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16 Maggio 2015 32 Commenti Denis Abello
report a cura di Denis Abello
photo report a cura di Tommaso Barletta – www.tommasobarletta.com
escluse le foto della serata acustica di Denis Abello
Qualche piccolo sogno realizzato, l’attesa che si trasforma in palpabile adrenalina, interminabili discussioni più o meno filosofiche che vertono sempre e solo sulla passione che ognuno a modo suo vive per questa “nostra” splendida musica, strette di mano intrise di vittoriosa euforia (o timida soggezione, dipende dal carattere) quando ci si rende conto che uno dei propri idoli è proprio li di fronte a te… per poi ritrovarsi magari con lo stesso idolo a scambiare quattro chiacchiere come vecchi amici al bancone del bar…
…e ancora abbracci e risate con i volti che sai che a questi Eventi ritrovi sempre o con quelle splendide persone che proprio questa musica ti ha permesso di incontrare… e perchè no, qualche tentativo di abbordaggio che nella peggiore delle ipotesi finisce affogato con un brindisi in una birra, brindisi che poi, in modi più o meno (forse meno) formali, si susseguono in maniera incessante giusto perchè Eventi così meritano un omaggio… o forse semplicemente per tirare giù ancora una golata di birra in compagnia.
Emozioni a non finire e qualche lacrima qua e la che scende come è giusto che sia in una famiglia numerosa come questa che ha pochissime occasioni di ritrovarsi tutta insieme, famiglia che mai come ad un Evento di questa portata si ritrova senza età e di tutte le età (non sono mancati bambini e attempati giovanotti)… e infine una colonna sonora che qua, signori miei, parla la Storia della musica AOR, Melodic e Hard Rock!
In Italia troverete solo un Evento che rende tutto questo possibile, si chiama Frontiers Rock Festival!
Partiamo con il dire che chi professa il suo amore per l’AOR, il Melodic Rock o l’Hard Rock, e ne avrebbe avuto la possibilità, a questo Evento non doveva mancare! Nel malaugurato caso, sappiate che le scuse valide accettate per un’eventuale assenza si contano veramente sulle dita di una mano ed il rimorso che ho verso questi “assenti ingiustificati” è proprio solo che difficilmente chi non ha solcato la porta del Live Club l’11 ed il 12 Aprile (ed anche il 10 per i fortunati che si son goduti lo show acustico) potrà capire cosa in realtà si è perso, perchè il Frontiers Rock Festival per chi ama questa musica va vissuto dal primo all’ultimo minuto come una benedizione!
Impresa difficile lo so, ma noi siamo qua per cercare con poche righe (arduo raccontare il fiume di emozioni ed il susseguirsi di eventi impagabili vissuti in quei giorni) di descrivere quella che è stata la seconda edizione di quello che speriamo possa continuare ad essere uno degli appuntamenti più belli e più attesi dell’anno sul suolo Italiano!
Nutrito come al solito il pubblico estero, purtroppo ancora poco reattivo quello Italiano, che ammetto mi sarei aspettato più numeroso dopo anche la splendida organizzazione messa in piedi con la prima edizione, ma causa anche qualche a mio parere sterile e troppo montata critica iniziale per un bill che per qualcuno sembrava non essere propriamente all’altezza (cosa che “sul palco” dei due giorni si rivelerà quanto mai infondata, a parte il caso Joe Lynn Turner, come leggeremo in seguito), ancora una volta il pubblico italiano ha un po’ sfumato l’occasione di dimostrare di meritarsi e volersi tenere stretto un evento internazionale di questo livello.
Come per la prima edizione non è mancata invece la classe, la cura e la perfetta gestione che la sinergia tra la Frontiers Music Srl (organizzatrice dell’evento) e lo staff del “deux ex machina” Primo Bonali ci avevano già fatto conoscere lo scorso anno.
Ora però è il momento di riassaporare gli eventi che il 10, 11 e 12 Aprile hanno riconfermanto l’Italia come il centro del mondo dell’AOR, Melodic Rock e Hard Rock!
10 APRILE – SERATA ACUSTICA
Una delle novità più attese di questa nuova edizione era sicuramente legata alla serata acustica pre-festival. La serata prevedeva l’ingresso per i soli possessori del VIP tickets più alcuni intimi invitati e ha avuto luogo nell’ampia e ottima area meeting (con affaccio sulla piscina) che l’hotel in cui risiedevano la maggior parte degli artisti metteva a disposizione.
