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03 Settembre 2016 Comment Iacopo Mezzano
genere: Pop Rock / Classic Rock
anno: 2016
etichetta: Echo XS
Tracklist:
I’m Coming Home
Angels Of The New Millennium
Pop Star
No Promises
Call On Me
I’ve Heard The Truth Before
I’d Change Everything
This Side Of Town
Libertine
Why You Want To Keep On Lovin’ Me
Pick Yourself Up
It’s What I Have To Do
Turn It Around
Formazione:
Billy Livesay - Guitar, Lead vocals
Jorge Laplume - Bass
Eddie Zyne - Drums
Victor "Cuqui" Berrios - Hammond B3 Organ, Vocals
Il cantante, compositore, chitarrista Billy Livesay (conosciuto per il suo lavoro con il sassofonista di Bruce Sprignsteen, il compianto Clarence Clemons) e la sua band The Livesays pubblicheranno il 3 ottobre il loro nuovo album Hold On… Life Is Calling per la label Echo XS.
Nonostante una copertina abbastanza rudimentale e il supporto di una label tutt’altro che conosciuta, è piacevole constatare come questo lavoro del gruppo suoni davvero bene e sia supportato da un lavoro in studio di prim’ordine, che porta a suoni molto ben registrati e arrangiati. L’ascoltatore può così immergersi in un ascolto di indubbia qualità, per un pop rock melodico dalle radici classiche e dalle sfumature (qua e là) bluesy che sa colpire nel segno con la sua musicalità e i suoi ottimi ritornelli. Impressiona a riguardo la prova tecnica dei musicisti, tutti turnisti o strumentisti molto affermati nella scena Floridiana, con particolare menzione per il groove del bassista Jorge Laplume e il drumming eccellente di Eddie Zyne, supportati dallo stile old-school del tappeto sonoro dell’hammond di Victor “Cuqui” Berrios.
Protagonista assoluto dell’opera è però lo stesso Livesay, autore di un cantato molto espressivo, con quella sua voce melodica che sa di vissuto e che ben si sposa con la sua chitarra corposa nel riffing, e vera leader della basi musicali con il suo suono maturo e i suoi succulenti effetti. Strano davvero che un musicista di questa portata abbia fatto una carriera di secondo piano.
Hold On… Life Is Calling è così un album che vive di emozioni, merito di un songwriting vario ed espressivo, davvero solido ed ispirato. In definitiva, si parte con l’ottima opener I’m Coming Home, che strizza l’occhio all’energia rock della Little River Band, e si arriva alla conclusiva e springsteeniana Turn It Around senza essersi praticamente resi conto del tempo trascorso. Questo in virtù della totale assenza di un filler che sia uno, fatto che permette di vivere un ascolto sempre di alto livello, che non ci si stanca di rifare anche in modo ripetuto.
A riguardo, eccellenti si mostrano tracce come la commerciale Pop Star, le melodiche No Promises e Call On Me, il folk americano di This Side Of Town, e ancora il rock più deciso di Why You Want To Keep On Lovin’ Me e Pick Yourself Up, con la ballad rock It’s What I Have To Do che chiude il cerchio su un platter capace di avere un senso logico anche cambiando, brano dopo brano, le sue sonorità, finendo per toccare i più molteplici generi del rock.
IN CONCLUSIONE
Voglio ripetere quanto accennato in precedenza: non commettete l’errore madornale di andare oltre a questa release solo perchè non ne conoscete gli interpreti. Date una chance di ascolto ai The Livesays, e vi giuro che non ne rimarrete delusi!
Hold On… Life Is Calling è uno dei dischi caldi di questo 2016. Non mi stupirei se facesse capolino in più di una classifica di fine anno, specie in quelle degli amanti del rock classico farcito di melodie ariose, emozioni e testi ispirati.
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