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11 Gennaio 2024 2 Commenti Samuele Mannini
genere: Hard Rock
anno: 1985
etichetta: Capitol
ristampe:
Tracklist:
1 - Ready To Strike
2 - Hunger
3 - Shadow Rider
4 - Shake Up
5 - Attention
6 - Breakin' Out
7 - Tough Guys
8 - Dancing With Desire
9 - Second Thoughts
10 - Piece Of The Rock
Formazione:
Carmine Appice : drums, backing vocals
Mick Sweda : guitars, synths, backing vocals
David Michael Philips : guitars, synths, backing vocals
Johnny Rod : bass, backing vocals
Mark Free : lead and backing vocals
Mark Free (da molto tempo ormai Marcie, ma nella recensione lo chiamerò Mark perché a quei tempi così era) è senz’altro una delle voci più iconiche dell’intero panorama hard and heavy. Sarà per questo forse che detiene il record di partecipazione alla nostra rubrica dei classici con ben quattro diverse incarnazioni: il solista Long Way From Love, con i Signal, con il primo Unruly Child ed infine con i King Kobra di questo Ready To Strike.
Eccoci dunque nel 1985 con una formazione che è una sorta di supergruppo in divenire. Attorno al carismatico batterista Carmine Appice (che troverete nei classici con i Blue Murder) si riuniscono il chitarrista Mick Sweda (che militerà poi nei Bullet Boys) ed appunto il nostro Mark Free. Siamo in un’epoca di grande vivacità per l’hard & heavy e con Ready to Strike la band si proporrà, insieme ai Dokken ed ai Ratt, come alfiere del metal californiano (o Class Metal che dir si voglia), sfornando riff taglienti e ritmiche serrate mediate però dal cantato grintoso, ma pur sempre melodico, di Mark.
Sicuramente i pezzi forti del disco sono il trittico iniziale. Nell’iniziale Ready To Strike, dopo un intro sognante, irrompono un riff rovente ed una batteria martellante che si snodano in un pezzo anthemico da paura. La storia di Hunger è invece particolare: scritta dal produttore Spencer Proffer e dai canadesi Kick Axe e registrata da questi ultimi sotto il moniker Spectre General, la canzone finirà nella colonna sonora dei Transformers e successivamente registrata dai King Kobra, sarà il singolo trascinatore di questo disco. Shadow Rider è un invece un cadenzato mid tempo con una intrigante costruzione chitarristica. Altri pezzi interessanti sono l’altro singolo Shake Up che strizza più l’occhio alle radio hit, l’articolata e particolare Tough Guys, la più lenta ed appassionata Dancing With Desire ed infine la conclusiva ed infuocata Piece Of The Rock.
In quel calderone in ebollizione che era il music biz di metà anni 80, il gruppo rilasciò nel 1986 l’album Thrill Of A Lifetime ma , per pressioni della casa discografica, la direzione sonora mutò verso un sound più radio friendly decretandone però l’insuccesso commerciale, con la conseguente fuoriuscita di Mark Free dal gruppo ed a vari cambi di formazione negli album successivi. Insomma, come spesso accadeva ai tempi, tante band di valore si perdevano proprio alle soglie del successo e, questo disco in particolare, offre la possibilità di ascoltare uno dei più grandi vocalist del panorama rock in un ambito più ‘robusto’ di quello che lo ha reso poi celebre e poterne apprezzare la duttilità e la già immensa classe, oltre a gettare lo sguardo sulla vivace scena californiana che portò alla ribalta un genere preso poi a modello di riferimento da molte band di epigoni.
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