Ci avviciniamo alla zona dell’evento con largo anticipo e l’effetto intimo e raccolto, l’ottima acustica ed il fatto di essere arrivati durante il soundcheck degli FM già ci lasciano con quel senso di essere di fronte a qualcosa di epocale, senso che pervaderà come una sorta di magia tutta la durata dello show acustico.
Piccola chicca prima dell’apertura dei concerti che vedranno poi salire sul palco Eclipse, FM e Alessandro Del Vecchio & friends c’è stata la possibilità di cenare nel ristorante dell’hotel che ha visto fans e artisti riuniti in un’unica sala comune del ristorante… e ammetto che cenare parlando di musica (nel nostro stesso tavolo oltre a me e Mezza di MelodicRock.it ci hanno fatto compagnia anche i colleghi Fabrizio e Daniela di Rock Rebel Magazine) con nel tavolo a fianco Steve Overland ed il resto degli FM e in quello dietro Harry Hess (Harem Scarem) ha un certo fascino.
22.00 e si prende posto per l’inizio dell’evento, l’euforia generale è elettrizzante!
22.30 Un centinaio di sedie fanno da platea ad un piccolo e raccolto palco su cui prendono posto, chitarra in mano, Erik Martensson e Magnus Henriksson, supportati in veste di intrattenitore dal nuovo bassista Magnus Ulfstedt. Qualche problema vocale per Erik (che non nasconde la cosa), ma la carica e l’attitudine della band sopperiscono in maniera egregia a questo piccolo inconveniente.
Il via per le danze del Frontiers Rock Festival II è stato dato!
Alla salita sul palco degli FM il tempo pare fermarsi, MAGISTRALI, Overland in acustico mostra di essere una voce sublime! I signori inglesi del melodic rock incantano ed emozionano come non mai, Story of my Life e Closer to Heaven in acustico fermano i cuori. La band sul palco ha il sapore di un capolavoro senza tempo all’interno di un’esposizione di classe e talento come lo sarà il Frontiers Rock Festival in questi tre giorni.
Tocca agli “Italiani” prendere posto sul palco, e non è impresa facile dopo quello che si sono portati a casa gli FM (il cuore di buona parte dei presenti), ma la simpatica timidezza di Alessandro Del Vecchio (per la prima volta con una chitarra in mano) unita allo smagliante talento di uno dei migliori chitarristi nostrani come Mario Percudani fanno il miracolo e la serata vira verso i più soleggiati lidi.
Da qui in avanti diventerà una vera e propria festa, al duo iniziale si aggiungeranno Anna Portalupi e Alessandro Mori riunendo così una delle più belle “quasi band” italiane (band che ha supportato Mitch Malloy e altri Artisti e che in questo festival prenderà posto alle spalle del carismatico Ted Poley il 12 aprile) e a loro sul palco si aggiungeranno di volta in volta vari artisti come Erik Martensson, Harry Hess ed un alticcio Darren James Smith (“bastardamente foraggiato di alcool” anche sul palco dal bassista degli Eclipse che se la ride con gusto, scena memorabile! :D) e l’istrionico intrattenitore Ted Poley, che per tre giorni sarà l’anima indiscutibile della festa.
Lo spettacolo portato in scena dai “nostri” è di livello, toccante la splendida versione di In The Name Of The Father (scritta da Del Vecchio per l’album dei Revolution Saints) e cantata con trasporto e passione tanto che in questa veste completamente acustica riesce nell’impresa di mettere in ombra la splendida versione originale cantata da Deen Castronovo.
Si conclude con una Don’t Stop Believin’ che vede riuniti sul palco insieme ad Ale ed al resto della band, Erik Martensson, Harry Hess, Darren James Smith e Ted Poley!
In una parola… MEMORABILE!!!
11 APRILE – GIORNO 1
ANGELICA – PRAYING MANTIS – ECLIPSE – BURNING RAIN – FM – HAREM SCAREM – JOE LYNN TURNER
Primo giorno ufficiale, ma la sensazione è quella di star semplicemente riprendendo un discorso interrotto un anno fa, quindi forse sarebbe meglio dire quarto giorno del Frontiers Rock Festival. Infatti passeggiando nel Live Club ed all’esterno la sensazione è quella di aver semplicemetne riacceso la spina di quanto di buono è stato fatto lo scorso anno.
