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06 Agosto 2011 3 Commenti Iacopo Mezzano
genere: Aor
anno: 2011
etichetta: Aor Heaven
Tracklist:
01. Swear Your Love
02. Say Goodbye
03. Sometimes You Win
04. Where To Touch You
05. Going Home
06. Stay With Me
07. One More Night
08. Gotta Find It
09. Letter To God
Formazione:
Joseph Williams - Voce
Peter Friestedt - Chitarra
Se anche per voi l’unico rimedio contro l’afa estiva è la musica westcoast allora non può esservi sfuggita l’uscita di questo disco. L’omonimo esordio del duo Williams / Friestedt (ovvero l’ex Toto Joseph Williams in collaborazione con Peter Friestedt, musicista già autore di alcuni album di questo genere) è stato uno dei dischi più pubblicizzati e attesi di questo 2011. Uscito per AOR Heaven, il disco è stato messo in commercio nel giugno di quest’anno. Vediamolo.
LE CANZONI
Swear Your Love è immersa nelle influenze Toto, pura come se fosse uscita 25 anni fa. Dotata di ottimi suoni, cori, arrangiamenti, la traccia entra immediatamente tra le top dell’album (e forse anche del 2011) grazie a un ritornello di facile, facilissima, fulminea memorizzazione. Che inizio!
E che proseguo! Say Goodbye è un’altra cannonata, con quella sua atmosfera sognante e densa di salsedine marina. Chiudete gli occhi, respirate ad ampi polmoni, lasciate scorrere la fantasia. Tutti voi penserete, in automatico, a una strada che costeggia al tramonto le rive del mare. Inutile dire altro di fronte a un tale livello compositivo.
Purtroppo gli elogi smodati iniziano a frenare da qui in poi. Sometimes You Win è un brano molto rilassante, lento, calmo e di gusto pop. Per l’amor di Dio, ce ne fosse di musica di questo livello, ma il passo indietro rispetto ai primi due episodi di questo disco è abbastanza netto, priva com’è la canzone di sussulti. In compenso tanto relax, che non è male.
Più accesa, Where To Touch You riporta forti alla mente ancora i Toto. Energica, ritmata, quasi danzabile, la traccia si snoda molto bene lungo i suoi quasi 4 minuti di durata, tra rallentamenti e accelerazioni. Di spessore qui è anche l’assolo, breve ma ispirato.
Interamente strumentale, Going Home fa da giro di boa del disco attraverso la sua lunga intro dominata dagli ottimi arrangiamenti di tastiere, che poi sfociano da metà pezzo in poi in assoli di chitarra molto melodici. Gustosa, esegue con ottime qualità il suo compito di stacco in preparazione del seguente componimento Stay With Me, traccia dai suoni notturni e dal tono spiccatamente estivo. In linea con i lavori solisti di Friestedt, regala emozioni in particolare sul ritornello, dotato di un’ottima coralità.
Secondo stile analogo alla precedente, One More Night da il meglio di se sulle parti ripetute e corali, con la voce di Williams a toccare preziosi vertici, in un’esecuzione di pregevole fattura.
Un po’ scontata, Gotta Find It si presenta come la traccia meno ispirata del disco. Seppur il ritornello onestamente mi convinca, le strofe sono un po’ ripetitive e non raggiungono il livello dei brani precedenti (senza contare, ovviamente, i primi due, di altro livello).
Posso tornare a scrivere con toni entusiasti sull’ultima canzone Letter To God, una ballata assolutamente non scontata e arrangiata in modo pazzesco. Densa di emozioni, sensazioni, profumi, con un songwriting davvero prezioso, è diamantina nella sua semplicità. La tastiera (con orchestrazioni di sfondo) accompagna la voce (da inchino) di Williams per tutti i 3 minuti e mezzo di durata, in un duetto intimo che ha del pazzesco per intensità. Wow.
IN CONCLUSIONE
L’omonimo Williams / Friestedt è certamente un ottimo album, senza picchi stellari ma neppure grossi cali o riempitivi. 3 brani sopra la media, un leggero calo e 5 buoni pezzi. Non c’è da lamentarsi. Dotato di suoni e arrangiamenti stellari, gli unici problemi sono la poca omogeneità tra le tracce, che spesso e volentieri sembrano distaccate tra di loro e troppo a sé stanti, e la durata, che di per se poco invoglierebbe l’acquisto visto i soli 30 minuti totali, che da un lato sono effettivamente un po’ pochini ma spesso è meglio fare poco ma bene che fare tanto solo sforzandosi di raggiungere un minutaggio, credo concordiate. Insomma, un esordio da ascoltare, nella speranza che non rimanga un episodio isolato nelle carriere di questi due artisti.
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