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Chris Rosander – The Monster Inside – Recensione

15 Febbraio 2023 Comment Denis Abello

genere: AOR / Melodic Rock / West Coast
anno: 2023
etichetta: Pride and Joy Music

Tracklist:

1. The Monster Inside
2. Only Hearts Die Young
3. Nothing Last Forever
4. High On Love
5. The Labyrinth
6. This Isn't New
7. Northern Lights
8. When I'm Gone
10. Turn Your Heart To Stone
11. Little White Lines

Formazione:

All Guitars and vocals: Chris Rosander
Keys on ”The Labyrinth” & ”Only Hearts Die Young”: Chris Rosander
Bass: P-O Sedin (ex- Perfect Plan)
Drums: Magnus ”Grunna” Grundström
Keyboard/Organ/Piano on The Monster Inside, Nothing Last Forever, High On Love, This Isn't New, When I'm Gone, Broken Soul, Turn Your Heart To Stone, Little White Lines: Rasmus Fors (Jetbone) Keyboard/Organ on Northern Lights: Johan Sjödin
Solo on “The Monster Inside”: Anton Frengen

 

Giovane, 25 anni, e già al suo secondo lavoro (il primo King Of Heart del 2020). Chris Rosander, Svedese di nascita, può comunque già vantare una valida carriera e una serie di collaborazioni di rispetto.

Dopo un primo album che mostrava alcune buone idee ma a cui mancava ancora il guizzo per eccellere, Chris ci riprova con un album dalle premesse interessanti. Di base il sound si piazza tra AOR/Melodic Rock con incursioni nel West Coast, anche se direi che l’ago della bilancia è più puntato verso l’AOR. Bella l’idea di legare ogni brano con un unico filo conduttore, che fa anche da titolo dell’album, e che riguarda il “mostro” o il “lato oscuro” che ognuno di noi si porta dentro.

Musicalmente parlando il risultato è un album abbastanza omogeneo che scorre via senza scossoni tra brani più radiofonici e alcuni più duri. La voce di Chris se la gioca bene, soprattutto sui brani più melodici e meno sparati, ma forse manca ancora di una certa caratterizzazione. Gli anni per arrivare al top giocano comunque a favore del giovane Chris.
Quello che manca è forse proprio qualche brano che sia in grado di dare la “scossa” ed elevare il lavoro di qualche punto. Infatti, anche se non mancano le belle sorprese come le brillanti melodie del brano The Labyrinth, il feeling di When I’m Gone o il simil funk di Little White Lies, non me la sento ancora di elevare questo lavoro da “buon” lavoro ad “eccellente”.

Attenzione, resta comunque un buon lavoro con idee anche brillanti che merita un ascolto soprattutto da chi è avvezzo a sonorità alla Toto o Chicago nel loro mood più melodic rock / radiofonico. Manca ancora per ora lo sprint che faccia salire il lavoro di Chris Rosander al prossimo livello!

Occhio, il prossimo livello è l’Eccellenza! 😉

© 2023, Denis Abello. All rights reserved.

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