E’ quindi un piacere rivedere tanti volti conosciuti, iniziare a scambiarsi le prime opinioni e i primi abbracci (e le prime birre). L’aria di festa è palpabile e forse ancora più frizzante rispetto allo scorso anno. E’ bello così rivedere tra i presenti tanti volti (aimè soprattutto stranieri) già visti nella scorsa edizione. Apro una parentesi, è stato bello vedere in questi due giorni di festival anche tantissimi artisti italiani come Pierpaolo “Zorro 11” Monti (Shining Line, Charming Grace, Room Experience… immancabile paladino dell’AOR Italiano, presenza fissa a questi eventi), Davide “Dave Rox” Barbieri (Wheels OF Fire, Charming Grace, Room Experience), Dave Zublena dei Soul Seller, Stefano Lionetti dei Lionville, Gianluca Firmo (Room Experience), Steve Lamera (Steve Lamera Project), Giulio Garghentini, Josh Zighetti e Stefano Skool Scola (Hungryheart), Douglas Docker (Docker’s Guild) e molti altri che sicuramente sto dimenticando o non ho incontrato… segno comunque anche questo dell’importanza del Festival.
ANGELICA
Questa nuova edizione inizia con una roboante sorpresa, dubito che molti si aspettassero la classe e la grinta che ANGELICA (Angelica Rylin, già voce dei The Murder Of My Sweet) riesce a portare sul palco. Da incorniciare poi la sua prova vocale a dir poco perfetta! Brava, sa muoversi sul palco e la sua presenza non è di quelle che passano inosservate. La band di supporto vede poi tra le sue fila anche i primi Italiani, Alessandro Del Vecchio alle tastiere, Francesco Marras alle chitarre e Nik Mazzucconi al basso con l’aggiunta di Daniel Flores (The Murder Of My Sweet, Find Me) alla batteria. Gente di razza! Prima esibizione promossa a pieni voti!
SETLIST
Breaking My Heart
I’m Strong
To Your Rescue
Pain
Riding Out the Storm
Can’t Stop Love
This Kiss Is for You
Take Me to Your Heart
PRAYING MANTIS
Ammetto che conoscevo poco questa creatura dei fratelli Troy. Arrivavo da una prima esibizione (quella di Angelica) che mi aveva particolarmente stupito ed ecco che mi ritrovo come un assatanato a muovermi sotto al palco di quegli animali di scena che rispondono al nome di PRAYING MANTIS. Conoscevo pochissimi pezzi, ma il loro show è stato talmente adrenalinico e pieno di vigore che era impossibile non farsi trascinare nella mischia. Una bella scoperta!
SETLIST
Children of the Heart
Panic in the Streets
Highway
Fight For Your Honour
Dream On
Believable
Captured City
ECLIPSE
Loro ormai sono una garanzia. L’aggiunta del bassista porta movimento e dinamicità al loro show. Erik Martennson è sempre più trascinatore, anche se viene penalizzato in questa seconda discesa italica (infatti gli Eclipse sono l’unico gruppo già presente lo scorso anno) da qualche problemino alla voce.
Restano entusiasmanti come non mai e portano a casa uno show bello e articolato con i pezzi del nuovo album che funzionano sul palco ancora meglio che su disco! Forse perdono un po’ nel confronto con lo scorso anno ma restano comunque una delle migliori band della nuova generazione.
SETLIST
I Don’t Wanna Say I’m Sorry
Stand On Your Feet
Wake Me Up
The Storm
Battlegrounds
S.O.S.
Breakdown
Blood Enemies
Ain’t Dead Yet
Bleed & Scream
Breaking My Heart Again
BURNING RAIN
Fighi, con loro il Festival raggiunge un livello di Figaggine inarrivabile! Keith St. John se la gioca come miglior voce del Festival, splendida! La band è in forma, tra le fila oltre ad un chitarrista di classe come Doug Aldrich si può trovare anche su un bassista preso direttamente da Sons Of Anarchy (Sean Mc Nabb… che aumenta il livello di figaggine della band).
