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Recensione

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Wildness – Avenger – Recensione

23 Gennaio 2025 1 Commento Alberto Rozza

genere: Hard Rock
anno: 2025
etichetta: Frontiers

Tracklist:

Wings Of Fire
Crucified
Broken Heart
Caught Up In A Moment
Wasted Time
Avenger
Poison Ivy
I'll Be Over You
Stand Your Ground
Eye Of The Storm
Walk Through The Fire

Formazione:

Erik Modin - Drums

Adam Holmström - Guitar

Pontus Sköld - Guitar

Erik Forsberg - Vocals

Marcus Sjösund - Bass

Contatti:

Facebook: https://www.facebook.com/wildnessofficial/

 

Iniziamo il 2025 con l’energia e la potenza di “Avenger”, ultima fatica di studio degli Wildness, band svedese dal degnissimo curriculum live e dal sound riconoscibile.

Ritmiche serrate e taglienti ci danno il benvenuto: “Wings Of Fire” è una buonissima presentazione, con tutti i crismi del genere e una esecuzione di livello. “Crucified” è un esempio di coralità e di trame ben strutturate, dal ritornello che fa presa e dall’arrangiamento convincente. Arriviamo a “Broken Heart”, dalla grande dinamica, capace di mischiare ritmiche toste a un’ambientazione delicata e suadente. Con “Caught Up In A Moment” ci addentriamo in un brano introspettivo e convinto, tradizionale nella struttura strumentale, ma dagli slanci non banali, soprattutto nella parte del solo. Caliamo il tiro: “Wasted Time” risulta piacevole e leggera, senza grandi lampi di fantasia e di originalità, passando senza grandi ricordi. Ci imbattiamo nella title track “Avenger”, poderosa, potentissima, quadrata, un brano che resta impresso, sia nella strofa che nel ritornello cantabilissimo: un piccolo gioiello. “Poison Ivy” è un pezzo che si lascia ascoltare, dalle atmosfere oscure, che ancora pecca in originalità, così come la successiva “I’ll Be Over You”, che lascia un po’ quella sensazione di già sentito. “Stand Your Ground” sale di livello: le ritmiche tornano a rombare e la voce si fa più crudele e tirata, facendo scatenare l’ascoltatore. Asciutta e cadenzata, “Eye Of The Storm” non stupisce più di tanto, facendoci tornare quella sensazione “montagne russe” che caratterizza questo lavoro: un saliscendi tra alti e bassi costante. Concludiamo l’ascolto con la scatenata “Walk Through The Fire”, in linea con il disco, che globalmente risulta essere ben eseguito ma discontinuo per dinamica ed energia.

© 2025, Alberto Rozza. All rights reserved.

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