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Fighter V – Heart Of The Young – Recensione

07 Novembre 2024 1 Commento Giulio Burato

genere: Hard Rock
anno: 2024
etichetta: Rock Atack Records

Tracklist:

01. Eye To Eye
02. Heart of The Young
03. Run N Hide Away
04. How Long
05. Speed Demon
06. Bringing It Back
07. Miracle Heart
08. Stepped On A Landmine
09. I’m There
10. There Is No Limit (Speed Limit)
11. Power
12. Radio Tokyo Intro
13. Radio Tokyo

Formazione:

Lucien Egloff – drums
Felix Cammerell – keyboards
Emmo Acar – vocals
Roman Stadler – bass
Thomas Gunn – guitar

 

Tornano dopo ben cinque anni e diversi cambi di line-up i promettenti svizzeri Fighter V che seguono le orme dei connazionali Gotthard e che già si erano fatti notare col loro album di esordio.
Il cambio di frontman è sempre un passaggio delicato e difficile da digerire per i fans di qualsiasi band. Nel primo album alla voce dei Fighter V c era Dave Niederberger che nel 2021 ha lasciato la band per problemi vocali; subentra ora Emmo Acar, dal timbro vocale più roco.
“Heart of the young” è un album con varie influenze che passano dagli adorati anni ’80 del hard rock melodico ai recenti gruppi della scena scandinava.
Nel primo singolo rilasciato intitolato “Eye to eye” viene a galla la voce più ruvida di Emmo che mi destabilizza rispetto alla precedente uscita discografica. Ascolto dopo ascolto però ci faccio l’orecchio.
La title track e la successiva “Run N Hide Away” sfoggiano un fiume di tastiere, sapientemente gestite da Felix Cammerell, presenti in maniera copiosa in tutta la release.
Un piccolo gioiello è la quarta traccia “How low” dal coro molto “leppardiano” che sposa alla perfezione quanto espresso negli anni dagli H.e.a.t. Acar risulta più controllato nei toni vocali e tutto fila alla perfezione.
Andatura molto serrata, mitigata solo dall’intro blues chitarristico, per “Speed Demon” che ricorda le sfuriate di Y.Malmsteen. La power ballad “Bringing It Back” spara un altro incredibile ritornello che mi trafigge il padiglione auricolare. E il sax come assolo? Canzone fantastica.
Sapore da colonna sonora ottantina per “Miracle heart” che ci ricorda quanto erano grandi i Surviror mentre con “Stepped On A Landmine” vengono omaggiate band come Deep Purple e Van Halen.
Tappeto rosso per il lento “I’m There”, emozionante e dalle orchestrazioni sonore da brividi, arricchite nuovamente da un sax che fa salire la pelle d’oca in chiusura di canzone.
In “There Is No Limit (Speed Limit)” sembra cha appaia un clone di David Coverdale, e il serpente bianco stringe il “Heart of the young”. Combo di voci grazie alla presenza di John Diva nella adrenalinica “Power”. Si chiude con “Radio Tokyo”, devota ai Brother Firetribe, che riassume e sintetizza perfettamente la caratura di questo album.

© 2024, Giulio Burato. All rights reserved.

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