Il loro tallone d’achille per il sottoscritto sta nella vera mancanza di pezzi “trascina pubblico”. Per questo infatti la platea si scalderà solo sulla chiusura quando entreranno in scena pezzi dei Whitesnake, Montrose e una splendida versione di Kashmir dei Led Zeppelin in cui il nostro Alessandro Del Vecchio prende posto dietro le tastiere (e la figaggine si impenna! 😉 ).
Sicuramente un bello spettacolo fatto da gente che il palco lo divora. Peccato per la mancanza di pezzi che sappiano scaldare il cuore!
SETLIST
The Cure
Pray Out Loud
My Lust Your Fate
Cherry Grove
Heaven Goes Me By
Stone Cold N’ Crazy
Steal Your Heart Away (Whitesnake cover)
Crying in the Rain (Whitesnake cover)
Rock the Nation (Montrose cover)
Kashmir (Led Zeppelin cover)
FM
Nella serata acustica escono da vincitori, nella serata elettrica senza problemi bissano il risultato. IMMENSI! Gli FM avrebbero forse meritato il posto d’onore a questo giro (e vedendo come si comporterà l’headliner della serata).
Scaldano gli animi, la voce di Overland infiamma più di uno spirito e vedere un bimbo di 9/10 anni che in prima fila, con papà alle spalle, si canta praticamente buona parte della scaletta degli FM lascia un gran bel sapore in bocca! C’è speranza!
L’unico rammarico resta per il tempo a loro disposizione perchè per il resto questi FM (pur con un Kirkpatrik forse un pochino sottotono a mio parere che “si concede” anche qualche errorino come l’attacco su Digging Up the Dirt) portano a casa uno spettacolo con i fiocchi che ammalia il pubblico italiano.
Chi se li è persi non può capire, ma raramente capita di vedere su un palco italiano una band di questa caratura. 10 e lode ed il prezzo del biglietto con loro viene ampiamente ripagato!
SETLIST
Tough Love
I Belong to the Night
Digging Up the Dirt
Closer to Heaven
Let Love Be the Leader
That Girl
Wildside
Bad Luck
Tough It Out
Crosstown Train
Burning My Heart Down
HAREM SCAREM
Evento epocale per la storica band Canadese, primo concerto della loro vita senza Lesperance (infortunato) alle chitarre. L’incognita di cosa poteva succedere era forte, eppure quello che pare essere il roadie della band, tale Michale Vassos, che prende il posto ingombrante di Lesperance sul palco se la cava alla grande! Certo “l’effetto” non è lo stesso, ma Harry Hess e soci portano a casa un signor concerto e gli applausi in chiusura sono tutti più che meritati.
Bravi davvero, in grado anche con un handicap non da poco di presentarsi sul palco in forma smagliante, merito anche di un Harry Hess veramente in piena carburazione! Splendide le esecuzioni di Hard To love e Distant Memory o della più recente All I Need. Lode e gloria agli Harem Scarem.
SETLIST
Garden of Eden
Dagger
Hard to Love
Slowly Slipping Away
Troubled Times
Distant Memory
Honestly
Sentimental Blvd.
Saviors Never Cry
Stranger Than Love
All I Need
The Midnight Hours
Saints and Sinners
Karma Cleansing
Change Comes Around
No Justice
JOE LYNN TURNER
Peccato che il festival non si sia concludo con gli Harem Scarem. Tutto sarebbe stato perfetto e invece la “Rockstar” Joe Lynn Turner sale sul palco per fare il “suo show”… e forse in una delle poche volte nella sua vita dove avrebbe potuto veramente dare fondo al suo incredibile repertorio (Deep Purple, Rainbow, Sunstorm e una carriera solista invidiabile) il buon Joe pensa bene di trovarsi ad una sagra di paese e piazza uno show ridicolo fatto di cover pure di pezzi che con lui poco hanno a che vedere.
Per chi come me lo aspettava sul palco con attesa resterà una delle delusioni più cocenti! Bravi i Dinazty che gli fanno da band di supporto, giovani, capaci e in grado di divertirsi sul palco. Non bastano però per salvare la peggiore esibizione del Festival. Poteva uscirne da eroe, ne esce come una vecchia rockstar sul viale del tramonto e le ossa rotte… occasione sprecata per Mr. Joe Lynn Turner.
