitazione… e quanto mi sbagliavo!
La prima avvisaglia di essere di fronte a qualcosa di valido lo si può capire già dando un’occhiata alla formazione messa in piedi dal buon Daniel che vede Leonardo F. Guillan alla voce, che nel suo curriculum vanta comunque tributi ai Whitesnake e Bryan Adams nonchè una piccola parentesi con la melodic rock band Soul Seller, Luca Ferarresi, già con i Perfect View, alla batteria ed infine Luca Zannoni alle tastiere…
… ma il vero punto di forza di questo Night Hunter sono i pezzi che per la maggior parte dell’album propongono scelte melodiche e arrangiamenti riusciti e brillanti. Si inizia con l’epico hard rock della titletrack Night Hunter in cui la melodia sorretta da cori di chiara matrice ’80 centra il bersaglio in pieno. Pezzo che si insinua da subito nella testa grazie anche alla bravura alla chitarra di Daniel e all’ottima caratterizzazione donata dalla bella voce di Leo F. Guillan a cui si può forse, a voler essere pignoli, trovare l’unico neo di un accento italiano abbastanza marcato… ma per anni abbiamo vissuto di hard rock dall’accento “crucco” e quindi un po’ di sano patriottismo ora ci sta! 🙂
Parlando di “territorio tedesco” la successiva Forged By The Pain ci porta proprio su territori hard rock, ma quasi metal, tipici di quel paese. Netto balzo nell’AOR ottantiano più classico con la bella Liar, che ancora una volta mette in mostra la duttilità della band, il songwriting ispirato di Daniel e porta il valore aggiunto di un ottimo inserimento delle tastiere.
Venature Blues colorano le note di Self Desctruction Blues e portano di volata verso un altro centro in puro stile melodic rock anni ’80 a titolo Hertblame che riprende, come già fatto dall’iniziale Night Hunter, un sound hard rock epico e fiero da action movie degli anni ’80. Bellissimo il ritornello e ancora una volta bella prova alla voce per Guillan!
Giro nello sleaze di inizi anni ’80 con la successiva Run dove le protagoniste sono ancora tastiere e chitarre.
Prayer For An Angel è la bella ballata del lotto. Struggente come lo deve essere un pezzo giocato su piano, voce e chitarra acustica… l’inserto piano / voce a circa 1.30 del pezzo che rilancia sulla chitarra è un vero tocco di classe! Parlavamo di songwriting ispirato?
Due pezzi alla chiusura, e anche Don’t Leave Me Alone, che incrocia quasi uno stile alla Magnum con un sound più grezzo e tirato, fa centro così come il semi Heavy Metal di The Beat Of My Heart; Roba da pugnetto al cielo, petto villoso e gilet di pelle!
IN CONCLUSIONE
Mi tolgo subito il pensiero, avrei gradito due pezzi in più al lotto presentato… già… sono partito diffidente, ma arrivato alla fine ne avrei preso ancora. 🙂 Detto questo, oltre ad un songwriting veramente ottimo, Daniel è stato in grado di scegliere anche i giusti elementi della band per questa sua prima opera, elementi che uniti alla bravura del chitarrista hanno saputo valorizzare al meglio i pezzi.
Infatti questo Night Hunter, pur presentando a mio parere qualche piccolo difetto (produzione sempre molto diretta e tagliente mentre magari per i pezzi più AOR avrei preferito un suono più pieno e arioso, “solo” 9 pezzi e l’accento italiano di Leo che comunque si fa sentire… ma diciamocelo, più che difetti sono pareri o note che è giusto però far notare), ha l’indubbio valore di giocare su pezzi nettamente ispirati e vari il che ti porta a conclusione dell’album con estrema facilità e ti regala una bella esperienza di ascolto lasciando quella positiva sensazione di “ma è già finito?“. Per fortuna si può sempre premere “play” e ripartire.
© 2017, Denis Abello. All rights reserved.
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