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Recensione

77/100

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JD Miller – Empyrean – Recensione

21 Maggio 2024 Comment Alberto Rozza

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2024
etichetta: Mighty Music

Tracklist:


1. Prelude Of The Empyrean
2. The Butterfly
3. Inside The Night
4. Out Of Control
5. I’ll Never Give Up
6. Awake (We Are The Machines)
7. One In A Million
8. Call The Police
9. Enemy
10. Alive

Formazione:

Peter Halldén - lead vocals, backing vocals
Emil Eriksson - guitar, keyboards, drums
Tommy Timonen - guitar
Jonny Trobro - bass guitar

Contatti:

Sito: https://jdmiller.rocks/

Facebook: https://www.facebook.com/jdmillerrock

 

Finalmente è giunta al termine la lunga attesa per il quarto album di JD Miller: in uscita “Empyrean”, dalle molteplici influenze e dalle sonorità particolari.

Dopo la strumentale intro “Prelude Of The Empyrean”, entriamo nel mondo etereo di Miller con “The Butterfly”, compatta e decisa, dal ritornello orecchiabile, ottimo rompighiaccio in vista della tracce successive. Arriviamo a “Inside The Night”, movimentata e godibilissima, dai fraseggi strumentali molto interessanti, soprattutto nelle parti soliste centrali. “Out Of Control” scatena un’energia non indifferente, con una dinamica sempre ben dosata e una esecuzione musicale molto convincente. Passiamo a “I’ll Never Give Up”, molto contemporaneo nelle atmosfere, concentrato, intenso, lascia un buon ricordo all’ascoltatore. “Awake (We Are The Machine)” martella dal primo all’ultimo secondo, senza pause e senza troppi fronzoli, mostrando l’anima più metallara della compagine svedese, così come la successiva “One In A Million”, tiratissima e dalla trama spietata. Mistero e tensione per “Call The Police”, dalle sensazioni oscure, ma dal sound gradevole e a tratti rammsteiniano (soprattutto nella parte iniziale), che si addolcisce via via che i secondi scorrono, al contrario di “Enemy”, che non sorprende e non brilla. La lunghissima “Alive” chiude degnamente questo lavoro di studio, maturo, dalle sonorità molto contemporanee e dalla resa tutto sommato gradevole.

© 2024, Alberto Rozza. All rights reserved.

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