SETLIST
Death Alley Driver (Rainbow song)
I Surrender (Russ Ballard cover)
Perfect Strangers (Deep Purple song)
Highway Star (Deep Purple song)
Stone Cold (Rainbow song)
Rising Force (Yngwie J. Malmsteen cover)
Street of Dreams (Rainbow song)
Déjà Vu (Yngwie J. Malmsteen cover)
Man on the Silver Mountain (Rainbow song)
Spotlight Kid (Rainbow song)
Long Live Rock ‘n’ Roll (Rainbow song)
Burn (Deep Purple song)
Smoke on the Water (Deep Purple song)
12 APRILE – GIORNO 2
BAILEY – VEGA – TED POLEY – PINK CREM 69 – HOUSE OF LORDS – LYNCH MOB – PRIDE OF LIONS
Si inzia presto con tappa obbligata fuori dall’albergo dove è facile incontrare di prima mattina personaggi come Erik Martensson, Harry Hess o un disponibile e un po’ sfasato George Lynch o un eclettico (e con il ciuffo in tinta con i fiori degli alberi intorno 😀 ) Jim Peterik… senza dimenticare l’arrivo degli House Of Lords che dopo un viaggio di ben 12 ore, come ci dice BJ Zampa (batterista), si concedono comunque ben volentieri per quattro chiacchiere e foto insieme… anche questo fa parte del “mood” da Frontiers Rock Festival!
Ad aprire la giornata sarà Nigel Bailey, quindi senza indugi diamo il via alla carrellata del secondo giorno!
BAILEY
L’abbiamo scoperto lo scorso anno con i Three Lions e sul palco del Festival dove già aveva brillato. Quest’anno, in veste di solista, mostra sicuramente una presenza più matura on stage. Voce sempre al Top, una bella scaletta (che vede anche con Trouble in a red Dress un omaggio ai “3 leoni”) ed una band di supporto (rigorosamente inglese) che sa il fatto suo chiudono il cerchio.
Ci aspettavamo un bell’inizio con Bailey e così è stato… l’antidoto migliore per dimenticare la delusione Joe Lynn Turner.
SETLIST
Long Way Down
Bad Reputation
Dirty Little Secret
Trouble in a Red Dress (The Three Lions cover)
Dirty Angel
In the Name of the King
VEGA
Adoro questa band che su palco con l’innesto in pianta stabile del nuovo chitarrista Marcus Thurston aggiunge energia e grinta ad uno spettacolo che si preannuncia elettrizzante. Avevamo già visto la band a Madrid subito dopo l’uscita del loro splendido Kiss of Life e rivederli ora sul palco ci fa capire quanto questi ragazzi siano cresciuti musicalmente.
Bravi davvero, uno dei migliori suoni di questa due giorni, la voce di Workmann si ama o si odia, ma è certo che il frontman dei Vega sa il fatto suo e tenga il palco con dovizia e professionalità. I pezzi caricano e spingono, l’esecuzione è da manuale e la gente apprezza tanto che i VEGA sul palco portano via lo scettro agli Eclipse del giorno prima in quanto a carica e adrenalina!
SETLIST
Kiss of Life
The Wild, the Weird, the Wonderful
What the Hell
Gonna Need Some Love Tonight
Wherever We Are
Into the Wild
White Knuckle Ride
Stereo Messiah
All or Nothing
Hands in the Air
TED POLEY
Ted Poley meriterebbe un articolo a parte. CARISMA allo stato puro, per tre giorni è stato un vero intrattenitore passando buona parte del suo tempo a disposizione in mezzo ai fans… sa farsi amare e voler bene, e la gente giustamente lo adora. L’amicone con il sorriso sulle labbra come marchio di fabbrica che tutti vorremo avere!
Aspettavo con impazienza la salita sul palco del biondo anche perchè a suo supporto dietro agli strumenti prende posto quella che ritengo potrebbe essere una delle migliori band italiane del panorama (e già vista con Mitch Malloy e altri…) ovvero Alessandro Del Vecchio (tastiere e cori), Mario Percudani (chitarre), Anna Portalupi (basso) e Alessandro Mori (batteria).
