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Ace Frehley – 10.000 Volts – Recensione

28 Febbraio 2024 2 Commenti Francesco Donato

genere: Hard Rock
anno: 2024
etichetta: MNRK Music Group

Tracklist:

01. 10,000 Volts
02. Walking on the Moon
03. Cosmic Heart
04. Cherry Medicine
05. Back Into My Arms Again
06. Fighting for Life
07. Blinded
08. Constantly Cute
09. Life of a Stranger
10. Up in the Sky
11. Stratosphere

Formazione:

Ace Frehley – chitarra, voce
Steve Trixter – chitarra, basso
PJ Farley – basso
Anton Fig – batteria
Joey Cassata – batteria
Jordan Cannata – batteria

 

Quando si parla di Ace Frehley il recente passato lega spesso il suo nome più che alla sua musica alle numerose diatribe con i suoi ex compagni, comprese le presunte rivendicazioni e possibilità (sempre smentite da Paul e Gene a dire il vero) di rivederlo per un’ultima volta con il trucco da Spaceman sul palco dei KISS.
Ma a conti fatti il buon Ace, in tutto questo tempo ha fatto di necessità virtù, cosicché mentre i KISS non danno alle stampe un album in studio da ben 12 anni (Monster del 2012) lo Spaceman, dal canto suo, è stato capace di crearsi una carriera solista assolutamente proficua, con ben 5 album distribuiti nell’arco degli ultimi dieci anni.
Questo 10.000 Volts arriva a quattro anni di distanza dall’ottimo Spaceman del 2018 e lo stesso Ace lo annunciava mesi prima dell’uscita come il suo miglior album di sempre.
Prendere sul serio Ace, soprattutto nelle affermazioni riguardanti i suoi album non è stato mai il mio forte, lo ammetto, ma in questo caso mi sento di dire che (tolto il suo album solista del 1978) il caro Ace non l’abbia sparata tanto grossa.

Partiamo dalle retrovie. 10.000 Volts esce per MNRK Music Group, è prodotto da Steve Brown dei Trixter (che suona anche il basso), mixato e masterizzato da Bruno Ravel dei Danger Danger con il supporto di Anton Fig. Al primo ascolto è proprio la produzione a colpire. Patinata il giusto, ma sorprendentemente lontana dall’effetto plasticoso a cui le nostre orecchie vengono sempre più spesso sottoposte negli ultimi anni. I suoni sono belli duri e schietti, soltanto la voce viene manipolata quel tanto che serve a renderla omogenea agli standard vocali di Ace.

Si parte con i primi due singoli: L’ottima e orecchiabile “10.000 Volts”, una tipica song alla Ace ultima maniera, e la suadente e fumosa “Walkin’ On The Moon”.
A “Cosmic Heart” che fa un po’ il verso a “She” nel riff che la apre, segue “Cherry Medicine” il terzo singolo dell’album, probabilmente il brano più orecchiabile e incisivo della proposta.
“Back Into My Arms Again” è un mid time dalla melodica decadenza che ricorda nell’interpretazione l’Alice Cooper dei giorni nostri.
Si torna a correre con “Fightin’ for Life”, altra riuscitissima canzone da presa facile.
E’ quindi il turno del perverso rock n’roll di “Blinded” e delle splendide melodice vocali di “Constantly Cute” che anticipano la ballad “Life Of A Stranger”, un altro gran pezzo che si avvicina per interpretazione all’ultimo Ozzy.
A chiudere il disco ci pensano la smuoviculo “Up In The Sky”, un pezzo che ricorda la strafottenza vocale dell’Ace di Dynasty, e la strumentale “Stratosphere”.
In sintesi un album di sano e onesto hard rock old school che strizza l’occhio alla melodia pur restando imbrattato di quel trademark che ha reso celebre Frehley.
Forse non il migliore ma sicuramente uno dei migliori album di Ace.

© 2024, Francesco Donato. All rights reserved.

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