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Nickelback – No Fixed Address – Recensioni

22 Novembre 2014 35 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Hard Rock
anno: 2014
etichetta: Republic Records

Tracklist:

1. “Million Miles an Hour” (4:10) *
2. “Edge of a Revolution” (4:03) *
3. “What Are You Waiting For?” (3:38)
4. “She Keeps Me Up” (3:57) *
5. “Make Me Believe Again” (3:33)
6. “Satellite” (3:57) *
7. “Get ‘Em Up” (3:53) *
8. “The Hammer’s Coming Down” (4:24)
9. “Miss You” (4:02)
10. “Got Me Runnin’ Round” (ft. Flo Rida) (4:05)
11. “Sister Sin” (3:25)

* migliori canzoni

Formazione:

Chad Kroeger - voce, chitarra ritmica
Ryan Peake - chitarra solista, seconda voce
Mike Kroeger - basso
Daniel Adair - batteria, cori

 

Amati o odiati, divinizzati o snobbati, i Nickelback continuano ad essere la realtà hard rock (di derivazione) del nuovo millennio. Tanto che neppure un disco mediocre (poi in parte rivalutato) come il precedente Here & Now è stato in grado di intaccare di un niente la loro continua ascesa.

Oggi ci prova, a frenare il loro cammino intendo, No Fixed Address, album uscito da poco per la label Republic Records. Un nuovo episodio in calo che, dopo i lontani fasti di Dark Horse, ormai spegne le speranze dei rocker su questa band, dedita ormai al 100% alla commercialità.

L’unico vero pregio di questo prodotto è la sua varietà compositiva, un aspetto quasi inedito per un gruppo che ha da sempre vissuto sopra quelle strutture, quelle basi, e quei precisi suoni. La diversità viene però oggi sfruttata da Kroeger e soci nel modo sbagliato, portando a un insieme di tracce sconnesse l’une dalle altre, e pronte ad abbracciare troppi (davvero troppi) generi e sonorità. Resta sempre superlativa la produzione, come efficienti le ballate e i (pochi) momenti hard rock, che riportano in luce le qualità tecniche da fuoriclasse di questi musicisti. Tutto il resto però pecca di banalità, di leggerezza, di poca sostanza, e solo un pugno di tracce si salvano dal crollo generale. Che poi, sia chiaro, visto nell’ottica del ragazzino fan di MTV questo No Fixed Address deve pure sembrare una gran figata, ma per chi ha un po’ di bagaglio conoscitivo alle spalle, beh, per lui lo sbadiglio è davvero assicurato..

Million Miles an Hour è una opener tipicamente in stile Nickelback, potente, bombastica, aggressiva, già sentita mille e più volte in un album di questi musicisti, ma tutto sommato in qualche modo buona. E il singolo e video Edge of a Revolution soggettivamente piace, specie nella sua parte corale nella quale si scatenano i bambini. Nulla di trascendentale, ma la grinta di Chad fa venire un po’ a tutti la voglia di urlare, no? Dai, fino a qui possiamo riternerci soddisfatti. Come un fulmine a ciel sereno arriva però il secondo singolo del disco, What Are You Waiting For?, un pezzo scritto su una base e su suoni dance senza capo ne coda. Boh, non ho capito la scelta di lavorare a una canzone così da parte di un gruppo già di per se commerciale. Molto meglio allora She Keeps Me Up, un altro brano atipico e dannatamente pop, caliente direbbero i latini, ma almeno non scontato, e con un bel ritmo a supporto. E se Make Me Believe Again ricade nell’errore di apparire insipida e perfetta per uno skip immediato, ecco la vera hit del disco, la ballad Satellite: la tipica canzone dolce e melodica dei Nickelback, che diventerà tra qualche mese singolo. Scommettiamo?

Poco dopo il giro di boa, non delude Get ‘Em Up, un bel motivo ritmato e divertente, ultimo baluardo di un platter, da qui in poi, destinato ad annoiare. Infatti, il sound cinematico di The Hammer’s Coming Down risulta già essere stato suonato mille e più volte, e meglio, da altri gruppi, e, seppur il pezzo si lasci ascoltare, spinge inevitabilmente allo skip. Ma Miss You, dai, che ballata è? Pop di terzo livello, salvato in qualche maniera solo dalla grandezza dei suoni di produzione. No comment poi per Got Me Runnin’ Round, un potenziale grande componimento buttato al vento dal rap senza senso di Flo Rida. Chi è questo qua? Cosa vuole da noi? Via, via, se ne torni nella sua gang, subito! Chiude, finalmente, Sister Sin, con un ritmo pop/dance che proprio non ci può piacere. Lo piazzino su MTV, i Nickelback..

IN CONCLUSIONE

Cinque canzoni su undici ci sono in qualche modo piaciute (o abbiamo salvato) nella tracklist di No Fixed Address. Vogliamo essere generosi, e diamo perciò un punto di giudizio al disco per ogni traccia apprezzata. Ecco a voi motivato il 5 che accompagna questa opera sul nostro sito, e che vuole rappresentare una release per gran parte banale, scontata, troppo commerciale e insipida per essere vera.

Siamo di fronte all’ombra dei vecchi Nickelback. Punto.

© 2014 – 2018, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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