L’indiscusso Re del palco è lui, Ted Poley, ma la classe messa in scena dal resto della band (Percudani superlativo) fa da perfetto altare all’esplosiva vulcanità di Ted. Nel giro di pochi secondi si è catapultati, come lo scorso anno, nel mondo dei Danger Danger. Incentrata infatti sulla discografia dei DD, con la presentazione però del suo nuovo singolo, lo show di Poley cattura il pubblico, che applaude, canta e urla a squarciagola.
Bella e inaspettata la salita sul palco di Issa per un duetto con Ted sulle note di One Step From Paradise… e qui il cameo che entrerà di diritto nella storia del Festival. Ted infatti nel presentare il pezzo sostituisce la parola Paradise con quello che lui ritiene essere la sua traduzione italiana (e qui voci dicono che la colpa sia della nottata brava e di un certo Primo Bonali) ed ecco che ne esce uno splendido “One Step From Pompino”… IDOLO!
SETLIST
Beat the Bullet (Danger Danger song)
Man Alive (Bone Machine cover)
Under the Gun (Danger Danger song)
Don’t Walk Away (Danger Danger song)
Going Blind
Feels Like Love (Danger Danger song)
Bang Bang (Danger Danger song)
One Step From Paradise (Danger Danger song) (with Issa)
Naughty Naughty (Danger Danger song)
PINK CREAM 69
Una teutonica Macchina da Guerra! David Readman snocciola una prestazione vocale da Formula 1, da buoni tedeschi forse risultano un po’ freddini (ma se arrivi da un posto che si chima Karlsruhe.. 🙂 ) ma le capacità non si discutono. Se anche l’uomo della security sotto palco rimane impressionato dalla loro esibizione vorrà pur ben dire qualcosa. Pagano purtroppo un po’ l’orario scelto da molti per cenare e così la loro esibizione parte con una sala un po’ svuotata.
Alla fine però raccolgono una marea di meritati applausi e sicuramente si portano a casa uno dei più convincenti show della kermesse.
Unica nota particola è la scelta della scalette che prende a piene mani dai primi tre album della band che vedevano Andi Deris alla voce, ma tant’è, le versioni piazzate ad arte da Readman sono comunque superlative e quindi nulla da dire.
SETLIST
Keep Your Eye on the Twisted
Hell’s Gone Crazy
Special
Lost In Illusions
Talk to the Moon
Break the Silence
Do You Like It Like That
The Spirit
No Way Out
Livin’ My Life for You
Wasted Years
Welcome the Night
Shame
HOUSE OF LORDS
Visti ormai parecchie volte con questa nuova formazione… e continuano a piacermi. Anche perchè va detto che questa è la prima volta che mi capita di vederli effettivamente su di un palco realmente degno della loro fama. Degli “storici” House of Lords resta il solo frontman James Christian, ma questa nuova incarnazione che ormai da tempo è stabile ha raggiunto un’ottima sinergia. Cosa che sul palco si fa ben notare.
Qualcuno può discutere la scelta di avere basi e tastiere campionate, ma per il resto, merito anche una discografia passata e attuale ricca di ottimi pezzi e di una scaletta studiata con occhio, lo spettacolo è di quelli che catturano. Gli House of Lords negli ultimi anni hanno calcato spesso il suolo italico facendosi un’ottima fama anche per la loro sempre splendida disponibilità ed il calore che la gente emana verso di loro ne è la conferma.
Splendida l’interpretazione della sempre ammaliante I Wanna Be Loved.
SETLIST
Sahara
Big Money
Battle
Cartesian Dreams
Love Don’t Lie (Stan Bush cover)
Come to My Kingdom
I’m Free
Drumagogery
Can’t Find My Way Home (Blind Faith cover)
Rock Bottom
I Wanna Be Loved
Pleasure Palace
LYNCH MOB
Resa sonora non delle migliori quella che segue la salita sul palco degli storici Lynch Mob di George Lynch, e anche lo stesso Lynch non sembra essere in una delle migliori serate, tanto da dare l’impressione di voler osare giusto il minimo indispensabile per portare a casa la serata.
Per fortuna ci pensa un Oni Logan (voce) nettamente sugli scudi a reggere una sortita non delle più felici tanto che bisognerà aspettare l’infilata di cover dei Dokken per vedere il pubblico prendere coscienza di chi c’è sul palco.
