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23 Gennaio 2024 Comment Alberto Rozza
genere: Hard Rock
anno: 2024
etichetta: Pride & Joy
Tracklist:
1. The Sweetest Chaos
2. Vulture’s Cry
3. Rebel Again
4. My Imaginary Life
5. Beauty Among The Ruins
6. Disaster Love
7. Vertigo
8. My Prayer
9. Drink My Blood
10. Empire Of Thorns
Formazione:
Carsten Lizard Schulz - Vocals
Markus Pfeffer - Guitars, Bass, Synths
Markus Herzog - Drums
Ospiti:
Thomas Rieder - Percussions
In uscita in questo 2024 il nuovo album dei tedeschi Lazarus Dream, un concentrato teutonico di hard rock raffinato e potente.
Partiamo senza troppi indugi con la corale e coinvolgente “The Sweetest Chaos”, gagliarda, intensa, strumentalmente compattissima, ottimo biglietto da visita per la band. Passiamo alla successiva “Vulture’s Cry”, martellante e dall’impatto deciso, globalmente un pezzone riuscitissimo, per atmosfera e resa musicale. “Rebel Again” non delude, facendo assaporare all’ascoltatore un che di nostalgico e lontano, soprattutto nelle parti solistico – strumentali. Arriviamo alla title – track “My Imaginary Life”, molto suadente e corale, un marchio di fabbrica della band, che ci porta ad un livello compositivo ed esecutivo molto buono, soprattutto nel trasporto prodotto dal ritornello. Giungiamo immancabilmente al lento del lavoro dei Lazarus Dream: “Beauty Among The Ruins” spicca per intensità e calore, ma di per sé non si allontana moltissimo dalla miriade di lenti della storia dell’hard rock. “Disaster Love”, con il suo cry baby iniziale e i suoi fraseggi disorientanti, è un brano di grandissimo interesse e dall’esecuzione variegata e piacevolissima: perla assoluta. Tripudio di tecnica chitarristica per “Vertigo”, pezzo smanettone dalla grande intensità, che sfocia nell’ovattata e confortevole “My Prayer”, senza grandi picchi da rilevare. “Drink My Blood” ci proietta su orizzonti ipercontemporanei, al limite del genere, che però si ripresenta e si mescola, creando un prodotto di grande impatto. Chiusura affidata alla crudelissima “Empire Of Thorns”, non particolarmente differente dal resto del lavoro, ovvero un album molto ben suonato ed arrangiato, dagli spunti talvolta interessanti e globalmente riuscito in ogni particolare: buon inizio di 2024.
© 2024, Alberto Rozza. All rights reserved.
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