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Recensione

70/100

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Wake The Nations – Heartageddon – Recensione

28 Settembre 2024 Comment Giulio Burato

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2024
etichetta: Inverse

Tracklist:

1. Alive
2. Don't Call Me Tonight
3. Never Say
4. Bulletproof
5. Wheel Of Fortune
6. Lifesaver
7. Seven
8. Crossroads
9. I Can Take It All
10. The Shadows
11. Cowboyz & Call Girlz
12. Hey
13. Street Of Fire

Formazione:

Krister Stenbom: vocals
Risto Tuominen: guitar
Janne “Gekko” Granfors: bass
Tuomas Pelli: drums

 

In una burrascosa settimana di metà settembre a Lampedusa, mi trovo a scrivere, visto il maltempo estivo, le righe di una recensione  ‘particolare’ di “Heartageddon”, terzo capitolo discografico dei WTN, uscito per Inverse Records, è composto da ben tredici tracce.
Il preludio atmosferico iniziale fa da perfetto contraltare al secondo singolo della band finlandese “Bulletproof” ambientato in una splendida cornice innevata. La bella canzone in stile W.e.t. è una combinazione di tastiere e chitarre cariche di energia, pronte a sciogliere ghiacci nordici e silenzi lampedusani.
Passando di spiaggia in spiaggia, abbino una coppia di canzoni ad ogni singola sosta al mare, apportando alla recensione un aspetto vacanziero o da puntata di “Kilimangiaro”.
Iniziamo il tour musicale.
Posta nei pressi dell‘aeroporto, in cala Maluk, dal nome quasi evocativo dei nativi americani, suona egregiamente la marcia di “I Can Take It All” che prepara la carica, manco a farlo di proposito, de “Cowboyz & Call Girlz”, moderna e ben orchestrata, entrambe infarcite da una potente base di basso e chitarre.
Nella poco pubblicizzata cala Galera, quale miglior colonna sonora se non il primo singolo dal titolo “Alive”? Uscito al primo maggio, ha in dote un bel giro di chitarra e un video quanto meno particolare. A seguire, perfetto appare il titolo “The shadows”; la canzone ricorda il mood dei One Desire per struttura e presenze di tastiere; bello l’assolo.
Terza tappa, la più suggestiva e rinomata, la spiaggia dei Conigli, dove, se fosse possibile, sarebbe spettacolare guardare il tramonto con un sottofondo come “Crossroads”, sognante anche nel testo, e la “Wheel of fortune” che qui non servirebbe visto il luogo paradisiaco (un po’ troppo affollato).
Quarta ed ultima tappa al settimo giorno, cala Pulcino, impervia e non accessibile dalle strade, a cui affianco cronologicamente la canzone “Seven”, con un’anima glam dal ritornello di facile presa tra Crashdiet e Crazy Lixx, e la semi acustica “Street of fire”.
Il tour turistico-musicale termina; la varietà delle spiagge e dei paesaggi in pochi chilometri di isola si sposano alla perfezione con la proposta eterogenea dei Wake the Nations che toccano diverse sfumature del hard melodico scandinavo.

p.s. dedicato A. una persona che silenziosamente ha influenzato negativamente una vacanza.

© 2024, Giulio Burato. All rights reserved.

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