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Recensione

80/100

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Radioactive – Reset – Recensione

21 Ottobre 2024 2 Commenti Paolo Paganini

genere: Aor
anno: 2024
etichetta: Frontiers

Tracklist:

1. Sentimental
2. Shame On You, Shame On Me
3. Gaia
4. When The Lights Go Down
5. In A Perfect World
6. Reset
7. Midnight Train
8. Open Spaces
9. Sweet Little Tina
10. Hard Times To Fall In Love
11. Breakaway

Formazione:

Tommy Denander - Chitarra, basso, tastiere, voce

Ospiti:

Jeff Paris - Voce
Jim Jidhed - Voce
Robin McAuley - Voce
Joey Vana - Voce
Harris Dio Zindani - Voce
Mutt Lange - Cori
Lenna Paris - Cori
Neil Anami – Batteria e percussioni
Keith Scott - Chitarra su “Reset”
Tony Levin - Basso su “Reset”
Tony Nilsson - Tastiere e programmazione su “Reset”

Contatti:

https://www.facebook.com/tommydenanderradioactive/
https://www.facebook.com/tommydenanderofficial/

 

Alzi la mano chi tra gli amanti dell’’AOR non conosce il nome di Tommy Denander, polistrumentista, produttore, compositore che calca ormai la scena musicale mondiale da decenni collaborando con i più svariati artisti, passando da Alice Cooper ai Deep Purple, da Anastacia a Tina Turner, oltre ad una serie di progetti che lo vedono coinvolto in prima persona tra i quali annoveriamo anche i qui presenti Radioactive giunti ormai al sesto album da studio. Come accaduto in precedenza Tommy si avvale della collaborazione di una nutrita schiera di ospiti tutti con un curriculum da paura.

L’album è praticamente un tributo ai Toto sia nelle sonorità che nella struttura delle composizioni, con qualche inserimento qua e la di Journey, Def Leppard e Foreigner. Il disco suona compatto e la maestria e la cura con cui tutte le canzoni sono confezionate è davvero qualcosa di impressionante. Nulla è fuori posto, nessun assolo non all’altezza tutto perfetto. Ma c’è un ma… eh si altrimenti non si spiegherebbe il voto finale. La verità è che pochi dei brani in scaletta prendono davvero il cuore dell’ascoltatore. Sembra quasi di trovarsi di fronte ad una copia dei Toto ma senz’anima. Alcuni brani più diretti come Sentimental, Shame On You, Sahme On Me o Hard Times To Fall In Love riescono a fare centro già dal primo ascolto mentre altri quali In A Perfect World, Reset o Midnight Train sembrano una vera e propria clonazione della band si Steve Lukater. Ci stiamo lamentano del brodo grasso? Si forse è così e sicuramente molti di voi non saranno d’accordo con le mie considerazioni ma la sensazione che si ha è proprio quella di trovarci davanti ad un mero esercizio stilistico. Proprio per quanto detto sopra non me la sono sentita di andare oltre al voto che trovate in fondo alla recensione.

Lascio a chi tra di voi avrà voglia di ascoltare questo cd se considerarlo un capolavoro da avere a tutti i costi e o se derubricarlo a uno dei tanti ottimi progetti del buon Denander.

 

© 2024, Paolo Paganini. All rights reserved.

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