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05 Maggio 2023 12 Commenti Samuele Mannini
genere: Hard Rock
anno: 2023
etichetta: Frontiers
Tracklist:
Proud Desperado
Heaven's Fallen
Tears Of Blood
Resurrect Me
Voodoo Fire
Broken Glass
It’s Okay
Stick The Knife In And Twist
One Light To Burn
Do Or Die
Time Bomb
It All Comes Back Around
Formazione:
Kip Winger - Vocals, Bass, Keyboards, Acoustic Guitars
Reb Beach - Guitar, Vocals
Rod Morgenstein - Drums
Paul Taylor - Keyboards, Guitar
John Roth - Guitar, Vocals
Contatti:
FB : https://www.facebook.com/WingerTheBand/
Official Site : https://www.wingertheband.com/
Non è mica facile fare una recensione degli Winger, a meno di non uno di quegli yes man che scrivono sempre bene di tutto e tutti e che l’ultimo album è sempre il migliore etc etc… In realtà a me questo Seven ha creato un po’ di problemini che andrò a descrivere. In primis al nome ed al sound Winger sono legati alcuni dei miei momenti d’ore nell’ascolto di questa musica, ricordo ancora una delle prime buche a scuola per andare in centro a Firenze ed accaparrarmi il debut, di cui si parlava così bene, custodendolo gelosamente nello zaino per poi introdurlo furtivo nel mobile dei vinili una volta rientrato a casa. In secundis credo che In The Heart Of The Young sia un album fondamentale per chi ascolta questo genere ed infatti l’ho anche inserito nel nostro catalogo dei classici. Infine anche la svolta più cupa ed oscura di Pull a me aveva favorevolmente colpito andando a formare con i primi due dischi un trittico eccezionale ed eterogeneo che tutt’ora mi sento di consigliare a chiunque si consideri un rocker. Poi sinceramente gli altri tre dischi ovvero: IV, Karma e Better Days Comin, al di là di qualche sporadico episodio, non è che mi avessero fatto tutta questa impressione, quindi ho avuto un approccio a Seven tra l’eccitato ed il titubante ed anche se, confesso, non mi sono strappato i capelli posso senz’altro affermare che dopo la triade iniziale questo sia a mio avviso il migliore disco degli Winger.
Bisogna dare atto agli Winger di aver sempre sempre continuato ad evolvere senza nemmeno tentare di riproporre il solito cliché all’ infinito e quindi ci sta che le varie evoluzioni e mutamenti di sound possano talvolta aver scontentato qualcuno, ma mi sento di poter dire che qui si è trovato il giusto equilibrio tra la voglia di innovare ed l’impronta classica degli anni d’oro, riuscendo a trasportare e rinverdire le emozioni di più di trenta anni fa e renderle attuali, inoltre, l’aver sempre mantenuto una formazione stabile infonde una certa sicurezza su come sia serio l’approccio della band. Un ottimo esempio è il primo singolo Proud Desperado che unisce una robusta e serrata struttura ad un piglio estremamente catchy (sarà forse per la penna di Desmond Child?) ed anche se il ritornello è magari un po’ banalotto funziona alla grande e ti entra subito in testa. Ancora meglio la seguente Heaven’s Fallen più soffusa e riflessiva e la successiva Tears Of Blood che dopo un avvio hellsbellssiano si snoda in un ritornello struggente e passionale. Altro pezzo di gran rilievo è la malinconica Broken Glass dove il buon Kip dà sfogo a tutta la sua abilità interpretativa. It’s Okay sembra uscita direttamente da Pull come una sorta di Down Incognito 2.0. Voglio infine citare la rovente ed elettrica Stick The Knife In And Twist e la conclusiva e magnifica It All Comes Back Around che pur avendo una diversa struttura a me chiama alla mente l’articolazione e la varietà di Rainbow In The Rose, 7 minuti e mezzo di puro godimento.
Quindi dopo tutte queste belle parole e queste belle canzoni, perché quindi non ho dato un voto più alto? Semplice, perché le altre cinque canzoni del disco non mi paiono all’altezza delle altre che ho prima menzionato, restando anonime e senza personalità, non dico assolutamente che sono filler, soltanto che non pareggiano le migliori per pathos e feeling.
Per concludere riassumo così: un bel disco, anzi come ho detto il migliore dai tempi di Pull, con delle splendide canzoni che saranno destinate a durare nel tempo e che quindi mi fanno consigliare l’acquisto del disco ed inserirlo nelle nostre discografie per poter anche in futuro goderne appieno.
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