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Recensione

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Lynch Mob – Babylon – Recensione

20 Ottobre 2023 4 Commenti Alberto Rozza

genere: Hard Rock
anno: 2023
etichetta: Frontiers

Tracklist:

1. Erase
2. Time After Time
3. Caught Up
4. I’m Ready
5. How You Fall
6. Million Miles Away
7. Let It Go
8. Fire Master
9. The Synner
10.Babylon

Formazione:

Gabriel Colón - Vocals
George Lynch - Guitars
Jimmy D’Anda - Drums
Jaron Gulino - Bass

Contatti:

Facebook: facebook.com/LynchMobBand

 

In arrivo il nuovo album dei leggendari Lynch Mob del guitar hero George Lynch, ex – chitarrista della storica band Dokken, che propone come suo solito un hard rock ben realizzato e intarsiato da interessanti soli di chitarra.

Partenza riservata a “Erase”, pezzo che mette subito le carte in tavola: la presenza della chitarra di Lynch sarà preponderante, con una ritmica serrata e con frasi solistiche sempre ben delineate e consistenti. Passando alla successiva “Time After Time”, godiamo anche della discreta e cadenzata parte ritmica, canonica e senza fronzoli, che attesta questo brano nella miriade di brani hard rock. “Caught Up” non esalta particolarmente, dando l’impressione di avere qualcosa di già ascoltato, cosa che capita incredibilmente anche con la successiva “I’m Ready”, in pieno stile vanhaleniano, che però non fa scattare nulla nel cuore dell’ascoltatore. “How You Fall” ricorda vagamente “Mr. Scary” dello stesso Lynch in alcune parti della ritmica, proponendosi come l’ennesimo riciclo ritmico: insipida nel complesso. Arriviamo alla canzone introspettiva del lavoro: “Million Miles Away” convince nella sua interezza, dimostrandosi sentita ed emozionante, ma ben lungi da altre creazioni a marca Lynch. “Let It Go” raggiunge un discreto indice di gradimento, frutto di una buona parte vocale che si appoggia degnamente sulla parte strumentale. “Fire Master” convince con la sua intenzione genuina e su una buonissima coralità, non mollando di intensità neanche per un secondo. Cupa e oscura, “The Synner” strizza l’occhio ad atmosfere blueseggianti, non scadendo mai nel banale. Cala il silenzio dopo la title – track “Babylon”, articolata e ben strutturata, conclusione per un disco eseguito in modo ottimale, non propriamente originale e a tratti non esaltante, quasi spezzato in due tra banalità e buoni spunti.

© 2023, Alberto Rozza. All rights reserved.

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