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16 Marzo 2023 Comment Samuele Mannini
genere: Hard Rock
anno: 2023
etichetta: Frontiers
Tracklist:
Formazione:
Rob Lamothe - Vocals, Guitar
James Harper - Guitar
Zander Lamothe - Drums
Contatti:
FB: https://www.facebook.com/Cross-Country-Driver-105004254538810
Ero già in subbuglio quando sentii che il cantante di questo gruppo era Rob Lamothe, frontman della cult band Riverdogs, dei quali ho anche incluso un disco nelle nostre gemme sepolte (QUI il link). Si, perché Rob ha quel tocco di feeling nella voce che raramente capita di sentire in giro (specie ai giorni nostri) e le sue canzoni hanno il potere di accendere la mia vena nostalgica e malinconica, mentre le note tratteggiano quei tipici paesaggi polverosi e semi desertici del sud degli Stati Uniti, dove il rock, intriso di venature blues, assume la sua forma più viscerale.
Basterà ascoltare l’opener Wild Child per compiere un viaggio nello spazio tempo alla metà degli anni 80. in un tipico e rovente paesaggio della California del sud, inoltre, sapendo che gli ospiti di questa canzone sono Mike Mangini e Greg Chaisson, potrete immaginare la caratura tecnica del brano, perfettamente rifinito dall’immenso feeling del buon Rob. Ogni canzone ha una serie di ospiti che arricchiscono e caratterizzano la composizione e Greg Chaisson, per esempio, appare in cinque canzoni su tredici, non stupitevi dunque se udirete qualche assonanza dei Badlands, così come Doug Pinnick presente su tre brani caratterizza il sound in maniera tipica con il suo mood, e qui prendiamo ad esempio A Man With No Direction. Insomma, varie influenze vengono via via innestate sulla tipica struttura hard/southern/blues di scuola Riverdogs con risultati spesso molto apprezzabili, vedasi l’intima Traces of the Truth ed il rovente ed ipnotico singolo Rio Tulerosa. Altri pezzi di rilievo sono la martellante Shine e la rilassata Risen, dove come ospite troviamo Vivian Campbell, membro originale proprio dei Riverdogs. Bella infine la chiusura con My Goodness, un lento semi acustico stracolmo di pathos.
Disco perfetto quindi? Beh non proprio. Intanto, per apprezzarlo a pieno, bisogna essere un amante di queste sonorità, perché questo ed è bene dirlo, non è assolutamente un disco piacione fatto per strizzare l’occhio al pubblico, ma bensì un lavoro pieno di passione e permeato delle sonorità di una volta che non siamo più molto abituati ad ascoltare al giorno d’oggi. Dategli dunque qualche ascolto per farlo penetrare bene ed a fondo nella vostra, probabilmente arrugginita, anima blues e sentirete che piano piano farà presa e forse, gli perdonerete anche quelle tre o quattro canzoni un po’ più piatte che magari non lo faranno entrare nella categoria dei capolavori, ma che comunque completano il quadro emozionale.
Per concludere, un ben tornato a Rob Lamothe, che ottimamente accompagnato da James Harper alla chitarra e dal figlio Zander Lamothe alla batteria ( oltre naturalmente agli ospiti elencati nei titoli brano per brano), ci regala un disco di hard rock old school degno di essere vissuto completamente.
© 2023, Samuele Mannini. All rights reserved.
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