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19 Luglio 2016 1 Commento Iacopo Mezzano
C’è qualcosa di magico nell’aria ogni volta che il palco de l’Arena Del Mare di Genova apre i battenti al grande rock internazionale. Sarà la bellezza del luogo, con il palco posto a due metri da una banchina del porto sfiorata dalle gigantesche navi da crociera, con la brezza a rinfrescare la pelle assolata della gente mentre il tramonto e poi la notte colorano immagini d’artista negli occhi degli spettatori. Sarà l’amore innato che ho per la mia città, o sarà un insieme di fattori alla fine sconosciuti, non lo so. Resta il fatto che, ogni anno, riesco a godere qui e solo qui di emozioni musicali uniche nel loro genere.
Quest’anno tocca ai leggendari Deep Purple, accompagnati dagli special guest Toseland, ritagliarsi un posto nel mio cuore grazie a un concerto, strepitoso, suonato alle 21 e qualcosa di una scomoda notte lavorativa di luglio (un martedì), ma seguito da un record di spettatori (per l’evento) che ad occhio superava sicuramente le due-tremila presenze. Così Ian Gillan, Steve Morse, Don Airey, Roger Glover e Ian Paice hanno potuto festeggiare con il pubblico genovese un’altra grande tappa della loro storia, accolti con il grande calore che solo le grandi formazioni che hanno fatto la storia del nostro genere sanno ricevere dai propri fans. Merito questo certamente loro, perchè sono stati in grado di mantenersi integri nel tempo (nonostante gli, ahimè, dovuti cambi di formazione che tutti noi conosciamo, e l’invecchiamento che colpisce prima o poi un po’ tutti) e a tutti gli effetti uniti come band, dando a tutti l’impressione che sul palco si divertano ancora come dei ragazzini e che lof acciano prima per passione, e solo poi per denaro.
Bisogna altresì riconoscere come l’ottimo operato in apertura dei Toseland di James Toseland (si proprio lui, l’ex pilota campione del mondo della Superbike) abbia enormemente contribuito a scaldare gli animi del pubblico, favorendo la riuscita eccellente della serata. I quaranta minuti circa di show del funambolico inglese, supportato da una band tecnicamente magistrale, hanno creato energie notevoli e forse inattese, grazie a un hard rock di stampo americano (ma forte del sound più clean tipico del rock britannico) e adrenalinico che non ha lasciato scampo alla folla. Si, eravamo tutti con le mani in alto ad applaudire e a gridare il nostro consenso per una band che ha dalla sua un grande frontman, un bello spirito di gruppo e degli ottimi pezzi orecchiabili su cui fondare una bella carriera. Da seguire con attenzione.
E che dire di loro, del main event, dei Deep Purple?! Salgono sul palco e la terra trema e, nonostante l’esordio non sia dei migliori (Ian Gillan non ce la fa proprio più a cantare Highway Star), pian piano si scaldano un po’ tutti e dalla terza traccia Hard Lovin’ Man in poi esprimono solo classe sopraffina e tecnica da vendere. Le esecuzioni della “nuova” Vincent Price, con una super Lazy e delle eccellenti Hell to Pay, Smoke on the Water, Hush e Black Night in chiusura, rimangono nella mente come gli highlight di un bellissimo show, che ha la peculiarità di vedere Don Airey impegnato in un mastodontico solo di tastiere che tributa Genova con un accenno di Crêuza de Mä del nostro compianto Fabrizio De Andrè. Sensazionale. E poi? Poi basta, non serve aggiungere altro. Steve Morse, Don Airey, Roger Glover e Ian Paice sono una macchina da guerra, e solo dal vivo riescono a rendere la piena idea della loro immensità. No, non sbagliano una nota.
Per il resto, dovevate esserci. Non c’era impegno o scusa o titubanza (perchè dai sono vecchi, perchè dai non ce la fanno più, perchè dai è meglio ricordarmeli spettacolari come venti anni fa, etc etc..) che valesse una giustificazione per non timbrare il cartellino. I Deep Purple, nati nel 1968 e nonostante tutto ancora attivi nel 2016, valgono ancora il prezzo del biglietto. Sappiatelo.
Setlist:
1. Highway Star
2. Bloodsucker
3. Hard Lovin’ Man
4. Strange Kind of Woman
5. Vincent Price
6. Contact Lost
7. Uncommon Man
8. The Well-Dressed Guitar
9. Lazy
10. Demon’s Eye
11. Hell to Pay
12. Keyboard Solo (w/Ozzy Osbourne’s Mr Crowley, G.Rossini’s William Tell Overture, De André’s Crêuza de Mä, Mozart’s R)
13. Perfect Strangers
14. Space Truckin’
15. Smoke on the Water
Encore:
16. Hush
17. Bass Solo
18. Black Night
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