Recensione

Diesel – Into the Fire – Recensione

10 Maggio 2014 4 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2014
etichetta: Escape Music

Il 2014 ha portato e continuerà a portare tante interessanti novità nel panorama rock melodico mondiale. Una di queste sono i Diesel della Escape Music, nientemeno che il nuovo progetto di Robert Hart (ex Bad Company, Manfred Man Earth Band e John Gangs) Jim Kirkpatrick (FM), Jimmy Copley (Paul Rogers e Manfred Man Earth Band) e Pat Davey (Seven), al debutto il 23 maggio con l’album Into the Fire.

L’80% del successo di questo disco lo fanno da soli Robert Hart e Jim Kirkpatrick. Il primo, tirando fuori dal cilindro una prestazione vocale da dieci e lode, merito di quella sua inalterata timbrica antica, inconfondibile e calda come l’ugola di un Paul Shortino o un Joe Lynn Turner. Il secondo, grazie al suo particolarissimo tocco chitarristico, che permea all’interno di un songwriting di chiara derivazione FM (non a caso, Steve Overland è qui alle backing vocals) ma non solo, che sa allo stesso tempo di hard rock classico anni ’70 e di melodic rock ottantiano. Il restante 20 % dei meriti è da spartirsi tra diversi fattori. In primis, viene certamente dato dal groove della sezione ritmica di Jimmy Copley e Pat Davey, poi da una produzione curata nel minimo dettaglio e densa di suoni potenti (merito anche del mix di Tommy  Hansen), infine dall’atmosfera generale data dall’ascolto e dal bell’approccio anche visivo dell’opera, che ci portano immediatamente a indossare i nostri più bei Ray-ban di fronte a un sole cocente, sognando un viaggio saldi sulla sella di una potente bicilindrica.

Se Love Under Cover apre con successo il disco rapida e densa di arrangiamenti, è il quartetto composto da Into The Fire – Starting Over – Fortune Favours The Brave e Brand New Day a fare subito da massimo apice compositivo di questo prodotto, grazie a un sound stile FM era Aphrodisiac davvero da cardiopalma (si senta a conferma di ciò proprio la ballad Starting Over, sensazionale motivo che avrebbe sposato alla perfezione anche con la voce di Overland). Piacciono poi, e tanto, Bitter & Twisted e Told You So, molto vicine allo stile dei vecchi Deep Purple, senza dimenticare un altro singolo mid-tempo e arioso come So What Is Love, alla Whitesnake. Da menzionare infine la freschezza di What You See Ain’t What You Get e la semplicità di Skin & Bone, che lasciano spazio al leggero e a tratti soffuso commiato di Coming Home, che chiude con un brivido questo bel prodotto di hard rock melodico di (apparente) nuova generazione.

IN CONCLUSIONE

Into the Fire è un album di esordio che riesce a mostrare tutta la classe e la passione per la musica hard rock che vive nel tocco dei suoi interpreti, con menzione speciale per il duo Robert Hart e Jim Kirkpatrick, vero alfiere di questa registrazione. I Diesel lasciano così alla storia un disco di alto profilo, che getta solide fondamenta sul futuro proseguo della carriera di questo combo inglese che, forte di una formazione composta da un quartetto di assoluti veterani del genere, non poteva che rivelarsi di immediato successo.

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