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Recensione

93/100

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Degreed – Public Address – Recensione

05 Luglio 2023 10 Commenti Paolo Paganini

genere: Melodic Rock
anno: 2023
etichetta: Frontiers

Tracklist:

1. Big Plans
2. Who Are You (To Say)
3. The Way Of The World
4. This Is Love
5. Ride Along
6. Free Again
7. Resist The Urge
8. Don't Be A Stranger
9. A Safe Place
10. No One
11. For You
12. Pressure

Formazione:

Robin Ericsson – (Voce/Basso)
Mats Ericsson – (Batteria)
Mikael Blanc – (Tastiere)
Daniel Johansson – (Chitarre/Cori)

 

Confesso che fin dagli esordi di Life Love Loss del 2010 rimasi fortemente colpito dalla loro musica, allora forse ancora un po’ acerba ma che nel corso degli anni non ha fatto che migliorare progressivamente e possiamo dire che con questo Public Address abbiano raggiunto il top della loro performance. La caratteristica che rende pressoché unica la loro proposta è la straordinaria capacità di unire potenti riffoni e massicce dosi di chitarre elettriche quasi metal a sontuosi tappeti di tastiere e melodie ammalianti tutto coro che lasciano senza fiato grazie anche alla graffiante e riconoscibilissima voce di Robin Ericsson. Proprio il brano scelto come singolo di lancio Big Plans riassume in pieno quanto appena detto. Chitarre granitiche e voce quasi growlin lasciano spazio ad un ritornello alla Toto (periodo Seventh One) mischiato ai migliori Def Leppard. La band continua a spingere ad alti regimi con le seguenti Who Are You (To Say) e The Way Of The World da ascoltare rigorosamente a volume elevato in macchina con finestrino abbassato e vento in faccia. Un attimo di tregua con la splendida power ballad This Is Love che con le sue sonorità classiche vi catapulterà indietro nel tempo mantenendo una freschezza e un’attualità impressionanti. Da menzionare il grande lavoro di tutti i musicisti coinvolti, nessuno escluso. Grandi assoli di Daniel Jhoansson e sezione ritmica di un altro livello il tutto prodotto in maniera pressoché perfetta. La band riprende come nulla a sfornare canzoni che ti entrano in testa al primo ascolto e così la folle corsa riprende con la magnifica Ride Along. Potremmo già ritenerci ampiamente soddisfatti di quanto sentito finora ma i Degreed non hanno alcuna intenzione di fermarsi e sia Free Again che Resist The Urge continuano imperterrite la propria ricerca della melodia perfetta da ripetere all’infinito. Piccolo grande gioiello la sognante pianistica ballad Don’t Be A Stranger sulla quale non possiamo non inchinarci e toglierci il cappello con Robin che dimostra di essere uno dei cantanti migliori in circolazione almeno per questo genere musicale. I quattro brani in chiusura non fanno altro che confermare quanto di buono detto fino a qui quindi non mi dilungherò oltremodo ad incensare la band che come avrete ormai capito è tra le mie preferite degli ultimi anni.

IN CONCLUSIONE:

Un lavoro impeccabile sotto tutti i punti di vista a cui sinceramente non riesco a trovare un punto debole. Perché non dare 95 allora direte? Beh perché sono sicuro che la prossima uscita sarà ancora migliore e la successiva ancora di più e una volta arrivato a 100 rischio di andare fuori scala! Buon ascolto e buona estate!

© 2023, Paolo Paganini. All rights reserved.

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