Recensione

Ten – Albion – Recensione

15 Novembre 2014 32 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2014
etichetta: Rocktopia

 

Cambiata label (non più Frontiers Records, ma Rocktopia), variata la formazione (via Dan Mitchell, dentro i due chitarristi Dann Rosingana e Steve Grocott), i leggendari Ten di Gary Hughes rimangono ancorati alle loro sonorità, e ritornano con il loro nuovo album, Albion, carichi di quella epicità rock che li ha resi così celebri e unici nel loro genere.

Con i fasti del passato storico ormai certamente lontani, ma anche difficili da pretendere da una realtà sulle scene ormai da decenni, gli inglesi lavorano ad un album di tutto rispetto, che sostanzialmente bissa i buoni valori evidenziati dal precedente Heresy And Creed (2012). Manca forse un po’ di grinta nell’esecuzione, sarebbe migliorabile la bombasticità degli stacchi ritmici e melodici nella produzione in studio, ma per il resto Albion appare ai nostri occhi (o meglio, orecchi) come un platter pienamente in grado di soddisfare i fans, grazie a una serie di tracce melodic hard rock epiche e magnifiche come solo il palmo di Hughes ha saputo fino ad oggi comporre. Certo, con l’aggiunta di un terzo chitarrista era lecito aspettarsi un qualcosina in più sul piano esecutivo, con tracce più determinate ed aggressive nel sound, e il fatto che ciò non accada può essere motivo di scontento per alcuni, ma in fin dei conti credo che la prova dei neo-ingressi e dei vecchi componenti sia molto buona, e assolutamente degna di un nome di rilievo per il nostro mercato come quello dei Ten. Quindi, poche riserve, e definiamoci soddisfatti di quanto ascoltato.

A dare avvio alla ricca tracklist di Albion è Alone In The Dark Tonight, una cavalcata hard rock tipicamente in stile Ten. Non il migliore pezzo del lotto, ma un buon esordio, come dimostra il bel refrain, epico e corale, su cui si fonda il brano. Notevole invece Battlefield, immediatamente definibile come una delle hit del disco grazie alla robustezza del suo riffing unito a una cura melodica a cinque stelle. Bene qui (e più in generale su tutto il prodotto) anche Hughes alla voce, che conferma il suo stato di forma (quantomeno in studio) pure in una It’s Alive carica di tastiere, e stacchi ritmici. Arriviamo ora a un altro dei momenti top dell’album con Albion Born, una canzone melodica dalle tinte atmosferiche medievali di grande stile, seguita dalla buona mid-tempo Sometimes Love Takes The Long Way Home, e dalla ottima e grintosa A Smuggler’s Tale, quest’ultima in grado di riportare in primo piano il sound delle tre chitarre impegnate nelle registrazioni. Piacevole (ma per me non il perfetto componimento per rappresentare il disco) è anche il singolo It Ends This Day, che lascia spazio a una Die For Me maschia e solida, e a Gioco D’Amoure, un bel lento che farà sorridere noi italiani grazie alle frequenti affinità linguistiche con la nostra lingua. Chiude, con lo stesso ritmo cavalcante con cui aveva preso avvio il disco, la canzone Wild Horses, una traccia dotata di una bella struttura, che intreccia con gusto voce, tastiere e chitarre. Bel  finale davvero!

IN CONCLUSIONE

La novità dei tre chitarristi presenti oggi in formazione non si è fatta più di tanto sentire, e Albion è in fin dei conti un prodotto definibile come ‘tradizionale’ per lo stile dei Ten. Le dieci canzoni che compongono questo disco piacciono e convincono, e brillano per epicità e solidità compositiva. Ciononostante, sarebbe ingiusto dirvi che Albion è un prodotto esseziale o imperdibile di questo ricchissimo 2014, ma trovo altresì corretto consigliare il suo acquisto a tutti gli appassionati del genere, e ai più accaniti supporter dello storico gruppo inglese. Non resterete delusi.

Lunga vita ai Ten, lunga vita..

TRACKLIST

 

FORMAZIONE

 

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