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Recensione Gemma Sepolta

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Gemma Sepolta

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CITA – Act 1 Replase Of Reason – Gemma Sepolta

14 Giugno 2024 5 Commenti Samuele Mannini

genere: Hard Rock
anno: 1995
etichetta: Irs -MTM
ristampe:

Tracklist:

Everytime (I Close My Eyes)
Through The Years
Stand Or Fall
Two Hearts
These Eyes
No Heroes
Relapse Of Reason
Steal Another Fantasy
The Fall
Who Will You Run To
Changes
Silent Soldiers

Formazione:

Bass Guitar, Vocals – Joe Marone
Drums, Percussion, Vocals – Troy Benson
Guitar, Keyboards, Vocals – Anthony Trujillo
Guitar, Lead Vocals – Danny Martinez

 

Questo è un disco di cui è difficile parlare è infatti molto più facile spararlo sull’impianto hi fi a tutto volume e goderselo appieno, anche perché è un disco che ha i crismi per piacere sia agli amanti dell’AOR più mollaccione, sia a chi ama il metal più melodico.

Il disco uscì nel 1995, anche se da noi arrivò nel 1996 grazie alla MTM che in quegli anni distribuiva, in maniera quasi carbonara, tramite un nugolo di etichette (tra le quali la nascente Frontiers) e rappresentò, per chi come me era alla spasmodica ricerca di hard rock melodico ed affini, una vera e propria luce nell’oscuro panorama musicale dell’epoca.

L’epoca d’oro del genere era finita da un pezzo ed anche il fenomeno grunge era già tramontato e solo il metal in formato power o neo power o symphonic regalava qualche gioia a chi non voleva avventurarsi in sonorità più estreme,  io ero sempre alla ricerca di qualcosa che rinverdisse i fasti della melodia degli anni che furono, dunque, quando quasi per disperazione comprai a scatola chiusa questo cd, non avevo molte speranze, ma invece fu subito colpo di fulmine.

La storia di questo gruppo del Colorado non fu però particolarmente fortunata. Pur avendo come manager, produttore  e guru Bobby Barth degli Axe (omaggiati con le cover di Silent Soldier e Steal Another Fantasy), sono dovuti passare attraverso ben due cambi di nome, infatti dopo aver dovuto rinunciare al  moniker Caught In The Act per via di una boy band olandese che li minacciò di una causa legale, hanno dovuto ripiegare sull’acronimo CITA e dopo due album sempre a causa della suddetta (e maledetta!) boy band sono stati costretti a cambiare nome di nuovo in Guild Of Ages cosa che contribuì non poco a frenarne la carriera visto che il pubblico oramai li conosceva con la precedente denominazione, inoltre il successivo cambio di sonorità  ha spostato un po’ anche il target di pubblico, che con i primi due album li aveva portati a raggiungere le quasi 50.000 copie vendute e per l’epoca ed il genere era quasi un colossale Boom.

Veniamo però a questo disco che racchiude un melange di influenze tali da poter affascinare chiunque abbia bazzicato il genere dall’ 87 al 92. Ci potrete sentire il Bon Jovi d’annata (e l’attacco di Through The Years è emblematico), il class metal tagliente dei Dokken, le tastiere maestose a la House Of Lords e persino qualche arrangiamento vagamente pomp a la Prophet. In alcuni tratti si sfiora addirittura il riff metal, rendendolo quindi fruibile a chiunque abbia masticato sonorità rock.

Per avere un esempio di tutto ciò che ho scritto vi basterà ascoltare l’opener Everytime (I Close My Eyes) e avrete la sintesi estrema delle sonorità di tutto il disco rendendo il track by track del tutto inutile, perché ogni traccia è tutta da scoprire e godere. Non mi resta dunque da dire che se lo avete già forse è il momento di riascoltarlo per riscoprirne la sorprendente freschezza e se non lo avete… Beh che state aspettando? Correte a comprarlo visto che recentemente è stato ristampato anche nella versione doppia contenente anche il successivo Heat Of Emotion, anch’esso molto valido, seppur leggermente meno vario.

© 2024, Samuele Mannini. All rights reserved.

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