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19 Novembre 2013 67 Commenti Andrea Vizzari
genere: Melodic Hard Rock
anno: 2013
etichetta: Frontiers Music
Tracklist:
01. Talk To Me
02. Power Of Music *
03. Broken Wings
04. Lost In Paradise
05. It Can't Rain Forever
06. Fragile Ground
07. Hold Your Love
08. Never Too Late *
09. Heaven Lost
10. My Heart Is Dying
11. Break Out
12. Maybe Tomorrow *
13. Thunder In The Distance
* migliori brani
Formazione:
Michael Kiske – Voce
Uwe Reitenauer – Chitarre
Dennis Ward – Basso, Chitarra Ritmica, Cori
Dirk Bruinenberg – Batteria
Gunther Werno - Tastiere
Nell’ambiente musicale il terzo disco è quel lavoro importantissimo che nella maggior parte dei casi dovrebbe confermare appieno le qualità (o i difetti) già ampiamente o leggermente espressi tra il debutto e il secondo lavoro.
Probabilmente questo è un ragionamento unicamente riferito a band vere e proprie e meno a quei “project” nati dall’unione di musicisti provenienti da band diverse e con songwriters esterni che di certo non hanno quelle ambizioni e quella voglia di sfondare nel music-business per portare la propria musica in giro per il mondo.
Date queste premesse ecco “Thunder In The Distance”, terzo lavoro targato “Place Vendome”, arrivato dopo il fantastico debutto omonimo del 2005 e l’ottimo “Streets Of Fire”, in cui come al solito diversi songwriters esterni come Magnus Karlsson (Primal Fear), Timo Tolkki (ex-Stratovarius), Alessandro Del Vecchio (Hardline), Roberto Tiranti e Andrea Cantarelli (Labyrinth, A Perfect Day), Tommy Denander (Radioactive), Sören Kronqvist (Sunstorm, Issa), e Brett Jones hanno contribuito alla creazione delle 13 tracce che compongono questo nuovo lavoro uscito lo scorso 1 Novembre per Frontiers Records.
Tolto probabilmente il quasi auto-plagio della, seppur ottima, opener “Talk To Me” ( un mix di “Cross The Line” e “Streets Of Fire”, guarda caso openers dei due precedenti lavori) il disco scivola tranquillamente fino alla fine senza però dare quelle emozioni e quei sussulti a cui ci avevano abituati in passato. La voce di Michael Kiske è sempre al top, nulla da dire alla sua performance sempre strepitosa capace di scuotere l’ascoltatore nelle canzoni più sostenute come la già citata “Talk To Me”, “Broken Wings” o la frizzante “Never Too Late” sia coinvolgerlo negli episodi più tranquilli come “Lost In Paradise”, “It Can’t Rain Forever” o la stupenda “Maybe Tomorrow”.
Purtroppo il songwriting non è alla stessa altezza: l’impressione generale è di un disco leggermente troppo lungo, con qualche filler di troppo e canzoni che fanno davvero fatica a decollare complici melodie scontate o addirittura proprio da dimenticare come nel caso di “Fragile Ground” e del suo chorus orrendo. Musicalmente il disco continua quanto proposto da “Streets Of Fire”, allontanandosi sempre più dai lidi aor del debutto preferendo un solido melodic rock di stampo europeo/teutonico in cui purtroppo neanche la produzione riesce a brillare e non fa che confermare il periodo no di Dennis Ward in camera di regia.
IN CONCLUSIONE
Riprendendo il discorso iniziale, di certo con questo “Thunder In The Distance” i Place Vendome non vogliono, né si impongono, di stravolgere il mercato o di guadagnare un successo strepitoso ma indubbiamente non sono riusciti a confermare l’alta qualità espressa nei due precedenti dischi. Se la formazione del gruppo è rimasta pressoché invariata, lo stesso non si può dire della qualità della musica proposta: l’involuzione è palese e inizia dal songwriting poco convincente passando per la produzione insipida e fredda fino alla lunghezza eccessiva messa in luce proprio dai molti pezzi discreti e dalle poche canzoni degne di nota (“Maybe Tomorrow”, “Never Too Late”, “Power Of Music” per esempio) lontane parenti di quelle gemme passate come “Heaven’s Door”, “I Will Be Waiting”, “Follow Me” o “Valerie”.
Davvero un peccato per tutti fan della splendida voce di Michael Kiske che qui più che mai deve, da solo, tirare la baracca.
© 2013 – 2018, Andrea Vizzari. All rights reserved.
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