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17 Giugno 2024 2 Commenti Paolo Paganini
genere: Power metal
anno: 2024
etichetta: Frontiers
Tracklist:
1. Against The Odds
2. King of Kings
3. Daimyo
4. Shadow Warrior
5. Apollo
6. Fallout War
7. Messenger of The Stars
8. Before The Dawn
9. Edge of Insanity
10. Alexander The Great (356-323 B.C.)
Formazione:
Jona Tee – Chitarra solista, chitarra ritmica, basso, tastiere, cori
Nils Molin - Voce
Ospiti:
Georg Härnsten Egg - Batteria
Elize Ryd – Voce su Before The Dawn
Love Magnusson – Chitarra solista su King of Kings e Edge of Insanity
Daniel Johansson – Chitarra solista su Daimyo e Apollo
Laucha Figueroa – Chitarra solista su Shadow Warrior e Fallout War
Nuovo capitolo per il side project capitanato da Jona Tee (H.E.A.T.) che vede Eric Gronwall lasciare il posto dietro al microfono a Nils Molin (Dynazty, Amaranthe). Una serie di ospiti e musicisti vanno a impreziosire di volta in volta i dieci brani che compongono questo album basato sulla narrazione di personaggi ed episodi biblici, epici e storici. Il power metal più classico fa ovviamente la parte del padrone come nell’opener Against The Odds dove si fanno strada un’ immancabile doppia cassa incalzante, assoli velocissimi e taglienti come rasoi sulle quali la voce di Nils si trova perfettamente a proprio agio. La biblica King Of Kings procede spedita mentre l’evocativa Daimyo ci porta nel Giappone dell’epoca feudale. L’oscura Shadow Warrior fa da apripista a una delle migliori song dell’album; quell’Apollo che narra della corsa alla conquista dello spazio durante la guerra fredda tra Russi e Americani ed il ritornello in pieno stile AOR ne fa uno dei vertici del disco. L’oscura e tenebrosa Fallout War lascia spazio ad un power metal puro che nulla ha da invidiare ai classici del genere. Messanger Of The Stars è l’ultimo pezzo tirato in attesa nelle splendida ballata Before The Dawn che vede Elize Ryd (Amaranthe, Kamelot) formare al fianco di Nils una coppia perfetta. Edge Of Insanity racchiude in se tutto lo stile dei New Horizon risultando al contempo melodica, epica e dinamica. La cover Alexander The Great degli Iron Maiden tratta dall’album Somewhere In Time del 1986 posta in chiusura rappresenta un tributo a una delle band simbolo di tutti i temi del metal più epico a livello planetario.
IN CONCLUSIONE:
Il lavoro è indubbiamente ben confezionato, per niente monotono e pieno di spunti estremamente interessanti che potrebbero stuzzicare anche l’interesse dei melomani più intransigenti che seguono da sempre il nostro sito e che si potrebbero trovare spiazzati nel vedere questo titolo apparire nelle recensioni degli album in uscita. Consiglio: dategli un ascolto prima di accantonarlo; potrebbe regalarvi molte gradite sorprese.
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