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Recensione

85/100

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Talon – Fourplay – Recensione

03 Aprile 2015 4 Commenti Luka Shakeme

genere: Hard Rock - AOR
anno: 2015
etichetta: Escape

Tracklist:

01. Spun
02. Sin City Sister
03. Holly Would
04. Set Me Free
05. Tonight
06. It’s a Fine Line Between Love And Lust
07. Evil
08. I Dont Wanna Cry
09. Love Is Like A Drug To Me
10. Raise Em High
11. Hole In My Head
12. Nothing Like a Rockin Band

Formazione:

Michael O'Mara - Voce
Kory Voxen - chitarre
Jim Kee - chitarre
Phil Keller - basso
Eric Ragno - tastiere
John Parker - batteria

 

 

La band di cui ho il piacere di parlarvi ebbe l’onore di esser presente in “Outbreak” film interpetato dal grande Dustin Hoffman e riscuotere dunque rilievo internazionale. “Sacrifice” fu il disco di debutto che ricevette grande spinta promozionale dal film in questione. Il platter uscì con il moniker Voxen e qualche anno più tardi si giunse al cambio in Talon. “Fourplay” è il loro quarto lavoro, ergo il terzo con il moniker Talon e ammetto di essere stato travolto positivamente da un prodotto che non ha pecche se non quella di essere indirizzato ai palati raffinati del genere Class/Hard Rock/AOR, se la si può considerare una colpa.

“Spun” è una splendida opener, hard rock incalzante nei chorus mi lascia sperare in un prodotto corposo ma allo stesso tempo avvolgente. Le premesse sono di grande livello, la produzione cristallina enfatizza ogni elemento coinvolto. “Sin City Sister” verte su un basso pulsante, splendide e ariose armonie vocali dilatano un pezzo anch’esso di indubbia classe.
Al momento la palma del pezzo più roccioso però spetta a “Holly Would”. Come sempre chitarre così roboanti vengono ammansite da aperture vocali di pregevole fattura pronte ad esser canticchiate fin dal primo ascolto.
“Set Me Free” riesce a conservare la freschezza e l’appeal degli episodi precedenti. Stupendo il lavoro svolto sulle soliste che tuttavia non risultano mai invadenti lasciando spazio ad un songwriting ispiratissimo.
Tempo di una bella power-ballad; “Tonight”. Intensità, calore ed estremo pathos confermano le ottime impressioni su un lavoro che ha tutte le carte in regola per essere fra i migliori album Hard Rock del 2015.
“It’s a Fine Line Between Love And Lust”. Che spettacolo; quanta passione emerge tra i solchi di una composizione trascinante che potrà solo gonfiare il cuore dei rockers più nostalgici e mai domi nel ricercare immediatezza e melodia nonostante il canovaccio sia ampiamente sfruttato.
“Evil” mostra il lato più spigoloso e “acido”. Spazio dunque all’anima più ruggente del combo nonostante i chorus siano relativamente aperti e le chitarre fanno davvero fuoco e fiamme. In generale tutta la band dimostra quanto possa essere camaleontica.
“I Dont Wanna Cry” è più scanzonata e si lascia ascoltare con leggerezza; un pezzo gradevole che ha il merito di far respirare l’intero lavoro. Nulla di eclatante ma fresca nonostante la semplicità che oggettivamente riserva. Mi si sta profilando un lavoro sul quale ancora una volta potrebbero scatenarsi recensori e lettori affezionati di Melodic Rock sulla mia valutazione finale.
“Love Is Like A Drug To Me” ritorna a mordere con soluzioni più rocciose, almeno per ciò che concerne le strofe. L’episodio in questione infatti nasconde uno dei chorus più belli dell’intero platter. Ancora una volte le chitarre fanno il bello e cattivo tempo, connubbio di perizia tecnica e trasporto pur restando in confini prestabiliti.
Ispiratissimo AOR di classe per “Raise Em High”. Sono certo che molti che avranno il piacere di ascoltare questo stupendo Full si ritroveranno a canticchiare la traccia in questione e avere il desiderio di riascoltarla più volte senza mostrare cenni di stanchezza, uno di quei pezzi da portare in macchina magari infilata in una grande compilation.
“Hole In My Head” quasi in dirittura d’arrivo pone di nuovo l’attenzione sui connotati più Hard’N Heavy del fantastico combo a stelle e strisce, intrecci chitarristici e qualche timida keys salta fuori che oggettivamente ha trovato poco spazio. Forse l’unico appunto è questo; relegare le tastiere in un angolo davvero minimale. Scelte artistiche e va bene così.
In chiusura l’incisivo rock ‘n roll blueseggiante “Nothing Like a Rockin Band” appone il sigillo su un grande platter. Inizialmente lascia pensare a una chiusura prettamente acustica per poi salire di intensità e mostrare per l’ultima volta cosa sia vivere e respirare da sempre sonorità di questo tipo.

IN CONCLUSIONE

“Fourplay” è un lavoro di classe indiscussa, impeccabile sotto tutti i punti di vista, ottimo songwriting, arrangiamenti e produzione di livello assoluto e che avrà il piacere di “scontrarsi” positivamente ne sono certo con tutte le webzine e magazine del settore dell’intero globo.

 

© 2015 – 2022, Luka Shakeme. All rights reserved.

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