Potevano sicuramente fare di più ma alla fine con qualche tocco qua e la riescono comunque a raggiungere e superare la sufficienza.
SETLIST
She’s Evil But She’s Mine
River of Love
Hell Child
Revolution Heroes
21st Century Man
Madly Backwards
All I Want
Into the Fire (Dokken cover)
Alone Again (Dokken cover)
Tooth and Nail (Dokken cover)
Mr. Scary (Dokken cover)
Wicked Sensation
PRIDE OF LIONS
Ricordo qualche critica iniziale sul fatto che i PRIDE OF LIONS fossero headliner di un Festival come questo… bene, quello che ricorderò io è forse uno dei più belli, emozionanti, coinvolgenti e assolutamente strepitosi live a cui ho assistito. Roba che è riuscita a giocarsela con la chiusura dello scorso anno ad opera dei Night Ranger.
Jim Peterik è il nonno rock che tutti vorremo avere, stereotipo della Rockstar nella migliore delle sue eccezioni! Sale sul palco con una solarità, un’energia ed una carica che sono assolutamente contagiose. Bastano poche note della potente voce di Toby Hitchcock per rendersi conto di trovarsi di fronte ad un mostro di bravura, tanto che non ci sarebbe stato da stupirsi se nel parcheggio durante i suoi incredibili acuti fosse partito più di un antifurto.
La band che segue i due poi è di quelle che ti ruba gli occhi con un Mike Aquino (chitarra) che mostra tutto il suo feeling di classe e quel suo tocco leggermente blues che sembrano stati forgiati apposta sulle spalle di una band come i Pride Of Lions. Notevole anche la presenza scenica del “folletto” Klem Hayes al basso, le sue movenze qualcosa di assurdo ed ipnotico.
Se lo show portato in scena è di quelli da incorniciare per gli annali è anche grazie ad una scaletta che, oltre alla magnificenza (e mai parola fu più azzeccata parlando di una band che per il sottoscritto è la migliore incarnazione attuale di un AOR puro) firmata Pride OF Lions, snocciola con disinvoltura e riusciti arrangiamenti pezzi che arrivano dritti al cuore come High On You, Man Against the World, I Can’t Hold Back. Pezzi estratti dalla carriera degli immensi Survivor e messi li per omaggiare la scomparsa di una voce unica come quella di Jimi Jamison. Non capita spesso di ritrovarsi con gli occhi umidi e ancora meno spesso vedere buona parte della sala con le lacrime agli occhi.
Bella anche la sorpresa di vedere Marc Scherer (che con Peterik ha dato da poco alla luce il progetto Peterik/Scherer proprio per Frontiers) salire sul palco per presentare due brani del suo disco di esordio.
Si conclude tra gli applausi sull’encore che vede una splendida versione di The Courage to Love Somebody e della incredibile Eye of the Tiger cantata da Toby con il fuoco nelle vene!
DITEMI A CHE COSA ABBIAMO ASSISTITO SIGNORI MIEI?
SETLIST
It’s Criminal
Sound of Home
Let Me Let You Go
Unbreakable
Music and Me
High on You (Survivor cover)
Oceans (Survivor cover)
Man Against the World (Survivor cover)
I Can’t Hold Back (Survivor cover)
Risk Everything (Peterik/Scherer song)
Cold Blooded (Peterik/Scherer song)
Born to Believe in You
Gone
Heaven on Earth
Encore:
The Courage to Love Somebody
Eye of the Tiger (Survivor cover)
IN CONCLUSIONE
Questo è il FRONTIERS ROCK FESTIVAL, un Evento che va Vissuto, Amato e soprattutto Supportato, perchè quello che ci potrebbe regalare negli anni a venire, se avesse la possibilità di crescere, sarebbe qualcosa di impagabile!
… PHOTO DIARIO DEL FRONTIERS ROCK FESTIVAL
leggi sulla pagina facebook di Denis Abello il fotodiario del Frontiers Rock Festival
PHOTO REPORT DEL FRONTIERS ROCK FESTIVAL
Tutte le foto del Frontiers Rock Festival 2015 sono a cura di Tommaso Barletta – www.tommasobarletta.com
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