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Magnum – On A Storyteller’s Night – Classico

10 Novembre 2024 3 Commenti Samuele Mannini

genere: AOR
anno: 1985
etichetta: Polydor
ristampe:

Tracklist:

HOW FAR JERUSALEM
JUST LIKE AN ARROW
ON A STORYTELLER'S NIGHT
BEFORE LAST LIGHT
LES MORTS DANSANT
ENDLESS LOVE
TWO HEARTS
STEAL YOUR HEART
ALL ENGLAND'S EYES
THE LAST DANCE

Formazione:

Tony Clarkin: Guitars
Bob Catley: Vocals
Wally Lowe: Bass
Mark Stanway: Keyboards
Jim Simpson: Drums

 

“On A Storyteller’s Night” è molto più di un semplice album AOR. È un disco che incarna una transizione, un punto di svolta nella carriera dei Magnum. Pubblicato nel 1985, in un’epoca dominata dalle influenze d’oltreoceano e dalle sonorità sintetiche, i Magnum scelgono una strada diversa. Abbandonano in parte le complessità del progressive rock che aveva caratterizzato i loro primi lavori, e si dirigono verso un sound hard rock più diretto e melodico, influenzato dall’AOR, ma con un tocco ben riconoscibile di epicità che li distingue dalla massa.

Bisogna contestualizzare la nascita di questo album. I Magnum, nati a Birmingham nella prima metà degli anni ’70, si erano formati in un periodo assai fertile per il progressive rock. Band come Genesis, Yes e Jethro Tull dominavano le classifiche, e i primi lavori dei Magnum, come “Kingdom of Madness” (1978) e “Marauder” (1980), mostrano chiaramente questa influenza. Con l’arrivo degli anni ’80 però il panorama musicale comincia cambiare. Il progressive rock si avvita un po’ troppo su se stesso e perde popolarità, nuovi generi come l’heavy metal e l’AOR cominciano ad emergere con forza. I Magnum, con “On A Storyteller’s Night”, dimostrano di sapersi adattare ai tempi, senza però rinunciare alla propria identità.

La chiave di questa ricetta per il successo sta nell’equilibrio tra innovazione e tradizione. I Magnum prendono le melodie accattivanti e i ritornelli orecchiabili dell’AOR, ma li arricchiscono con arrangiamenti complessi e testi che pescano anche da ambientazioni fantasy (a partire dalla cover) e che richiamano le loro radici progressive. L’uso sapiente delle tastiere di Mark Stanway contribuisce a creare atmosfere suggestive e a volte maestose, che avvolgono l’ascoltatore in un mondo fantastico.

L’anima di “On A Storyteller’s Night” è però la voce di Bob Catley. Capace di passare con disinvoltura da toni potenti ed emozionanti a momenti di grande intimità e fragilità, Catley dà vita ai testi di Tony Clarkin con una passione e una convinzione uniche. Ascoltate brani come “How Far Jerusalem” e “Les Morts Dansant”, e capirete perché Catley è considerato uno dei migliori vocalist hard & heavy di sempre. Questo disco però non è solo melodia e atmosfera. La chitarra di Tony Clarkin, pur non essendo protagonista assoluta come in altri generi, è sempre presente, con riff incisivi e assoli melodici che arricchiscono le composizioni.

L’album si apre con “How Far Jerusalem”, un brano epico che cattura immediatamente l’ascoltatore con la sua introduzione di flauti e voci echeggiate, seguita da un riffing brillante e i toni diretti di Bob Catley. “Just Like an Arrow” è un altro pezzo forte dell’album, caratterizzato da un ritornello superbo e melodico che trascina l’ascoltatore in un abisso di assuefazione musicale. La title track, “On a Storyteller’s Night”, è accattivante e senza tempo, con un ritornello imponente e un’atmosfera quasi mistica. La canzone “The Spirit” è un altro esempio della capacità dei Magnum di creare brani epici e coinvolgenti, con un testo che esplora temi di speranza e perseveranza. Come non citare poi, la straziante “The Last Dance” ed un brano che si scaglia contro la guerra come “Les Morts Dansant”, canzone struggente che racconta la storia di un soldato durante la Prima Guerra Mondiale.

L’album è stato lodato negli anni per la sua coerenza artistica e la qualità della produzione, con la chitarra di Tony Clarkin che alterna momenti dolci e suadenti a passaggi più pungenti ed analitici. Ogni canzone è praticamente un capolavoro a sé stante, contribuendo a creare un album vario e coinvolgente. La sezione ritmica, composta da Wally Lowe al basso e Kex Gorin alla batteria, fornisce una solida base che sostiene le complesse strutture delle canzoni.

“On A Storyteller’s Night” è indubbiamente un album che ha segnato un’epoca. Ha dimostrato che l’AOR può essere molto più di semplice musica da radio, e ha aperto la strada al successo commerciale che i Magnum avrebbero ottenuto con i successivi “Vigilante” e “Wings of Heaven”. “On A Storyteller’s Night” rimane quindi un disco speciale e cominciando dalla meravigliosa copertina, segna un punto di equilibrio perfetto tra la tradizione progressive e la modernità dell’AOR, un album che ancora oggi, a distanza di quasi quarant’anni, conserva intatto il suo fascino.

 

© 2024, Samuele Mannini. All rights reserved.

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