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Edward Reekers – The Liberty Project – Recensione

04 Agosto 2023 5 Commenti Samuele Mannini

genere: Prog. Rock/ Prog. Metal
anno: 2023
etichetta: Mascot Label Group

Tracklist:

1. Out Of The Past... (Prologue)
2. The Present Day
3. Two Lifetimes
4. The Disease
5. Good Citizens
6. Liberty
7. Patients, Have Patience
8. The Break Up
9. Turn To Us, Learn From Us
10. The Clash Of Belief
11. Money
12. We Live To Die
13. Remember The Fallen, Celebrate Life
14. Onwards And Forwards
15. Never Again
16. As Good As Any Goal
17. ... Into The Future (Epilogue)

Ospiti:

Steve Hackett (Genesis), Arjen Lucassen (Ayreon), Damian Wilson (Threshold), John' Jaycee' Cuijpers (Praying Mantis), Koen Herfst (Vandenberg), Cindy Oudshoorn (Kayak) and more

 

Edward Reekers, cantante e polistrumentista noto in campo progressive anche per la sua partecipazione a vari album degli Ayreon, propone quest’anno la sua rock opera.  La traccia che si snoda attraverso il concept è quella di un universo parallelo scaturito da un secondo Big Bang, ma non è che le cose vadano poi in modo così diverso dal mondo che noi conosciamo, in una sorta di ripetizione senza redenzione della razza umana…

Musicalmente parlando siamo di fronte a tutto ciò che lo scibile del prog ha sciorinato negli anni e come mi è capitato già in passato di dire, recensendo concept album di simile estrazione, l’approccio consigliato è sicuramente quello di sedersi comodi, stile cinema, prepararsi a seguire la storia passo dopo passo ed immergersi nell’atmosfera musicale. Non è ovviamente un approccio facile, ma gli amanti del progressive saranno deliziati dal navigare attraverso atmosfere talvolta sognanti, talvolta serrate con sonorità più metal alternate, ad esempio, ad altre più vicine al pop, sul genere proposto dal Meat Loaf più teatrale.

Le parti che più ritengo coinvolgenti sono: il singolo ‘Good Citizens’, impreziosito dalla performance di Damian Wilson, l’epica cavalcata a tinte folk di ‘The Present Days’, oltre agli splendidi duetti e gli intermezzi di sax di ‘The Break Up’. Pur non essendo un fan accanito degli strumentali vorrei citare anche ‘Remember The Fallen, Celebrate Life’ che rappresenta un bignami di tutte le sonorità presenti nel disco.

In sostanza più di 80 minuti di viaggio nel progressive e nella sperimentazione che certamente renderanno il disco difficile da digerire ai più, ma che i progsters più sofisticati non mancheranno di gustare con soddisfazione.

© 2023, Samuele Mannini. All rights reserved.

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