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Recensione

80/100

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Lynch Mob – Rebel – recensione

18 Agosto 2015 22 Commenti Matteo Trevisini

genere: Hard Rock
anno: 2015
etichetta: Frontiers Music

Tracklist:

01. Automatic Fix
02. Between The Truth And A Lie
03. Testify
04. Sanctuary
05. Pine Tree Avenue
06. Jelly Roll
07. Dirty Money
08. The Hollow Queen
09. The Ledge
10. Kingdon Of Slaves
11. War

Formazione:

George Lynch - chitarra
Oni Logan - voce
Jeff Pilson - basso
Brian Tichy - batteria

 

Non azzardatevi a pensare di urlare felici: “…è uscito il nuovo album dei Lynch Mob…è uscito il nuovo album dei Lynch Mob !!!!” o magari di portarvelo in spiaggia sotto l’ombrellone per mitigare le ore più calde della giornata sulla battigia tra bambini urlanti, secchielli e palette. Ben che vada vi si potrebbe aprire la sabbia sotto i piedi e piano piano la sedia sdraio potrebbe sprofondare verso i caldi inferi di Belzebù, il sudore sulla pelle trasformasi in colla ed il borsone con gli asciugamani ed il pranzo al sacco potrebbe prendere le sembianze di un cactus spinoso. Nel ritorno della band di George “La Lince” non c’è nulla di facile e refrigerante in questa canicola infernale chiamata estate 2015.

Non è una passeggiata digerirlo questo Rebel , entrare in sintonia con canzoni lunghe, desertiche, mid tempos hard rock blues vecchia maniera che ti prendono la gola come la polvere brunastra delle Grandi Pianure dopo un viaggio di ore in sella ad una moto rombante ottani. George Lynch ed il suo degno compare Oni Logan tornano, dopo solamente un anno dalla pubblicazione del buon Sun Red Sun, con questo Rebel, pubblicato dalla sempre più spavalda Frontiers Records (ormai sono finiti gli aggettivi per definire cotanta eccellenza tutta italiana!). E’ una data importante nella storia dei Lynch Mob visto che cadono i 25 anni del pluriacclamato debut Wicked Sensation e non si poteva festeggiare questo anniversario nel modo migliore se non pubblicando un disco di spessore e qualità come questo Rebel. Con una sezione ritmica da spavento formata da Brian “prezzemolino” Tichy (dio…che drummer !!!) e da una vecchia conoscenza della famiglia Dokken, ovvero Jeff Pilson, ci sparano dalle casse undici pezzi di hard rock vecchia scuola, quello che puzza di Badlands, Whitesnake, Bad Company ma con il groove della chitarra di “Mr. Scary” che costruisce intelaiature ritmiche da brividi… le canzoni sono lunghe ed entrano nel cerebro dell’ascoltatore lentamente avvolgendolo, ascolto dopo ascolto, come un vento caldo che spazza il deserto del Mojave.

Automatic Fix comincia marziale, degna opener per un album hard rock, Oni Logan fa da subito vedere che le sue corde vocali sono ancora il top della gamma nel circus del rock’n roll.
Sia con Between The Truth And A Lie e sia con Testify vengono ripescate certe melodie trasversali e cantilenanti tipiche dell’alternative rock anni novanta mescolate con un sano blues sporco per poi tornare a lidi più classici con la potente Sanctuary dove le corde del basso di Jeff Pilson rombano potenti e accompagnano non un ritornello bensì una dichiarazione di guerra ! Le dinamiche Pine Tree Avenue e Jelly Roll sono un “uno due” assestato proprio in mezzo ai denti e ancora di più l’indomito spirito di Ray Gillen aleggia sullo sciamano Oni Logan. Dirty Money è un funky potente e bombastico dove la sei corde di “Furious George” fumano groove e arroganza da tutti i pori…lidi più tranquilli (si fa per dire !) invece per The Hollow Queen che quasi preparano le melodie ariose della dolce The Ledge. Le conclusive Kingdon Of Slaves e War sono comuni tracce da chiusura di un album comunque sopra la media che regala momenti davvero notevoli pur non facendo gridare… CAPOLAVORO!!!

IN CONCLUSIONE

George Lynch dimostra che negli ultimi anni ha raggiunto uno stato di grazia ed una rinnovata vena artistica che pochi possono annoverare. Si pensi che nei soli ultimi due anni sono usciti due dischi dei Lynch Mob, un disco solista, il debutto dei KXM (con Doug Pinnick dei King’s X) e quel mezzo capolavoro costruito a tavolino che risponde al nome di Sweet-Lynch: Insomma, c’è da che stare allegri e godersi cotanta musica. Fate questo Rebel vostro piano piano, a piccoli bocconcini, e vedrete che entrerà in rotazione nei vostri stereo con la consistenza, se non di un classico, di un album roccioso che deflagrerà dalle casse per regalarvi momenti di piacere per le vostre orecchie avide di suoni muscolari.

© 2015 – 2018, Matteo Trevisini. All rights reserved.

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