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29 Dicembre 2016 1 Commento Matteo Trevisini
genere: Soft Rock - Pop Rock
anno: 2016
etichetta: Frontiers Music
Tracklist:
01.Dog On A Bone
02.Runaway
03. Back In Time
04. She Makes It Harder
05. Rockabye Dreamland
06. Devil of Shakespeare (Feat. J.Lane and J.Young)
07. Radio
08. Good Love
09. Round and Round
10. Nothing.mp3
11. Backstreet Kids
12. One More Hit
Formazione:
Chip Z’nuff – Singer, electric bass, guitar
Tony Fennell – Electric guitar, vox
Tory Stoffregen – Lead guitar, vox
Erik Donner – Drums, percussion, vox
A volte le apparenze ingannano e, ad un occhio disattento, le foto degli Enuff Z’Nuff di Chicago, a cavallo tra gli ’80 e ’90, erano un concentrato massimo dei luoghi comuni per cui il glam, l’arena rock o come accidente vogliate chiamarlo era tanto odiato da tutti coloro che non si professavano fans accaniti del genere. Caspita però se le apparenze ingannano alle volte !! La band capitanata da Donnie Vie e Chip Z’Nuff, dietro a quell’immagine costruita per vendere dischi in un epoca dove la lacca ed il rossetto erano sopravvivenza, aveva due palle grosse come mongolfiere ed era un incrocio deliziosamente originale tra le melodie dei Beatles e l’energia dei Cheap Trick.
Questa è stata la maledizione per la band di Chicago che pur sfornando dischi e canzoni di qualità sempre elevata non vennero mai presi seriamente, venendo relegati a damerini di seconda categoria del circo pailettes e lustrini… naturalmente niente di più sbagliato!
Sono passati più di 27 anni dal debutto omonimo, da Mtv, dai dischi d’oro e dai singoli in “heavy rotation” come “New Thing” o “Fly High Michelle,” da una carriera continuata con album ottimi come Strength (1991) e l’ultimo su major, Animals with Human Intelligence (1993). Poi è arrivato il grunge, i tempi sono cambiati ma loro non hanno mai mollato nemmeno in tempi di magra, pubblicando sempre lavori zeppi di canzoni fantastiche ascoltate da pochi aficionados.
Cambi di line-up, abbandoni improvvisi, problemi di droga, la morte di Derek Frigo, quella del batterista Ricky Parent……..tra tutte queste raffiche di vento, la loro storia recente è cosparsa da album ottimi come Tweaked e Seven a metà anni ’90 e album comunque divertenti come Welcome to Blue Island ad inizio millennio: nonostante tutte le intemperie la band si è sempre distinta producendo musica di qualità.
Ora anche loro vengono messi sotto contratto da una sempre più vorace Frontiers che li fa debuttare con questo Clowns Lounge, una raccolta di vecchi demo (…alcuni si possono addirittura definire antichi!) rispolverati e rimessi a nuovo.
I problemi di salute e la carriera solista hanno lasciato fuori dalla partita una delle due colonne storiche, quel Donnie Vie che ha preferito restare al di fuori del comeback della band americana. Assenti dal 2009, dopo l’ottimo Dissonance, gli Enuff Z’Nuff hanno preferito fare la pulizia delle cantine aprendo gli scrigni e rispolverando vecchi demo del periodo 1988-89.
Chi ama le classiche sonorità in bilico tra Inghilterra e Stati Uniti, da sempre marchio di fabbrica degli Enuff Z’Nuff, non rimarrà deluso ascoltando Dog On A Bone, Runaway oppure Back In Time dove tutto il “flavour” melodico tipico della band di Chicago fuoriesce con genuina irruenza. Sostenuta e circolare risulta la psichedelica She Makes It Harder, sicuramente una delle canzoni qualitativamente più elevate dell’intera raccolta.
Cosa dire di Rockabye Dreamland ? Una canzone Enuff Z’Nuff al 110 %, nelle melodie e nelle costruzioni vocali che renderebbe orgoglioso John Lennon in persona (…e forse perfino l’incontentabile Yoko Ono!): non c’è trucco, non c’è inganno… qua gli Enuff Z’Nuff emanano l’amore per i “Fab Four” in un modo genuinamente delizioso.
Ogni tanto i “guest” fanno bene e alle volte no… The Devil Of Shakespeare ne è l’esempio, annoverando tra gli ospiti il mai dimenticato Jani Lane (ex leader dei Warrant) e alla chitarra JamesYoung degli Styx: purtroppo in questo caso non c’è nessun giovamento in un brano che resta traballante a livello di arrangiamenti e alquanto inutile.
La vena più hard rock la band la tira fuori con il coro ammiccante di Radio, le melodie anni ’80 di Good Luv e l’energica Round And Round che dimostrano lo stato di grazia della band a livello di scrittura nel biennio 88/89.
Le conclusive Nothing, Backstreet Kids e One More Hit sono tre brani che non aggiungono nulla al disco, pur avendo l’inprinting classico della band dell’Illinois, e restano solamente dei buoni filler che scivolano bene (…ma comunque scivolano!).
IN CONCLUSIONE
Fedeli alla regola aurea che gli Enuff Z’Nuff non abbiano mai fatto un brutto disco (…alcuni discreti a cavallo tra i due millenni…ma sempre con classe!) anche questa volta la band fa vedere come si pubblica un album di “scartini” come Dio comanda, confezionando un album godibile dall’inizio alla fine nonostante le differenze sostanziali tra le varie sessions qui presenti che fa perdere omogeneità al disco.
Comunque Clowns Lounge è una raccolta di demo vecchi ma rielaborati e riregistrati dalla nuova line-up con piglio moderno e senza perdere di un’oncia l’atmosfera del periodo in cui sono state create… non è cosa da poco!
© 2016 – 2017, Matteo Trevisini. All rights reserved.
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