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Recensione Classico

Classico

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Shy – Excess All Areas – Classico

01 Febbraio 2025 0 Commenti Samuele Mannini

genere: Hard Rock/AOR
anno: 1987
etichetta: RCA
ristampe:

Tracklist:

1 Emergency
2 Can't Fight The Nights
3 Young Heart
4 Just Love Me
5 Break Down The Walls
6 Under Fire
7 Devil Woman
8 Talk To Me
9 When The Love Is Over
10 Telephone

Formazione:

Bass – Roy Stephen Davis
Drums – Alan Kelly
Guitar – Steve Harris
Keyboards – Pat McKenna
Vocals – Tony Mills

Producer, Recorded By, Mixed By – Neil Kernon

 

Gli Shy sono un esempio emblematico di come molte band inglesi degli anni ’80 abbiano cercato di conquistare il mercato musicale statunitense durante l’era dell’hard rock. Nonostante il loro talento e la loro energia, come molti altri gruppi, hanno incontrato difficoltà nel mantenere una presenza stabile negli Stati Uniti. Questo fenomeno era comune a molte band che, pur avendo successo in Europa, trovavano il mercato americano particolarmente competitivo e difficile da penetrare, e si possono citare altri esempi, come Thunder e FM.

Non possiamo dimostrare se ciò fosse dovuto al fatto che le band britanniche portavano con sé un certo ‘sapore’ culturale, che poteva non risuonare immediatamente con il pubblico americano, abituato a modelli e riferimenti differenti, o all’ostracismo delle major discografiche, quasi tutte americane, che tendevano a promuovere maggiormente le band locali. Tuttavia, questo fenomeno ha reso estremamente difficile per le band inglesi ottenere riconoscimenti oltreoceano, portandole spesso a conformarsi a tendenze musicali non sempre in linea con la loro identità artistica.

Gli Shy si erano però ben preparati a tentare lo sbarco, e infatti la scelta di avvalersi di songwriter come Michael Bolton e Don Dokken appariva adeguata per sdoganare il British sound nelle Colonies. C’è da dire che nessuno sforzo era stato lesinato nemmeno nella impeccabile produzione, curata da Neil Kernon, e nella qualità sia delle composizioni sia delle esecuzioni.

Dopo gli esordi con “Once Bitten…Twice…Shy” (1983) e “Brave The Storm” (1985), la band ha dunque pubblicato quello che è considerato il loro capolavoro, presentando un AOR robusto e moderno, con un mix di hard rock melodico e influenze classic metal. Musicalmente parlando, la chitarra di Steve Harris è melodica e precisa, e si sposa alla perfezione con la voce di Tony Mills, che ha un po’ il timbro di Geoff Tate, con quella potenza e quella profondità emotiva. La sua malinconia aggiunge un tocco speciale sia nei pezzi più energici che nelle ballad. In più, le tastiere di Paddy McKenna fanno un lavoro incredibile, creando atmosfere epiche e quasi da film di fantascienza, che danno una marcia in più al sound.

Il disco si distingue per una serie di brani significativi che mostrano la versatilità della band. “Emergency” apre con un potente equilibrio tra chitarre e synth, scritto in collaborazione con Michael Bolton. Tra le tracce più memorabili c’è “Break Down The Walls”, scritta con Don Dokken, che emerge come la hit dell’album, grazie a un riff irresistibile e a un’atmosfera tipica degli anni ’80. “Young Heart” porta un tocco di AOR con melodie sinuose e un ritornello che rimane impresso, mentre “Devil Woman”, una rivisitazione in chiave melodic hard rock della celebre canzone di Cliff Richard, si fa notare per i cori irresistibili e i riff corposi. A completare il quadro, “When The Love Is Over” è una ballad strappalacrime, arricchita da soavi accompagnamenti di tastiera, e viene considerata una delle ballad AOR più belle di tutti i tempi. Questa lista di brani dovrebbe essere già sufficiente a farvi correre a comprare “Excess All Areas”, qualora non lo abbiate già, ma sono sicuro che a nessuno dei nostri lettori manchi questo disco nella propria collezione.

Stiamo dunque parlando di un vero e proprio oggetto di culto per gli amanti dell’AOR, grazie alla sua qualità musicale e alla sua energia. Lo considero un punto di riferimento per il genere e uno dei tanti esempi di come il rock britannico possa competere con quello americano, a volte superandolo grazie a quel tocco british che magari fa storcere il naso agli americani, ma che denota un background culturale che oltreoceano possono solo sognare. Nonostante la scomparsa di due membri chiave, Steve Harris e Tony Mills, l’eredità degli Shy e di “Excess All Areas” rimane intatta. Questo lavoro è un vero gioiello per chi ama l’AOR e il melodic hard rock, un esempio di come passione e talento possano creare un’opera d’arte senza tempo.

Se amate l’AOR con una marcia in più, “Excess All Areas” è un acquisto obbligato.

© 2025, Samuele Mannini. All rights reserved.

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