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Recensione

95/100

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Backyard Babies – Four By Four – Recensione

10 Settembre 2015 10 Commenti Matteo Trevisini

genere: Sleaze Rock / Hard Rock
anno: 2015
etichetta: Gain Music / Sony

Tracklist:

01. Th1rt3en or Nothing
02. I'm On My Way to Save Your Rock 'n' Roll
03. White Light District
04. Bloody Tears
05. Piracy
06. Never Finish Anythi
07. Mirrors (Shall Be Broken)
08. Wasted Years
09. Walls

Formazione:

Dregen - voce e chitarra
Nicke Borg - voce e chitarra
Peder Carlsson - batteria
Johan Blomquist - basso

 

Sono arrivati gli arcangeli con le trombe e i diavoli coi tromboni…
Tremate tremate… dopo sette lunghi anni, i quattro drughi ipertatuati di Nassjo sono tornati!!!! Nicke, Dregen, Johan e Peder pubblicano il loro settimo disco in studio, quello del comeback. Il 2009 gli aveva visti finire il tour del disco omonimo (quello con il singolo Fuck off and die tanto per capirci !) confusi ed infelici tanto da mettere la loro band madre in naftalina, dando poi libero sfogo a collaborazioni, dischi solisti e quant’altro.
I Backyard Babies, insieme da fine anni ’80 sono una delle band che hanno guidato la rinascita del rock’n roll sporco e cattivo (street ? sleaze ? fate un po’ voi…it’s only rock’n roll but we like it !) di marca scandinava a cavallo del millennio, insieme a Hardcore Superstar, Turbonegro, Hellacopters e tante altre bands underground che fecero rifiorire un genere, una filosofia di vita, portando anche a riscoprire i vecchi miti alle nuove generazioni. Mescolare il credo del “sex, drugs & rock’n roll” con massicce dosi di Hanoi Rocks, Kiss, Alice Cooper e Punk portarono la band di Dregen e soci a svettare su tutte, scaricando su centinaia di palchi in giro per il globo terracqueo le loro canzoni e facendoli diventare un faro guida per un intero movimento.
Chiariamo subito… l’ esame è stato passato! …disco promosso! …a pieni voti? beh, direi proprio di si! Molte recensioni si sono sperticate in voli pindarici ed in voti che rasentano la perfezione ed in questo caso devo proprio dire che i quattro rockers svedesi rendono vita facile a critici e giornalisti. Four by Four è un signor disco che – posizionato nell’anno del signore 2015 (…e quindi con tutti i pro e contro del caso) – ha la perfezione e l’urgenza che avevano capolavori come Total 13 o il sublime Making Enemies is Good…bastava solamente una produzione meno laccata (o leccaculo…fate un pò voi !) ed il gioco era fatto per poter portarsi a casa il voto massimo “cum laude”.
Non lamentiamoci… Dregen e soci, in poco più di mezz’ora e solo nove canzoni, spazzano via tutti i dischi del genere usciti negli ultimi cinque anni…

Th1rt3en or nothing è l’opener ideale del disco nonché primo singolo uscito a giugno e che abbiamo imparato già a memoria da tempo. Canzone ruvida ed energica ma con un chorus che stende tutti quanti senza fare prigionieri. Ritmiche furiose e mai banali con un Peder indemoniato a darci giù sul campanaccio (sembra di sentire in sottofondo un urlo “More cowbell !!!!”…Will Ferrell impazzirebbe!!!). Scherzi a parte, questo pezzo è già diventato l’apertura degli shows dei Babies (testimone con i miei occhi a Donington in giugno…mai scelta fu più azzeccata!!)…perché cresce…cresce per poi esplodere come un fuoco d’artificio !!!
I’m on my way to save your rock’n’roll è un altro pezzo punk’n roll veloce ma con un ritornello che ti spalanca la voglia di credere in qualcosa di superiore.. Wake me when tomorrow’s gone I’m on my way to save your rock’n’…Take me down your favourite song
I’m on my way to save your rock’n’roll! Si, è proprio quello che volevamo dai babies!! La voce nasale di Nicke è inconfondibile…
Più cupa e meno scanzonata è invece White Light district che regala un grezzo vademecum di come fare una canzone bastarda. Il coro esplode urlando un “Not all gods die !!!”…ne eravamo sicuri…gli dei restano e tutto quest’album ne è la fottuta dimostrazione.
Sangue, sudore e lacrime…si ci sono anche le lacrime nella suadente Bloody tears una ballad nel classico stile del gruppo che nel loro passato ci ha già regalato gemme sotto forma di ballata.
Piracy è il classico pezzo dei Backyard Babies…”it’s free, it’s easy it’s called piracy !!!”…Dregen è come un Chuck Berry indemoniato con i suoi riff che derivano direttamente dal rock’n roll anni ’50.
Never finish anything, Mirrors (shall be broken) e la stessa Wasted years hanno echi di punk rock americano con certe sfumature a ricordare bands come Green Day e Blink 182 e che potrebbero far storcere il naso ai fan della vecchia guardia. Tranquilli però perché la qualità è molto più elevata e poi – dopo un paio di ascolti – non si può proprio non adorare dei pezzi cosi ben riusciti e con melodie cosi ariose. Se la casa discografica si gioca bene le sue carte, le radio americane potrebbero dare molte soddisfazioni alla band scandinava.
La conclusiva Walls è la mosca bianca con cui la band decide di chiudere il disco con atmosfere che ricordano le fatiche soliste di Dregen e di Nicke, con rimandi folk e blues, ed un outro finale che ribalta completamente il flavour del pezzo facendolo colare in una abisso horror psichedelico che lascia stupiti.

IN CONCLUSIONE

I fans della band svedese possono dormire sogni tranquilli: i babies hanno dimostrato di essere vivi e vegeti e pronti di nuovo a tirare calci in bocca a chiunque (colleghi compresi). Ai quattro ceffi in questione sono tornati gli occhi della tigre e nelle loro pance ribolle nuovamente il sacro fuoco del rock’n roll…tutta questa determinazione ha partorito questa scheggia sonica a nome Four by Four che vi farà premere il tasto play nemmeno dopo dieci secondi dalla sua fine…all’infinito !!!
Assolutamente uno dei dischi dell’anno… senza se e senza ma… DA AVERE !!!

© 2015 – 2017, Matteo Trevisini. All rights reserved.

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