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Lipz – Changing The Melody – Recensione

21 Marzo 2024 2 Commenti Yuri Picasso

genere: Glam Rock
anno: 2024
etichetta: Frontiers

Tracklist:

01. I'm Going Under
02. Changing The Melody
03. Bang Bang
04. Stop Talking About Nothing
05. Bye Bye Beautiful
06. I’m Alive
07. Freak
08. Secret Lover
09. I Would Die For You
10. Monsterz

Formazione:

Alex K Klintberg: Vocals, Guitars; Conny Svärd: Guitars; Chris Young: Bass; Koffe K Klintberg: Drums

 

Scoperti nel 2011 dal talento di Stefano Gottardi e accasati per il debut ‘Scaryman’ (2018) in Street Symphonies Records, gli svedesi Lipz tracciano il solco della maturità artistica con il qui presente ‘Changing The Melody’, edito per Frontiers.
La formula glam dell’odierno quintetto, fortemente debitrice di act storici quali Poison, Crue, viene editata e aggiornata come durante gli ultimi lustri bands quali Reckless Love o i Crashdiet più scintillanti hanno saputo sviluppare.
Il paragone più consono lo trovo proprio con la band finlandese e a lavori quali ‘Animal Attraction’ e ‘The Spirit’, mantenendone lo stile, il sound e l’ammiccamento verso soluzioni easy listening, pur non raggiugendone i picchi compositivi.
“I’m Going Under”, a dispetto del titolo, esorta nell’arrangiamento ad alzare il volume e a spegnere i pensieri, tramite un livello di distorsione delle 6 corde accentuato.
Con la title track incoraggiamo la nostra mente a ricordare piacevoli soluzioni che abbiamo (ri)scoperto con la nuova ondata sleazy scandinava.
“Stop Talking About Nothing”, la migliore del lotto, suona intelligente e ruffiana a orecchie sopravvissute a queste latitudini sonore altrettanto quanto i ritornelli di “Bye Bye Beautiful” o “Secret Lover”.
Lungo la propria direzione artistica i Lipz risultano assolutamente credibili anche quando viene istintivo loro inserire intermezzi ritmici dal sapore vagamente Punk (“I’m Alive”/“Monsterz”) o in linee vocali monocordi ma coerenti e ricollegabili al filone new rock (la cadenzata “Freak”).
La ricetta viene arricchita di pianoforte e pathos nella drammatica “I Would Die For You”.

Concludendo, i nostri giocano sul sicuro evitando di superare i 37 minuti lungo l’airplay (scelta assolutamente da premiare), alternando i colori del sunset strip seconda metà anni 80 a toni parcamente più aggressivi che aggiungono un velo di personalità a un disco ricreativo evitando mestieranti banalità.

© 2024, Yuri Picasso. All rights reserved.

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