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28 Giugno 2024 2 Commenti Samuele Mannini
genere: Hard Rock
anno: 1986
etichetta: Atlantic
ristampe:
Tracklist:
Can't Live Without 3:39
He's Making You The Fool 3:52
Time 5:21
Your Mind's Open 3:37
Better Not Call 5:06
You'll Never Know 2:57
About To Make The Time 4:56
You're Only Losing Your Heart 3:48
Hard Living Without You 3:20
Isn't That The Way 3:18
Formazione:
Randy Jackson: guitars, vocals, synthesizers
Felix Hanemann: bass, keyboards
Guy Gelso: drums
Conobbi gli Zebra solo dopo avere ascoltato il disco dei China Rain di Randy Jackson ( Qui la ns. recensione) e sinceramente mi sarei aspettato un sound tutto sommato simile, quindi mai e poi mai avrei pensato di ascoltare un mix stilistico tra gli Zeppelin i Triumph ed i Rush, ma con mia somma sorpresa il tutto funziona alla grande.
La storia degli Zebra è quella di un gruppo che ce l’aveva quasi fatta. Autori di un esordio che raggiunse il disco d’oro negli Usa (500.000 copie) tutto faceva pensare ad una folgorante carriera ma, il successivo No Tellin’ Lies, non riuscì a bissare queste cifre, segnando così un raffreddamento dei rapporti con l’ Atlantic Records, che ai tempi era pronta a lanciare in pista miriadi di gruppi ben più radio friendly. Questo 3.V fu dunque una sorta di o la va o la spacca e la band, con un budget ridotto e privata del loro storico produttore si apprestò a registrare questo terzo disco con la spada di Damocle che le pendeva sulla testa. A livello di produzione il cambio di direzione è abbastanza evidente, mentre a livello di songwriting si nota il tentativo di mediare tra la vena artistica della band e la volontà di risultare fruibili ad un pubblico più largo possibile, probabilmente per placare le richieste della casa discografica. Commercialmente il disco fu però un flop (almeno per i canoni dell’epoca) e segnò quindi la fine prematura della band che ad eccezione di un live nel 1990 ed un disco nel 2003 cessò praticamente di esistere.
Passando ai brani, l’impronta Triumph si nota immediatamente nell’opener Can’t Live Without, che parte a martello con atmosfere pomposissime e tirate, He’s Making You The Fool vira più sul lato Rush probabilmente grazie anche all’impronta vocale di Randy, mentre Time ci mostra il lato zeppeliniano del gruppo. In queste tre canzoni è possibile sviscerare i temi stilistici del disco, ma non voglio sbrigarmela con così poco, perché il disco merita di essere ascoltato in toto ed apprezzato in tutte le sue sfumature, alcune delle quali ritroveremo anche successivamente nei già citati China Rain. Vi citerò dunque l’up tempo Better Not Call dal refrain irresistibile, Hard Living Without You, hard rock serrato cantato in una tonalità impossibile ed infine la conclusiva Isn’t That The Way.
Per concludere invito chi non li conoscesse ad ascoltare con attenzione questo disco che forse, per l’epoca, era talmente avanti da non essere capito ed apprezzato in pieno.
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