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06 Maggio 2014 12 Commenti Alessio Minoia
genere: Melodic Rock / Pomp Rock
anno: 2014
etichetta: SPV Records
Tracklist:
1. Live ‘Til You Die
2. Unwritten Sacrifice
3. Falling For The Big Plan
4. Crying In The Rain
5. Too Many Clowns
6. Midnight Angel
7. The Art Of Compromise
8. Don’t Fall Asleep
9. Wisdom’s Had Its Day
10. Burning River
11. The Valley Of Tears
Formazione:
Bob Catley — Voce
Tony Clarkin — Chitarra e voce
Mark Stanway — Tastiere
Al Barrow — Basso
Harry James — Batteria
Perchè? Mi sono spesso chiesto nel corso degli anni la ragione per la quale uno straordinario ensemble come i Magnum siano sempre stati relegati ai margini del music business, fuori non solo dal mainstream imperante al momento ma colpevolmente declassati al rango di vecchie glorie dell’ hard europeo. Eppure si potrebbe stare almeno una mezza giornata a citare dischi, canzoni, melodie, lyrics, emozioni che l’ ineffabile duo Tony Clarkin/Bob Catley ha elargito regolarmente nelle ultime quattro decadi di onorato servizio.
Cor core ‘n mano vi prego di (ri)scoprire l’estasi che album come Kingdom of Madness, On a Storyteller’s Night, The Eleventh Hour, Vigilante, Wings Of Heaven, Goodnight L.A., Sleepwalking hanno procurato al sottoscritto: melodici, pesanti quanto basta, accattivanti al punto giusto, antemici quando serve. Non troverete in questi capolavori alcun traccia di liriche sessiste ed inutili, non troverete coretti ruffiani o produzioni ad effetto, nessuna ballata strappamutande dimenticata con il sorgere del sole, solo il Rock che dovrebbe essere creato, interpretato, suonato con i suoi up alti e bassi.
Escape From The Shadow Garden ha tutto questo e qualcosa in più rispetto alle loro ultime produzioni: la magia!
Certo gli albionici sono passati attraverso parecchi cambiamenti nel corso degli anni e Sua Maestà Bob Catley non ha più un’ugola incontaminata e pura come i tempi che furono ma la passione letteralmente sputata fuori dagli speaker in Unwritten Sacrifice è primordiale e liberatoria.
La ritmica di Al Barrow e Harry James è decisa ed affidabile come sempre e i tasti d’avorio di Mark Stanway conferiscono una profondità del suono senza artifizi di sorta.
Falling For The Big Plan è una piacevole news per il five piece, un intro di voce e piano lascia inesorabilmente spazio al resto della band per deflagrare in un coro assassino. Il rock quadrato e basico del primo estratto Too Many Clows suona strano per i parametri musicali consueti ma è ciò che serviva rispetto alle precedenti uscite: nessun prigioniero!
E poi l’immensità di Midnight Angel, Don’t Fall Asleep e Burning River, palpitanti prelibatezze che hanno tutto per diventare classici senza tempo.
Il songwriting curato, la fusione di chitarra voce e tastiere, la produzione fresca e attuale, la cura direi artigianale nel trovare lo spiraglio tra luci ed ombre per permettere alla melodia di aprirsi un meraviglioso varco rende questo disco a mio parere perfetto.
Per fortuna una canzone vale ancora più di tante parole pertanto, credetemi, non ho voglia tantomeno possibilità alcuna di citarvi singolarmente come e dove scoprire meraviglie e piccole sorprese tra le pagine di questo ennesimo capitolo a firma Magnum.
Lascio che questa parzialissima recensione apra la strada alla vostra curiosità e, per carità, al vostro personalissimo gusto e giudizio, per quello che mi riguarda…chapeau!
IN CONCLUSIONE:
Non perdete tempo a leggere queste righe, il tempo fugge e vi state perdendo un piccolo pezzo di paradiso in terra.
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