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Scarlet Rebels – Where The Colours Meet – Recensione

05 Settembre 2024 6 Commenti Giulio Burato

genere: ROCK / MELODIC ROCK
anno: 2024
etichetta: Earache Records

Tracklist:

1. Secret Drug
2. Let Me In
3. It Was Beautiful
4. Grace
5. Declining
6. Out of Time (feat. Elles Bailey)
7. How Much Is Enough
8. Practice Run
9. Streets Of Fire
10. Who Wants To Be In Love Anyway
11. Divide and Conquer
12. My House My Rules

Formazione:

Wayne Doyle – vocals, rhythm guitar
Chris "CJ" Jones – lead guitar
Josh Townshend - rhythm guitar, keyboard, piano
Gary Doyle – drums
Wayne "Pricey" Esmonde – bass guitar

 

Nella mia personale classifica dello scorso anno, i secondi classificati sono stati i Tempt con l’omonimo album dalla variopinta copertina. Che sia un segno del destino recensire un altro album con una copertina con lo stesso tema cromatico? Probabilmente sì, vista la qualità delle canzoni che ci regalano anche gli Scarlet Rebels con “Where The Colours Meet”, tanto da farlo entrare nella mia top 5 del 2024.

Non ci giro dunque attorno; questo album merita decisamente attenzione dagli appassionati del rock, che qui si tinge di tante sfumature.

Per rendere l’idea, basta ascoltare le prime quattro canzoni e farne subito un resoconto. “Secret drug” sembra sia uscita da “Sonic temple” dei The Cult, “Let me in” non si discosta dalla prima, mentre la bella power ballad “It was beautiful” parte sorniona e delicata per poi sfociare in un arcobaleno melodico; il poker è servito con l’americaneggiante “Grace”.

Ma nella tavolozza dei colori, ovunque il pennello vada ad appoggiarsi trova sempre una tinta che va a completare il quadro (sonoro). Il singolo “Streets of fire” è un pezzo dalla grande struttura rock, il lento “Out of time”, con la magistrale prestazione vocale in combo con Elles Bailey, è da brividi, la malinconia “Practice run” e “Who Wants To Be In Love Anyway”, ricca di tastiere, sono tutte squisite verniciature musicali.

Questo album sembra essere un invito a esplorare, a sentire e a vivere la musica in un modo più profondo e connesso. È un promemoria che la musica non è solo un’arte, ma anche un linguaggio universale che parla direttamente all’anima ed il paragone con la pittura calza perfettamente. Invitiamo i nostri cari lettori ad immergersi in questo “crogiolo” di suoni e colori. Sarà sicuramente un’esperienza che unirà e ispirerà molti. Noi vi abbiamo dato la cornice, le canzoni con cui dipingere il quadro sceglietele voi.

 

© 2024, Giulio Burato. All rights reserved.

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