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Recensione

70/100

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Dan Reed – Transmission – Recensione

17 Aprile 2015 6 Commenti Lorenzo Pietra

genere: Pop Rock
anno: 2015
etichetta: AOR Heaven

Tracklist:

01. Broken Soul
02. Roll The Dice
03. Drive
04. Anywhere But Here
05. Bending The Light
06. Arm Yourself
07. Fire In The Pyramid
08. You’re All I Need
09. On The Metro
10. Ear To The Track
11. What Dreams May Come
12. Already There
13. She’s Not You

Formazione:

Dan Reed - Voce / Chitarre / Tastiere
Bengan Jonasson - Basso
Robert Ikiz - Batteria

 

Dan Reed pubblica il terzo lavoro solista, Transmission, a soli due anni da Signal Fire e a cinque dall’ottimo Coming Up For Air. Tolto il “Network” e orfano della band Dan propone insieme agli ottimi Bengan Jonasson al basso e Robert Ikiz alla batteria un album intimo, lontanissimo dal rock suonato negli anni 80 e scegliendo la strada più cantautoriale.

Transmission è un album che, nella giusta atmosfera, crea emozioni uniche e solo dopo diversi ascolti tira fuori il lato migliore di se. Il lato più intimo di Dan Reed esce allo scoperto ed i pezzi sono tutti viranti ad un pop/rock di alta classe con arrangiamenti semi-acustici e con inserti di tastiera. Le canzoni alla lunga tendono ad assomigliarsi tutte, forse questo è il limite ed il difetto dell’album, solo chi ha amato gli ultimi lavori di Dan Reed potrà apprezzare in toto ogni singola traccia.Come anticipato, non si tratta di brutte canzoni, vedi le mid-tempo Roll The Dice o Bending The Light, brillanti e coinvolgenti; la dolcissima Anywhere But Here che farà sognare con la sua classe. Gli episodi più malinconici come What Dreams May Come che è un “tributo” all’attore Robin Williams o She’s Not You, dedicata alla scomparsa della sorella di un amico di Dan, lasciano il segno positivamente. Ear to The Track è la traccia più influenzata da Bengan e Robert e dal loro cuore “jazz”. Si passa poi ad episodi di puro pop con On The Metro o Arm Yourself mentre Fire in The Pyramid è la canzone più interessante del lotto, col suo arrangiamento sempre acustico, gli inserti elettronici che creano un’atmosfera unica e la voce quasi sussurata di Dan che toglie il fiato.

IN CONCLUSIONE:

Dan Reed solista coglie il suo lato più intimo,più malinconico. Album consigliato solo a chi ha amato i precedenti lavori solisti.

© 2015 – 2018, Lorenzo Pietra. All rights reserved.

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